Anniversario UN

“60 anni di Italia all’ONU: unità, multilateralismo e strategia” – Franco Frattini

Onuitalia con i ragazzi del Master della SIOI
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ROMA, 16 DICEMBRE – “La situazione dei rifugiati ci ricorda che il sistema non funziona più, ma importante riconoscere ciò che è positivo”. Per affrontare la crisi serviranno “modalità nuove e più creative”. Lo ha detto, a pochi giorni dal suo insediamento a Ginevra, l’alto commissario Onu per i Rifugiati (Unhcr) eletto Filippo Grandi. Una lunga carriera all’interno delle Nazioni Unite, Grandi e’ stato uno dei protagonisti del convegno sui 60 anni dall’ingresso dell’Italia nell’Onu, alla Farnesina.

Nel 2016 ci saranno molti incontri multilaterali sulla questione dei flussi e servirà un “approccio operativo per migliorare l’accoglienza” che, tra le altre cose, “superi gliostacoli da mancanza di coesione nell’Ue”, ha detto Grandi. Oggi al Palazzo di Vetro il segretario generale Ban Ki moon ne ha elencato quattro, sotto l’ombrello dell’ONU, che culmineranno il 19 settembre con un vertice per capi di Stato e di Governo alla vigilia della prossima Assemblea Generale. L’obiettivo – ha spiegato Ban – sara’ l’intesa su un Global Compact che affronti la crisi al punto di vista della condivisione delle responsabilità.

Il convegno “La sfida della pace. L’ Italia con le Nazioni Unite: 1945-2015” e’ stato organizzato oggi alla Farnesina nell’ ambito dell’ iniziativa ‘Porte Aperte’ dal ministero degli Esteri in collaborazione con la SIOI – Un Association of Italy, in quanto associazione italiana per l’ONU, membro fondatore della WFUNA (Federazione Mondiale delle Associazioni delle Nazioni Unite), ma soprattutto Ente che già dal 1946 fu incaricata dal governo italiano (De Gasperi) di costruire il percorso di adesione dell’Italia all’ONU e di essere, quindi, il legame tra l’Italia e l’ONU, ben 10 anni prima dell’ammissione.

Al convegno sono intervenuti, tra gli altri, Michele Valensise, Segretario Generale della Farnesina, l’ ex ministro Franco Frattini, presidente della Sioi, Mario Giro, Sottosegretario agli Affari Esteri, Jose’ Graziano da Silva, Direttore Generale della FAO. “L’entrata dell’Italia nelle Nazioni Unite nel 1955 è stato un punto di partenza su cui vogliamo costruire un futuro migliore”, ha detto Valensise ricordando l’impegno di Amintore Fanfani e Aldo Moro a sostegno delle attivita’ dell’Italia nelle Nazioni Unite.

Per il sottosegretario agli Esteri Mario Giro, l’Italia repubblicana, “che ha il multilateralismo nel suo patrimonio genetico”, fu fondata sugli ideali di pace presenti nella carta delle Nazioni Unite. “In un momento di incertezze anche noi addetti ai lavori siamo presi da qualche dubbio viste le crisi che ci sono nel mondo, ma la protezione e l’assistenza dei rifugiati sono due temi centrali”. Senza l’Onu, del resto, “non avremmo un mondo piu’ sicuro e stabile ne’ piu’ pace – ha proseguito Giro – per questo l’Italia e’ cosi’ impegnata nelle Nazioni Unite”, a cominciare dalla partecipazione alle “tante missioni di pace” e all’ospitalità data a “numerosi organismi dell’Onu, un impegno del governo anche in momenti di restrizioni finanziarie”. Si tratta, ha sottolineato il Sottosegretario, di una “collaborazione che non potra’ che rafforzarsi sempre di piu’: per questo abbiamo presentato la candidatura a un seggio non permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu per il biennio 2017/2018”.

Anche secondo Franco Frattini,“mai come in questo momento c’e’ bisogno che l’Onu continui e rafforzi la sua azione”. Contro il rischio di disaffezione nei confronti delle Nazioni Unite, “nessuno si lasci prendere da un sentimento negativo” ma al contrario “lavoriamo perche’ abbiano piu’ sostegno”. “Se qualche volta stentano – ha sottolineato il presidente della SIOI – e’ quasi sempre perche’ gli Stati membri non mettono l’Onu nelle condizioni di lavorare”. Per questo, ha concluso, bisogna dargli “più strumenti e più forza per lavorare meglio”. 


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