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“1945-2015. A settant’anni dalla vittoria sul nazifascismo”

Convegno in SIOI per la fine della Seconda Guerra Mondiale – L’ambasciatore Razov: Mantenere la cooperazione tra grandi potenze
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Commemorare il 70esimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale e conservare il ricordo di quel periodo drammatico. Troncando ogni tentativo di riscrivere la storia. Questo lo scopo del convegno italo-russo “1945-2015. A settant’anni dalla vittoria sul nazifascismo”, che si è tenuto ieri a Roma presso la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI – UN Association for Italy), promosso dall’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, dalla SIOI e dall’Istituto di Studi Eurasiatici.

All’incontro sono intervenuti il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, l’ambasciatore russo a Roma Sergei Razov, l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, Natalia Narochnitskaya, già membro della Duma e del Consiglio d’Europa e l’ex ministro russo Leonid Drachevsky.

“Non c’è alternativa sostenibile a un dialogo tra Russia, Unione europea e America. Per onorare le vittime della seconda guerra mondiale e il sacrificio dei popoli dell’Unione sovietica dobbiamo guardare in avanti dicendo no a qualsiasi ritorno di antagonismi”, ha detto Giorgio Napolitano. “Celebriamo la vittoria sul nazifascismo in Europa, senza dimenticare che la guerra durò ancora per molto. Sulle celebrazioni della vittoria sul nazifascismo ha pesato però l’ombra di altre tensioni tra Europa, America e Russia, le forze che furono artefici di quel trionfo”, ha aggiunto.

La guerra sconosciuta

“Oggi le Nazioni Unite sono chiamate a difendere la loro stessa credibilità, per esempio per cercare un futuro alla stabilizzazione per la Libia, o per la crisi siriana, dove non si è riusciti ancora a raggiungere una soluzione per la risoluzione dei conflitti”, ha detto il presidente della SIOI Franco Frattini, che ha poi affermato che “i fattori economici e le risposte dei mercati non possono riuscire da soli a dare risposte alle attuali crisi internazionali”.

“Il conflitto ha causato la morte di circa 80 milioni di persone. L’Unione sovietica ha subito i colpi più duri del nemico tedesco”, ha fatto notare nel suo intervento l’ambasciatore russo a Roma Sergei Razov. “Non dobbiamo dimenticare che i popoli dell’Unione sovietica hanno combattuto per difendere i valori morali e spirituali”, ha affermato Razov, che ha ricordato il grande e prezioso lavoro svolto dai partigiani. “Sono passati 70 anni, ma bisogna essere vigili e non dimenticare i fatti storici. La comunità internazionale deve ricordare il tentativo della Germania di sconvolgere gli assetti mondiali”, ha aggiunto Razov che ha poi sottolineato come la cooperazione tra grandi potenze mondiali avvenuta nel corso della seconda guerra mondiale potrebbe essere un esempio per le relazioni odierne.


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