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Governo

Dal Cavaliere soltanto uno sfogo l’appoggio al governo non si discute

Intervista di Franco Frattini a Il Mattino
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Nessuna intenzione di staccare la spina a Monti, piuttosto il Cavaliere ha voluto rilanciare il proprio impegno a beneficio dell’opera di modernizzazione del cambiamento del Paese. Così l’ex ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un’intervista al Mattino: «Si vanifìcherebbe agli occhi del Paese e della comunità internazionale il gesto di responsabilità che Berlusconi ha fatto lasciando Palazzo Chigi e di cui ha rivendicato il significato». 

Le critiche alla Cancelliera non mettono in discussione il piano di costruire il Ppe italiano La coalizione – Angelino è l’uomo giusto per dialogare con Casini e Montezemolo: chi perderà lotterà con noi, no a scissioni 

di Corardo Castiglione

Onorevole, quale impressione le ha suscitato il Cavaliere in tv? «Come sempre il bodylanguage di Berlusconi rivela il suo stato d’animo: in tv ho visto una persona che avverte d’essere colpita da una profonda ingiustizia. Ma sono certo che anche stavolta: nei tre gradi di giudizio, il presidente troverà giustizia. Per il resto non mi sembra affatto di avere ascoltato considerazioni inedite». 

Rilievi sulle vicissitudini personali accanto a quelli riguardanti le vicende del Paese: il Pdl non ha già pagato fin troppo il peccato originale del proprio leader? «Non direi, come potrebbe capitare a qualcun altro il presidente è partito dal nodo-giustizia per riflettere in maniera più approfondita sulla necessità delle riforme costituzionali». 

Qualcosa di nuovo c’è, nel partito ci sarà una riflessione sulla sfiducia al governo. Che ne pensa? 
«Ora il presidente è coinvolto da sentimenti forti molto negativi, ma sono sicuro che non potrà ignorare i due eventuali effetti devastanti di una decisione di questo genere». 

Quali? 
«Innanzitutto si vanificherebbe agli occhi del Paese e della comunità internazionale il gesto di responsabilità che Berlusconi ha fatto lasciando Palazzo Chigi e di cui ha rivendicato il significato. E poi Berlusconi sa bene che non è questo il bene dell’Italia». 

Restano le accuse al governo-Monti. 
«Sul pericolo della recessione i rilievi sono già stati fatti in passato, d’altronde è naturale che sia così: i provvedimenti per lo sviluppo conoscono tempi lunghi per l’attuazione, mentre l’austerity fa sentire subito il suo peso. Ripeto: lo scenario è quello già noto». 

I toni del leader non stridono con il ragionamento e con lo stile che dovrebbe avere una “casa dei moderati”? 
«Berlusconi ha sempre dimostrato rispetto nei confronti delle istituzioni e degli strumenti messi a disposizione dalla Costituzione». 

Il Cavaliere critica il sistema dei pesi e dei contrappesi dei poteri, muove osservazioni al comportamento della Corte costituzionale… 
«Sì, ma alla fine ha sempre prevalso la ragionevolezza delle istituzioni. E anche quando spesso Berlusconi ha ripetuto di volere cambiare la Carta, non ha mai pensato di andare a modificarla a colpi di decreti. L’obiettivo resta quello di favorire la “casa dei moderati”: in questo senso proseguono i nostri sforzi di dialogo con Montezemolo, con Casini e con quanti si riconoscono nel popolarismo europeo». 

Gli attacchi di Berlusconi all’Europa e alla Germania non sembrano preludere alla trasformazione del Pdl nel Ppe italiano. Non trova? 
«Un conto sono le pur aspre critiche e un altro è l’obiettivo che ci si pone: l’Europa deve diventare un’unione politica, al di là di quella monetaria e bancaria». 

Primarie: Alfano è l’uomo giusto? 
«Finora la sua riflessione ha rappresentato la sintesi giusta, nel dialogo con gli altri moderati come nei rilievi mossi al governo: Bersani ha dimostrato molta più durezza nei confronti dell’agenda Monti. Per il resto vedo espressioni che sono destinate a restare minoritarie». 

Avverte rischi di scissione? 
«No, le regole della democrazia sono queste: si vota poi si porta avanti uniti la battaglia». 

Legge elettorale: lei ci crede ancora? 
«Senza dubbio, il capo dello Stato si è speso personalmente e i partiti proprio non potrebbero disattendere le continue sollecitazioni. Tornare alle urne con il Porcellum sarebbe un autentico suicidio e finirebbe per consegnare qualche milioncino di voti a gente come Grillo». 

Maroni ha apprezzato la rinuncia di Berlusconi: l’asse può rinascere? 
«Sì, se la Lega assume le caratteristiche del partito regionale bavarese che nel governo tedesco collabora pienamente con il Cdu. Il discorso è diverso se invece prevarranno le velleità secessioniste».


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