Cessino gli squilli di tromba sul voto a ottobre. Chi stacca la spina al premier farebbe pagare all’Italia (e pagherebbe lui) un prezzo politico enorme. Berlusconi amareggiato per gli attacchi indegni che subisce in silenzio. Ma lui è il primo a capire che sarebbe una follia riportare indietro il Paese. Nel 2013 il Ppe italiano con Casini.
di ARTURO CELLETTI (AVVENIRE)
“E’ ora di far cessare gli squilli di tromba sulle elezioni a ottobre. Ci guarda l’Europa, ci guardano i mercati, ed è nostro dovere ribadire con la massima forza e la massima chiarezza che il sostegno a Mario Monti non è in discussione e che il governo andrà avanti fino alla fine della legislatura”.
Franco Frattini, a Budapest per una serie di incontri sulla politica europea, guarda al voto amministrativo e al dibattito che si agita dietro questo appuntamento e avverte ancora: “Abbiamo fatto un sacrificio enorme a lasciare il governo e nessuno di noi vuole aver pagato invano un prezzo così alto. Alfano è stato chiaro: il nostro sostegno al governo non è in discussione”.
E i messaggi sulla riforma del Lavoro?
Stiamo solo diventando più propositivi. Abbiamo vissuto cinque mesi votando senza se e senza ma, oggi non rinunciamo più a proporre, a migliorare, anche a correggere. Ma non ci sarà nessun tranello. Nessuno ci pensi. Anche perché sia Alfano sia Bersani sia Casini sono assolutamente consapevoli che chi dovesse staccare la spina a Monti pagherebbe (e farebbe pagare all’Italia) un prezzo politico enorme: lo spread schizzerebbe ai livelli di novembre, il rischio Grecia tornerebbe concretissimo… Vogliamo vanificare tutti i sacrifici fatti in questi mesi?
Eppure ci sono crescenti inquietudini…
Robe pre-elettorali. Presto i tre segretari dovranno vedersi e riconfermare a Monti tutto il loro sostegno. Dovranno chiarire e chiarirsi: il gioco del cerino non aiuta nessuno e scaricarsi le responsabilità sarebbe intollerabile e sciagurato.
Berlusconi la pensa come lei e come Alfano?
Ho parlato con lui prima di partire. Beh, è amareggiato per un’ostilità che non viene meno, per gli attacchi indegni che continua a sopportare in silenzio… Berlusconi ha compiuto un gesto da statista, ha passato il testimone a Monti pensando esclusivamente al Paese e vuole continuare a sostenerlo. Anche perché è il primo a capire che sarebbe una follia ritornare alla casella iniziale.
Ma c’è una parte del PdL..…
Che vorrebbe disimpegnarsi? È vero, ma è isolata, è minoritaria. Berlusconi e Alfano hanno una strategia che si può riassumere con una sola parola: responsabilità
E se la situazione dovesse complicarsi?
Non si complicherà, lavoreremo per prevenire ogni contraccolpo. Per arrivare a maggio 2013 con un paese che comincia a crescere. E con tre riforme che la gente si attende: legge elettorale, taglio dei parlamentari e dimezzamento del finanziamento dei partiti. O ci riusciamo o ci rincorreranno con i forconi.
Sarà, ma proprio la legge sul finanziamento è slittata ancora?
Lo avevo messo in conto, ma il 9 maggio ci dovrà essere l’accordo. La data è quella, nemmeno un giorno di più: il rischio è vedere azzerata la nostra credibilità.
Su Lusi che dice?
L’opinione pubblica ci guarda e noi non possiamo dare l’immagine della casta che si autoprotegge. Credo allora che sia indispensabile un supplemento di rigore e non di indulgenza. Detto questo resto garantista: si tratta della libertà di una persona, voglio leggere le carte. E voglio farlo bene.
Nel 2013 che succede?
Spero nasca il Ppe italiano.
Casini?
Sarà inevitabilmente con noi. Ma in una prospettiva in cui l’Opa non la farà lui e non la faremo noi. Questo deve essere chiaro fin da ora: ci sono tante posizioni di leadership istituzionale e ci sarà posto e gloria per tutti.
Nel Ppe italiano meglio la Lega o gli ex popolari oggi nel Pd?
Oggi non saprei: entrambi hanno dimostrato rigidità inaccettabili.
Monti sarà fuori?
Se dicessimo che Monti sarà dentro gli faremmo un danno. E siccome io sostengo Monti con convinzione, non lo dico.