Il quotidiano Avvenire rilancia la proposta fatta da Franco Frattini propriosulle pagine del quotidiano dei cattolici: approvare subito un emendamento al ddl anticorruzione che preveda la più grande stretta che ci sia mai stata contro i politici corrotti, ossia la confisca immediata e diretta di tutti i beni, mobili e immobili, soldi, palazzine e altre utilità acquisite con i fondi pubblici.
Sempre sulle pagine di Avvenire arrivano i primi consensi bibartisan alla proposta. A Roberto Rao dell’Udc non piace ‘quando ci si mette a legiferare sull’onda delle emozioni. Però così come è formulata la proposta, per la persona che l’ha presentata (l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, ndr) e l’obiettivo che c’è dietro, mi viene da dire: perché non ci abbiamo pensato prima? Sarebbe un segnale chiaro che la politica dà non tanto ai cittadini, ma a se stessa. Certi comportamenti sono da ladri, non da cattivi politici. E come tali ci vogliono dei provvedimenti che si applicano ai criminali, come la confisca’.
Maurizio Paniz del Pdl afferma: ‘Io ci metto la firma i soldi bisogna sudarseli. Basta ai politici di professione, non ci sto ad essere paragonato a Fiorito. Lancio un appello ai miei colleghi al Senato: in un giorno si può cambiare il mondo, figuriamoci se non si possa scrivere un emendamento al ddl anti-corruzione.
Andrea Orlando del Pd si dice d’accordo sul principio, e fa un’altra proposta: ‘noi siamo d’accordo, chi ha sottratto soldi pubblici deve restituire il maltolto. C’è la massima disponibilità per un’altra soluzione: Frattini presenti una proposta di legge, mi impegnerò perché la commissione Giustizia della Camera la approvi in sede legislativa, senza passare dall’Aula‘.
RILANCIO DI AVVENIRE ED INTERVISTE DEI TRE ESPONENTI
Patto nella maggioranza, via i beni ai corrottiAl Senato si studia un emendamento al ddl anticorruzioneE c’è una legge del 2007 che può essere applicata subitoLe parole dei partiti alla prova dei fatti: domani a Palazzo Madama scadono i termini per modificare il testo anticorruzione, c’è la possibilità di inserire una stretta contro chi si arricchisce con i soldi pubblici.
Già domani, quando al Senato scadrà il termine per presentare gli emendamenti al ddl anticorruzione, si capirà se i partiti fanno sul serio. Tra le correzioni potrebbe esserci la modifica proposta da Franco Frattini, ovvero la possibilità di confiscare soldi e beni a quei politici che si sono arricchiti alle spalle dei cittadini.
«Come se fossero dei mafiosi», è la provocazione dell’ex ministro. Provocazione intorno alla quale cresce un consenso bipartisan, che attende però di essere tradotto in pratica. Solo il Pd ha qualche riserva, non tanto per lo strumento quanto per il timore che il Pdl inserisca nella partita altre correzioni meno condivise.
Intanto un pm esperto in materia come Francesco Menditto svela che una legge del genere già esiste dal 2007: può essere ripresa e perfezionata, specie allungando i tempi della prescrizione e applicando ai beni la stessa disciplina del codice antimafia. Perché oggi, quando scatta la fine automatica del procedimento, il patrimonio confiscato viene riconsegnato al proprietario”. E la società civile? Aspetta con impazienza.
«Riusiamo quei beni per anziani, malati e disabili», grida Cittadinanzattiva, promotrice della campagna Ridateceli!”. Reazioni positive alla proposta dell’ex ministro Franco Frattini: «Trattiamo i politici rubagalline come i mafiosi, togliamogli soldi e case»
Sono ben tre le norme che permettono il sequestro dei beni ai corrotti. La prima risale al 2000 e prevede che se una persona Intasa, ad esempio, un milione dl euro frutto della corruzione, o di altro reato relativo alla pubblica amministrazione, e i soldi vengono trovati, questi si possono confiscare sottraendoli alla disponibilità del colpevole. Se non si trovano si può confiscare una parte equivalente, ad esempio una casa del valore di un milione. Ma non si applica a tutti i reati relativi alla pubblica amministrazione, come il reato di abuso di atti d’ufficio. Poi c’è la norma del 2006, contenuta nella Finanziarla 2007, che come per i mafiosi prevede che a una persona che è stata condannata per un reato in materia di pubblica amministrazione, al di là di quello che ha intascato, possa essere confiscato tutto ciò che è sproporzionato rispetto al suo reddito. La norma è stata poi recepita nel Codice antimafia del 2011 che, però, ha eliminato la destinazione obbligatoria del beni a interventi di edilizia scolastica e per l’informatizzazione del processo. Infine nel 2008, le misure di prevenzione per la confisca sono state estese dai mafiosi a chiunque sia pericoloso e vive col provento del delitti. È i1 caso dei rapinatori, estorsorl, ricettatori, ecc. Ma devono essere reati ripetuti nel tempo, non occasionali. Nella procura di Lanciano, per la prima volta, l’hanno applicata anche agli evasori fiscali.
