Alfano

Abbattere il debito, mai proposto vendite immobiliari per 400 miliardi

Lo afferma, in una lettera al Corriere della Sera, il segretario del Pdl Angelino Alfano
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Io e il mio partito non abbiamo mai proposto di vendere immobili per 400 miliardi (operazione effettivamente ardita, allo stato attuale). Semmai abbiamo proposto un attacco complessivo al debito pubblico da 400 miliardi, di cui la vendita di immobili per 15-20 miliardi l’anno (cominciando da caserme e case popolari) sarebbe solo una parte, assieme a molte altre voci”.

Lo afferma, in una lettera al Corriere della Sera, il segretario del Pdl Angelino Alfano.
“Lo strumento essenziale sarebbe quello della costituzione di un grande fondo a cui conferire una serie di asset, sul modello proposto, sia pure con sfumature e modulazioni diverse, dai professori Savona, Rinaldi, Masera, Forte, alle cui ben note impostazioni ci siamo esplicitamente richiamati. L’essenziale é che non vi sia nessuna svendita, per evitare di ripetere l’errore delle false privatizzazioni del 1993 e che, al tempo stesso, l’operazione sia consistente e quindi sia in grado di determinare una riduzione strutturale del debito pubblico per almeno 400 miliardi di euro così da portare sotto il 100% il rapporto rispetto al pil in cinque anni. Quindi oltre a proseguire sul cammino delle riforme strutturali e a incalzare il governo nella direzione del taglio della spesa pubblica improduttiva, riteniamo che sia anche necessario uno choc positivo, che consenta una ’ripartenza’ della nostra economia. Speriamo sia chiara la differenza tra le due impostazioni politiche in campo, al di là delle sterili dispute sul passato: una sinistra orientata allo schema tradizionale ’spesa alta, tasse alte’, e un centrodestra che punta sullo schema liberale ’meno spesa e meno debito, per avere meno tasse’. La nostra proposta è basata sulla valorizzazione e la messa sul mercato di quote di patrimonio pubblico che può aiutarci a realizzare uno ’scudo italiano’ in grado di contribuire alla difesa della stabilità e dell’autonomia del nostro Paese”.


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