“Lo sport non e’ solo un pezzo di tempo libero ma parte della cultura di un Paese. La politica deve rispettare l’autonomia dello sport ma questa autonomia deve essere responsabile come trasparenza ed investimento”. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio apre cosi’ il convegno ‘La specificita’ dello sport e la formazione dei giovani atleti nel diritto dell’Unione Europea’ organizzato con il Coni nell’ambito del semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. Una prova di dialogo tra la politica e lo sport che rivendica delle tutele nell’Europa della libera circolazione delle merci e degli uomini. “Il percorso di presidenza si conclude in maniera degna con il tema dei vivai e del presente e del futuro delle nostre federazioni- aggiunge Delrio -. Abbiamo bisogno di considerare la specificita’ dello sport. Non deve essere mera contabilita’ di persone che possono entrare od uscire. Serve una visione complessiva”. Che e’ quella che chiedono tutti gli intervenuti oggi al Salone d’Onore. Il presidente del Coni, Giovanni Malago’, ricorda come “sempre di piu’ la funzione sociale dello sport rappresenta un must all’interno della vita della societa’”. “Bisogna occuparsi dei giovani che devono esser sempre piu’ protagonisti. Noi in Italia siamo indietro – dice – e paghiamo problemi anche di natura infrastrutturale ma stiamo dando il nostro contributo”.
Il n.1 dello sport italiano entra poi nello specifico del dibattito, citando i casi delle federazioni a rischio infrazione per i paletti messi ai comunitari: “Ci sono discipline come pallacanestro, pallanuoto, hockey, pallavolo, che sono sotto attacco. Il calcio ha giocato d’anticipo, definendo il perimetro in cui mettere le regole di ingaggio, ma altri sport rischiano di rimanere penalizzati, cio’ puo’ inficiare la competitivita’ delle Nazionali. Bisogna trovare un ordinamento che tuteli questo ambito”. “Lo sport ha una sua specificita’ – dice il n.1 della Figc, Carlo Tavecchio -. I trattati di Nizza potevano essere il fondamento di una politica che riguardasse i vivai, ma e’ rimasto tutto sulla carta”.
Il dg, Michele Uva, lancia invece una proposta: “Abbiamo fatto il primo passaggio con il sistema del ‘4+4′ all’interno delle rose da 25 giocatori. Ma il limite, gia’ discusso dalla Uefa, andrebbe ampliato per arrivare in futuro al 50% di giocatori provenienti dai settori giovanili. Non 8 su 25 ma 12 – spiega -. E’ chiaro che e’ un obiettivo che deve essere di natura anche politica perche’ le norme comunitarie ora lo vietano. Serve anche un’armonizzazione fiscale a livello europeo”. “Oggi puo’ riprendere il dialogo sulla specificita’ e l’autonomia dello sport con la Commissione Europea”, dice il membro Cio, Mario Pescante.
Walter Veltroni, presidente onorario della Lega Basket, chiede “norme solo temporanee” per affrontare l'”emergenza” perche’ “il livello si sta abbassando”. Franco Frattini, presidente del Collegio di Garanzia del Coni, ricorda invece che “l’integrazione politica europea sara’ forte tanto piu’ l’Europa declinera’ la sussidiarieta’ per ordinamenti“.
E Jens Nymand-Christensen, vice direttore generale, Istruzione, Cultura, Gioventu’ e Sport, della Commissione Europea apre: “Allo sport puo’ essere riconosciuto un trattamento speciale senza violare le regole europee. Non ci puo’ essere discriminazione a livello di libera circolazione dei lavoratori nell’Ue ma per lo sport si puo’ concedere un’interpretazione flessibile”.