Un ministro degli Esteri italiano torna in Iran per la prima volta dopo 10 anni. Emma Bonino sara’ a Teheran “nei prossimi giorni”, probabilmente il 21 e il 22 dicembre, per incontrare il presidente Hassan Rohani e il ministro degli Esteri Mohamed Zarif.
Una visita che arriva ad un mese dalla firma a Ginevra di un storico accordo sul nucleare iraniano e favorita dal nuovo clima di apertura verso la nuova amministrazione di Teheran che l’Italia, prima tra i Paesi europei, ha inaugurato con la missione a Teheran del vice ministro degli Esteri Lapo Pistelli lo scorso 7 agosto, a soli due giorni dall’insediamento del nuovo presidente Rohani. Missione fortemente voluta dalla Bonino che di recente ha ricordato come quel viaggio suscito’ le “perplessita’ di capitali europee vicine e lontane”, i cui rappresentanti solo un mese dopo, all’Assemblea generale dell’Onu del 20 settembre, “facevano la fila per parlare con Rohani”.
Era il 27 gennaio del 2004 l’ultima volta che un capo della diplomazia italiana, Franco Frattini, sbarco’ in visita in Iran. Dieci anni dopo il Paese, passato attraverso la violenta repressione delle rivolte contro la rielezione di Mahmud Ahmadinejad nel 2009, ha una nuova leadership. “Rohani rappresenta un ritorno della chiave riformista del presidente Mohamed Khatami”, ricorda all’ANSA proprio Frattini, secondo il quale la sfida e’ trasformare l’Iran in un “attore regionale positivo”. Ma soprattutto oggi e’ “l’accordo di Ginevra che puo’ aprire nuove prospettive, un accordo che va attuato dalla prima all’ultima riga”, afferma l’ex ministro degli Esteri, che sottolinea la necessita’ di avere un dialogo aperto con Teheran mantenendo sempre fermi alcuni punti, come la questione dello Stato ebraico. Da Israele non e’ arrivato nessun commento ufficiale sulla missione della Bonino in Iran. La visita in Italia del ministro degli Esteri iraniano, lo scorso 19 novembre, era stata pero’ definita “prematura” da fonti dell’ambasciata israeliana. E, piu’ di recente, al vertice Italia-Israele a Roma, il premier Benyamin Netanyahu ha lanciato parole di fuoco contro Teheran, invitando la comunita’ internazionale a non andar dietro “sorrisi ed illusioni” perche’ l’obiettivo dell’Iran resta la “bomba atomica”. La cautela e’ d’obbligo anche per il capo della diplomazia italiana che, nei giorni scorsi, ha sottolineato come la strada da perseguire sia “la prudenza”, con il “monitoraggio intrusivo” dell’accordo. “Andare a vedere”, e’ questo che il ministro Bonino continua a sostenere da mesi, perche’ in gioco, oltre alla questione del nucleare, ci sono diverse crisi rispetto alle quale l’Iran puo’ giocare un ruolo fondamentale, dall’Afghanistan alla Siria. E l’Italia, che pure non fa parte del gruppo dei ‘5+1’ che negozia con Teheran sul dossier nucleare, vuole avere voce in capitolo.
di Benedetta Guerrera per l’ANSA
IL RACCONTO DELLA MISSIONE DI FRATTINI A TEHERAN SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 27/28 GENNAIO 2004
Frattini e Khatami parlano di terrorismo e disarmoTEHERAN – Il ministro degli Esteri Franco Frattini è giunto ieri sera a Teheran per la sua prima visita ufficiale nel Paese. Oltre al presidente Khatami, Frattini incontrerà oggi il suo omologo iraniano Kamal Kharrazi e il segretario del consiglio per la sicurezza nazionale Hassan Rohani. In primo piano, nell’ agenda dei colloqui, i temi della cooperazione nella lotta al terrorismo, dell’ applicazione degli accordi con l’ Aiea, l’ agenzia per l’ energia atomica delle Nazioni Unite, del rispetto dei diritti umani e delle prospettive di sviluppo dei rapporti bilaterali. L’ Iran, alla fine dello scorso anno, ha accettato i controlli dell’ Aiea sul suo programma nucleare (messo sotto accusa soprattutto da Stati Uniti e Israele), creando così le condizioni di base per il consolidamento e lo sviluppo dei rapporti con l’ Occidente. In questo contesto, la visita di Frattini, in quanto rappresentante del Paese che ha fatto da apripista alla ripresa di relazioni diplomatiche con la repubblica islamica, assume particolare importanza. A livello europeo, soprattutto per le ingenti importazioni di greggio, l’ Italia occupa il primo posto nei rapporti commerciali con l’ Iran in termini di interscambio ed è seconda solo alla Germania per quanto riguarda l’ export.
