Intervista

Comandano gli estremisti, ora i moderati vengano allo scoperto

Se è questa la nuova Forza Italia il giudizio del Ppe sarà molto severo
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L’ex titolare della Farnesina: “ad Arcore è stato deciso di voltare le spalle al Paese, è una crisi al buio

Intervista Il Mattino, di Maria Paola Milanesio

Franco Frattini ha lasciato il Pdl e il Parlamento. Visto da lontano, dove sta andando il suo ex partito? 
«Temo che una pulsione estremista lo stia allontanando dallo spirito della Forza Italia del `94. Allora, attorno a un tavolo a cui c`ero anch`io, sedevano Urbani, Marzano, Martino, Pera. Personalità da cui si aveva tutto da imparare». 

E oggi a quel tavolo c`è Daniela Santanché. 
«Non faccio nomi. Sottolineo soltanto che c`è chi, in Parlamento, ha definito l`Europa un problema e non un`opportunità; e chi, stravolgendo gli ideali della rivoluzione liberale, ha preso posizioni pubbliche che mi hanno costretto a lasciare il Parlamento. Oggi di quell`anima liberale e moderata non c`è più traccia». 

Qual è stato il punto di rottura? 
«Da tempo ne vedevo i sintomi. La causa che ha scatenato il mio dissenso è stato il ritiro della fiducia al governo Monti. Ho apprezzato gli sforzi di Alfano, Lupi e Quagliariello che hanno incoraggiato Berlusconi a dar vita all`esecutivo Letta, ma ad un certo punto ho visto una palla di neve diventare valanga. Ho sentito dichiarazioni che incitavano a sfasciare tutto e da qui derivarne conclusioni assunte, tra l`altro, senza un dibattito trasparente». 

È la prima volta che accade? La lista dei ministri non veniva decisa a tavolino? 
«Una cosa è scegliere chi può far parte della compagine di governo ed è un diritto che riconosco al capo di un partito. Altra cosa è quel che è successo ad Arcore, quando si è deciso di voltare le spalle al Paese».

C`era anche Berlusconi ad Arcore. E ostaggio delle forze estremiste del partito? 
«Ha avuto la meglio chi da tempo soffiava sul fuoco. Difficile dire che cosa sia accaduto ma, da quel che si legge, non c`erano nemmeno i ministri interessati. Attorno a Berlusconi non c`erano persone capaci di prospettargli il bene del Paese e la stabilità politica. E la stabilità imprenditoriale, perché se la Borsa crolla e lo spread sale anche le aziende della famiglia Berlusconi subiranno un contraccolpo. Se Fedele Confalonieri ed Ennio Doris, da manager, erano contrari alla crisi, ci sarà un motivo?». 

Berlusconi spiega la sua scelta come una risposta al fatto che “lo vogliono far fuori”. 
«Una cosa è dire che ha subìto attacchi senza precedenti, altra cosa è provocare lo sfascio del Paese. Abbiamo tutti grande rispetto per il suo dramma umano e abbiamo apprezzato il suo senso di responsabilità, quando – ancora fino a pochi giorni fa – diceva di sentirsi perseguitato ma di non voler provocare una crisi di governo. Ora c`è stata un`inversione a 360 gradi». 

Qual è l`approdo dei moderati del Pdl? 
«Noi non abbiamo un popolarismo italiano ed europeo, ma solo partiti che fanno parte della grande famiglia del Ppe. Da noi manca una Cdu come c`è in Germania, una Ump come c`è in Francia, una Ovp come c`è in Austria, modelli dei grandi partiti liberali, cattolici e riformisti che si ispirano alla grande famiglia del Ppe. Se non cambiano i presupposti su cui sembra nascere la nuova Forza Italia, credo che il giudizio dei popolari europei sarà molto severo. Come Urbani, penso che la Forza Italia del 2013 sia fuori dalla tradizione liberale e moderata del `94». 

Ha già avuto segnali di questa preoccupazione europea? 
«Ovunque io vada – sono stato a Berlino, nelle prossime ora a Bruxelles incontrerò Barroso e Van Rompuy – mi viene chiesto che cosa accade in Italia. Amo il mio Paese e cerco di far vedere sempre il bicchiere mezzo pieno: siamo usciti dalla procedure europea per il deficit eccessivo, abbiamo fatto le riforme, i mercati stessi ci danno fiducia perché la maggioranza di governo regge. Non credo che adesso basteranno ancora queste risposte»

Alfano sarà “diversamente berlusconiano”. Che cosa vuol dire? 
«Ricordo il Berlusconi di 20 anni fa: aveva sempre il sorriso sulle labbra, guardava al futuro in modo positivo. Oggi abbiamo di lui un`immagine aggressiva, che è certamente conseguenza dei drammi umani vissuti. Ma il sogno positivo è sparito. Alfano non c`era nel `94, ma forse è a quello spirito che pensa sostenendo di voler essere “diversamente berlusconiano”. In altre parole, molti di noi – ma non tutti – potrebbero dire di non essersi mai allontanati da quei valori». 

Se ne è allontanato Berlusconi? 
«Sta vivendo un dramma umano. Non credo sia l`ispiratore di questa svolta ma piuttosto che sia entrato in una spirale che lo allontana dalla visione moderata e liberale di cui è stato artefice».

Che cosa si aspetta dai moderati del Pdl? 
«Che si mettano una mano sulla coscienza. Una crisi di governo porterebbe all`apertura della campagna elettorale a febbraio-marzo, vale a dire alla vigilia del semestre italiano di Presidenza europea, ammesso che il capo dello Stato sciolga le Camere. Sarebbe indegno, però, tornare a votare con questa legge elettorale. Mi fa rabbrividire il solo pensiero di vedere che quelle stesse persone che ora compilano le liste di proscrizione e decidono le epurazioni, siedano poi attorno a un tavolo per scegliere i futuri parlamentari. Meno male che c`è Napolitano, che saprà gestire anche questa difficilissima fase». 

Esclude che Berlusconi scacci i cattivi consiglieri? 
«Penso che abbia ancora la possibilità di dimostrare che 20 anni di leadership politica non si disperdono mandando il Paese verso una crisi al buio».


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