Rao (Udc) «Sono criminali non politici ora guai ad affossare il ddl»«Possibile integrare il testo anticornrzione ma la priorità è approvarlo»
La situazione è così grave che Roberto Rao, uomo-giustizia dell’Udc, fa uno strappo alla sua regola ‘A me non piace quando ci si mette a legiferare sull’onda delle emozioni. Però così come è formulata la proposta, per la persona che l’ha presentata (l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, ndr) e l’obiettivo che c’è dietro, mi viene da dire: perché non ci abbiamo pensato prima? Sarebbe un segnale chiaro che la politica dà non tanto ai cittadini, ma a se stessa. Certi comportamenti sono da ladri, non da cattivi politici. E come tali ci vogliono dei provvedimenti che si applicano ai criminali, come la confisca».
Si può fare già nel ddl anticorruzione? Certo, però ci terrei a mettere in ordine le cose. La priorità assoluta è approvare il ddl. La corruzione, nel suo insieme, è un affare da 60 miliardi di euro, solo l’Italia rappresenta la metà del fenomeno a livello europeo. Eppure assistiamo ad un paradosso: il testo ha mille padri, ma nessuno di loro vuole assistere al parto. Ad Alfano e Bersani lo dico chiaro e tondo: il primo segnaleper rimetterci in riga è dare il via libera al provvedimento.
E possibile apportarvi ancora modifiche dopo il difficile equilibrio raggiunto alla Camera? Senza stravolgerlo, il Senato pub intervenire sul reato al momento più aleatorio e fragile, quello che punisce il traffico d’influenze, e apportare piccoli accorgimenti. Ma il Pdl non deve porre veti. Noi siamo per affrontare mano a mano tutti i temi dell’agenda-giustizia, intercettazioni comprese, ma senza subire ncatti. L’impressione è che di fronte alla corruzione imperante i partiti siano come paralizzati… Occorre darsi una scossa. Ad aspettare un segnale sono le pubbliche amministrazioni, le imprese, i cittadini stanchi di vedersi scavalcare da chi sa “oleare” i meccanismi. Dato il momento storico, affossare il ddl mi sembrerebbe un suicidio.
Paniz (Pdl) «Io ci metto la firma i soldi bisogna sudarseli»«Basta ai politici di professione, non ci sto ad essere paragonato a Fiorito»
Chi ha passato le domeniche e le festività in ufficio a lavorare non può accettare che un compagno di partito si arricchisca illecitamente facendo il politico di professione, disponendo allegramente di somme ingiustificabili. Qualsiasi proposta venga per smetterla con questo scempio, ha già la mia firma sotto…». Maurizio Paniz, avvocato di fama (e facoltoso) e deputato Pdl non ha bisogno di lasciarsi convincere: «Confiscare i beni di chi lucra sui soldi pubblici? È sacrosanto. Lancio un appello ai miei colleghi al Senato: in un giorno si può cambiare il mondo, figuriamoci se non si possa scrivere un emendamento al ddl anti-corruzione».
È una possibilità reale? Lo è, perché il Pdl ha già chiarito che quel testo va corretto su tre direttrici: chiarire il reato di traffico d’influenze, perseguire con querela la corruzione tra privati, tornare alla prescrizione originaria in caso di concussione per induzione. Una volta riaperto il provvedimento, la norma sui politici corrotti può essere inserita senza problemi. Certo però che il risanamento della politica non può avvenire per via legislativa… Da un lato i magistrati hanno già tra le mani una norma del 2007, e dovrebbero spiegare perché non la usano. Poi, certo, c’è il grande problema della selezione della classe dirigente. Ogni Fiorito discredita la maggior parte dei suoi colleghi, che sono gente onesta. Politici così, indegni di rappresentare i cittadini, non sono la norma ma l’eccezione, ma ormai ci hanno rovinato l’immagine.
Orlando (Pd) Se C’è una proposta ad hoc l’approviamo in commissione«Pericoloso riaprire il ddl, ma pronti a votare un testo in tempi record»
Il timore è che l’emendamento contro i «politici rubagalline» sia poi la testa di ponte per inserire i cambiamenti al ddl anticorruzione voluti dal Pdl. Perciò il responsabile Giustizia del Pd, Andrea Orlando, ha un’altra proposta: «Noi siamo d’accordo, chi ha sottratto soldi pubblici deve restituire il maltolto. C’è la massima disponibilità per un’altra soluzione: Frattini presenti una proposta di legge, mi impegnerò perché la commissione Giustizia della Camera la approvi in sede legislativa, senza passare dall’Aula».
Non sarebbe meglio sfruttare l’occasione del ddl ora al Senato? Lo trovo pericoloso. Sono certo che riaprendo il tavolo gli emendamenti non riguarderebbero solo la confisca ai beni dei politici corrotti, ma andrebbero a interferire con un equilibrio già difficile raggiunto alla Camera. Il ddl va chiuso così com’è, noi abbiamo dato un segno di buona volontà ritirando le proposte di modifiche, a partire dalla reintroduzione del falso in bilancio e dall’aumento dei tempi di prescrizione.
Crede che il provvedimento anticorruzione vedrà la luce? Noi siamo convinti che se non si approva la legge si darà un altro colpo letale alle istituzioni. Se a Palazzo Madama ci fosse un’aggressione al testo uscito dalla Camera i cittadini non capirebbero. Parlava di falso in bilancio, la vostra è una rinuncia definitiva? Assolutamento no. Reintrodurre quel reato è la via maestra per combattere le provviste di fondi neri e l’occultamento di patrimoni. Torneremo a dare battaglia. Se ora abbiamo fatto un passo indietro è solo per senso di responsabilità.