Dopo due anni di intensi negoziati, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha firmato oggi a Trieste un accordo di studio con la Bielorussia, che permetterà ai “ragazzi di Chernobyl”di venire nel nostro paese, ospiti delle loro famiglie, per svolgere uno o piu’ anni scolastici. Potranno usufruirne tutti i ragazzi che abbiano compiuto i 14 anni. “E’ questo un progetto che le famiglie chiedevano da tempo – e’ stato affermato – e siamo finalmente riusciti a realizzarlo”. Lunga ed elaborata la cronistoria sulle adozioni dei bambini bielorussi. L’anno di inizio e’il 1986 con il disastro di Chernobyl.
Da allora, circa 20.000/30.000 famiglie italiane hanno ospitato, ogni anno, per motivi terapeutici ed umanitari, durante le vacanze estive e natalizie, circa 300.000 bambini provenienti dai territori contaminati In totale, questo movimento di solidarieta’ ha coinvolto, nell arco di 20 anni, oltre 300.000 famiglie taliane. Il tempo medio di ospitalita’ per famiglia e’ stato stimato in 5/6 anni.
Molte famiglie hanno cosi’ iniziato le pratiche per l’adozione. Fino al 2004 si sono registrate circa 200/250 adozioni l’anno. Dal 2004 al 2008 ve ne sono state poco piu’ di 50, a seguito del blocco imposto dal governo di Minsk. Ogni famiglia ha sostenuto un costo annuo di circa 10.000 euro che, moltiplicato per il numero delle famiglie (media 20.000), ha significato un esborso di 20 milioni di euro l’anno.
Ad esso vanno aggiunti gli investimenti in infrastrutture e servizi fatti dalle associazioni di volontariato che li accompagnano(oltre 300), valutati in circa 15 milioni di euro l’anno, piu’l’impegno diretto di alcune famiglie nella costruzione e gestione di case famiglia.