IL CAPO DELLA FARNESINA IN IRAN FA DA APRIPISTA AI RAPPORTI ECONOMICI
Teheran, la provocazione delle giornaliste «Ministro Frattini, cosa pensa del velo?»«L’ Italia è il Paese che ha indicato nella propria Costituzione la libertà di religione e il diritto di ognuno a professarla»DAL NOSTRO INVIATO TEHERAN – Abituate ad ascoltare ospiti stranieri che chiedono alla Repubblica islamica di rispettare i diritti umani e la parità tra i sessi, due giornaliste iraniane ieri hanno pensato di accogliere il ministro degli Esteri italiano con un contropiede. Se voi europei venite a spiegarci come dovremmo tutelare la libertà delle donne, è stato il senso delle domande rivolte a Franco Frattini da due croniste con i capelli coperti dall’ hijab, perché non dite nulla alla Francia che vuole vietare alle ragazze musulmane di portare il velo dentro le scuole? La questione è stata posta in una conferenza stampa al ministero degli Esteri di Teheran, vicino a una sala tappezzata di specchi, con le domande puntualmente precedute dalla formula «nel nome di Dio clemente e misericordioso».
Il padrone di casa Kamal Kharrazi, riformista, vissuto a New York quando era ambasciatore all’ Onu, ha aspettato le risposte con l’ aria di chi assiste a una partita a carte. Avesse potuto seguire il suo istinto, probabilmente Frattini si sarebbe tolto lo sfizio di rendere la pariglia a Parigi. Non fa di tutto, Jacques Chirac, per sottrarre all’ Italia il tradizionale ruolo di ottimo amico dei Paesi musulmani? Nella sua visita di poco più di un giorno a Teheran, davanti al ministro non si era spalancata un’ occasione superba per colpire il concorrente? Ma Frattini si è frenato. Senza rinunciare a sottolineare, in ogni caso, che Francia e Italia non si comportano allo stesso modo sulla religione. Dunque, neanche su quel velo con cui coprire la testa, indispensabile per proteggere la purezza delle donne secondo l’ interpretazione del Corano prevalente in Iran. «Quando la Costituzione di un altro Paese vuole rafforzare la concezione di uno Stato laico, dobbiamo avere rispetto», ha premesso diplomatico Frattini. Per poi far notare: «Uno dei punti di divergenza sulla Costituzione europea è se si debba inserire un richiamo alle radici religiose della storia cristiana d’ Europa, come riteniamo noi, o se questo riferimento non vada fatto, come chiedono altri, tra i quali la Francia, il Belgio…». Come a dire all’ uditorio della teocrazia locale: ci teniamo noi, non i francesi, a riconoscere l’ importanza della fede nella travagliata carta d’ identità dell’ Unione europea. Messaggio inviato.
«L’ Italia è il Paese che ha indicato nella propria Costituzione, la norma di grado più alto, la libertà di religione e il diritto di ognuno a professarla nel modo che ritiene, purché rispettando la legge», ha ricordato Frattini. Senza dimenticarsi di spargere, qua e là, manciate di ammorbidente diplomatico per evitare proteste di Parigi: «Non debbo parlare delle scelte di altri…», , e così via. Per il titolare della Farnesina è stata la prima visita dopo che i suoi pari grado di Francia, Germania e Gran Bretagna, in ottobre, ottennero dall’ Iran l’ impegno a accettare ispezioni sui propri impianti nucleari per dimostrare che non covano embrioni di future bombe atomiche. Se adesso i tre partner che si consultano in vertici senza l’ Italia aspettano i risultati di allora, Frattini ha affermato che l’ Ue dovrebbe incoraggiare la Repubblica islamica sbloccando il negoziato su un trattato di cooperazione economica. Lo ha detto a Kharrazi, al presidente Mohammed Khatami e al conservatore scanzonato Hassan Rohani, il segretario del Consiglio della sicurezza nazionale che potrebbe diventare capo dello Stato. In cambio, l’ Italia ha ricevuto la promessa di una buona posizione nelle commesse per le autostrade e le ferrovie in Iran.
Orecchie dritte, nella diplomazia, per capire come intervenire nelle prossime fasi di trattativa sul rilascio di prigionieri, con mediazione tedesca, tra Israele e Hezbollah libanese. Uno scambio avallato da Teheran, del quale Kharrazi si è definito «soddisfatto». Cauto di fronte allo scontro tra riformisti e conservatori, Frattini ha chiesto di tener buoni gli sciiti forti a Nassiriya, nell’ Iraq con soldati italiani, e annunciato un viaggio in Iran del nostro «capo dell’ antidroga» per la lotta comune al traffico di stupefacenti. Maurizio Caprara Legami L’ ITALIA A livello europeo, soprattutto per le ingenti importazioni di greggio, l’ Italia occupa il primo posto nei rapporti commerciali con l’ Iran in termini di interscambio (pari a 2.156 milioni di euro nei primi 7 mesi del 2003) ed è seconda solo alla Germania per quanto riguarda l’ export L’ EUROPA L’ Ue esporta in Iran principalmente tre prodotti: macchinari e mezzi per il trasporto (59.8%), prodotti chimici e derivati (14.3%), beni artigianali (13.4%). Inoltre l’ Iran è il principale destinatario dell’ acciaio e ferro proveniente dall’ UeMaurizio Caprara