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“Agenda Monti” sia un tema condiviso, lungi da pregiudiziali personali

La sfida a quel punto non sarebbe più personale, ma sui programmi: dopo il voto sintesi tra sigle e partiti per l’Agenda Monti
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Non denigrare l’Agenda Monti: che sia invece un tema condiviso da tutte le forze politiche che in questi dodici mesi hanno sostenuto il programma del governo, permettendo all’Italia di iniziare a riscattarsi dalla morsa della crisi e del debito.

L’Agenda per l’Europa è l’unica strada possibile per trasformare le incognite del dopo Monti in un impegno dei partiti a voler precisare da subito i programmi di governo per il 2013.

Occorre indicare l’Agenda Monti come primo impegno da assumere nelle campagne elettorali. Non una promessa, ma un impegno. Perché non è ammissibile che quei provvedimenti che nell’ultimo anno sono stati adottati da una larga maggioranza vengano tra qualche mese cancellati con un colpo di spugna dagli stessi soggetti e da schieramenti che ragionano con il pallottoliere. 

Preoccupano le pulsioni euroscettiche, le richieste di referendum di chi definisce le riforme di Monti come macelleria sociale, i dubbi troppe volte enfatizzati sulle misure europee che il governo Berlusconi ha accettato nell’autunno 2011 e che Monti sta sviluppando e arricchendo.

Mi auguro diventino maggioritari nel centrosinistra i messaggi di alcuni esponenti del Pd che oggi hanno precisato che i principi dell’Agenda Monti devono travalicare i limiti di questa legislatura. Ma solo se lungi da pregiudiziali personali che non hanno nulla a che vedere con il proseguimento di un impegno di governo.

Sono certo che anche il Pdl scioglierà ogni riserva sulla necessità di proseguire con gli obiettivi di un’Agenda Europea che noi per primi, un anno fa, abbiamo concorso a definire nell’interesse dell’Italia prima di tutto.

Franco Frattini


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