Governo

A staccare la spina si prende la scossa

Specie quando la potenza elettrica è al massimo
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di Marco Gorra

«A staccare la spina si prende la scossa. Specie quando la potenza elettrica è al massimo». Franco Frattini, ex ministro degli Esteri e capofila delle colombe pidielline, lancia un avvertimento agli aspiranti elettricisti del partitone azzurro: «II calo di consensi che ci deriverebbe da un’operazione simile sarebbe indicibilmente superiore a quello che stiamo subendo con l’appoggio a Monti. Per tacere di cosa ci tirerebbero addosso in campagna elettorale…». La dialettica interna al Pdl, ad ogni modo, resta abbastanza fluida… «Il che è un bene. Con Alfano il partito è diventato un laboratorio che sta dando risultati positivi attraverso il confronto».

Al termine del quale?
«Al termine del quale, come si fa nei partiti, tutti seguono quanto deciso dalla maggioranza».

Ovvero?
«Che il sostegno al governo Monti continua. Ma non si pensi che l’unico prodotto del laboratorio sia stata la linea da tenere col governo: ci sono i congressi, le primarie che iniziano domani (oggi, ndr) a Frosinone, c’è il nuovo assetto del partito».

Dove però le aree di sofferenza restano.
«Certamente. Però si tratta, e mi auguro che resti così, di sofferenza costruttiva».

Esempi di sofferenza costruttiva?
«Basta pensare alla mozione comune sull’Europa ed al lavoro che ha portato alla sua messa a punto».

E basta questo a lenire le medi sofferenza?
«Be’, il ragionamento che viene fatto è più generale: settori del partito valutano negativamente il doversi intestare le responsabilità derivanti dall’appoggio al governo senza incassare, dall’altra parte, i benefici che si hanno stando fisicamente al governo».

Queste posizioni, storicamente proprie degli exAn, ultimamente stanno convincendo anche alcuni ex forzisti. E un problema?
«Semmai è il segno della vitalità del partito: le vecchie appartenenze sono superate e, se proprio ci si deve dividere, almeno adesso lo si fa sulle idee. Per esempio, Maurizio Gasparri inizialmente era molto critico col governo Monti, poi ha contribuito in maniera decisiva a migliorare il decreto liberalizzazioni».

Tema che è nel dna del PdL
«Un motivo in più per resistere alla tentazione di staccare la spina, proprio nel momento in cui il governo sta mettendo mano a un tema così importante per noi».

E che, secondo Calderoli, non fosse stato per Napolitano avreste fatto voi. Tanto che l’ex ministro leghista pronostica il Monticidio per metà marzo. C’è da credergli?
«Sono le consuete dichiarazioni estemporanee cui ormai siamo abituati. Anche perché quale convenienza avrebbe la Lega? Ricordiamoci che Bossi ha fiuto, e certe cose le sa».

Saprà anche che l’operazione riavvicinamento con l’Udc è avviata, e non starà tranquillo… 
«Premesso che – come ricordato anche da Alfano – l’alleanza con la Lega è tutt’altro che archiviatal’obiettivo dell’intesa con l’Udc è confermato».

E come ci si arriva?
«Proseguendo sulla strada che porta alla costituente dei moderati italiani. Perché dobbiamo sempre avere chiaro che prima vengono i contenuti e le idee, e solo dopo le alleanze».

Una strada dove si viaggia a due velocità: necessariamente circospetti a Roma, più disinvolti all’estero. «Be’, in Europa ci stiamo prendendo delle soddisfazioni: basti pensare all’importantissima risoluzione sulla difesa della vita che è stata approvata dal Consiglio europeo grazie all’apporto determinante del gruppo Ppe, dove siedono parlamentari di Pdl e Udc».

Neanche a farlo apposta, lei è reduce da una missione in Libano con Pier Ferdinando Casini. In aereo mica avrete parlato solo di Unifil.
«Abbiamo fatto una riflessione, e Casini ha una convinzione che è anche la mia: bisogna sostenere Monti non di nascosto, ma mettendoci la faccia. E io gli ho detto si, ma allora bisogna mettere la faccia anche sulle riforme».

A partire dalla legge elettorale?
«Sì. Casini è per il modello tedesco, anche se io temo che in Italia non funzionerebbe granché.

E’ un modello che taglia fuori i piccoli partiti così da sistemare Lega e terzo polo in un colpa solo?
«La tentazione è suggestiva, ma non ci sarebbero le condizioni politiche. E poi mica le leggi elettorali si fanno per rappresaglia…». 


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