XIX INCONTRO DI ALTO LIVELLO LIBERTÀ DALLA VIOLENZA: PACE, SICUREZZA E PREVENZIONE DEI CONFLITTI NELL’AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE. ROMA, ITALIA 27-28 NOVEMBRE 2019. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale una delegazione di partecipanti al XIX incontro di Alto livello sul tema “Libertà dalla violenza: pace, sicurezza e prevenzione dei conflitti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”, organizzato dalla Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI) e dal Centro Internazionale Nizami Ganjavi (NGIC).
Dopo gli interventi del Presidente della SIOI, Franco Frattini, e dei Co-Presidenti del NGIC, Vaira Vīķe-Freiberga e Ismail Serageldin, il Presidente Mattarella ha rivolto un saluto ai presenti.
Di seguito il discorso integrale pronunciato dal Presidente Frattini in occasione dell’Udienza al Quirinale:
Quando – sessantadue anni fa – i Padri fondatori dell’Europa decisero di dare vita al sogno europeo e al progetto di integrazione, essi indicarono la pace e la prosperità come gli obiettivi da garantire ai cittadini europei dopo le tragedie della seconda guerra mondiale. Quell’obiettivo per noi cittadini d’Europa si è realizzato perché l’Europa è stata l’unica regione del mondo che in questi sessantadue anni non è stata mai attraversata da crisi e conflitti violenti come purtroppo – anche vicino ai nostri confini – abbiamo potuto vedere altrove. Ma quel messaggio di pace e di prosperità purtroppo non è stato e non è raccolto, ancora oggi, in molte parti del mondo.
Assistiamo a crisi gravi, a dispute territoriali, ma anche a gravissimi fenomeni di diffusione del terrorismo internazionale che predica l’uccisione dell’uomo da parte di altri uomini e, ancora, alla proliferazione degli armamenti, anche di quelli nucleari; la pace e la sicurezza sono minacciate, quasi come una bomba a orologeria per quella minaccia che il Santo Padre, Papa Francesco, ha un giorno definito una Terza Guerra Mondiale disseminata a macchia di leopardo. È evidente che dove ci sono le armi non ci sono i commerci, non c’è la prosperità, non c’è la crescita delle società e tantomeno il superamento della povertà e la disperazione; e dunque l’insicurezza e il pericolo dei conflitti costituisce il principale ostacolo alla crescita e prosperità delle società in ogni parte del mondo.
L’enorme commercio internazionale delle armi non porta né benefici né ricchezza né progresso, salvo l’arricchimento dei mercanti di armi, che spesso sono Stati sovrani. La proliferazione nucleare e la pericolosa ripresa degli esperimenti per avvicinarsi alla realizzazione di nuove bombe atomiche costituisce un ennesimo fattore che impoverisce i popoli e arricchisce Stati bellicosi. Molti tradizionali ruoli di leadership nel mondo stanno cambiando.
Una politica americana ripiegata in sé stessa, una politica cinese di forte espansione e di grande proliferazione anche nel settore degli armamenti, un’azione della Russia verso aree del mondo dove il terreno abbandonato da altri viene occupato da Mosca ed un ruolo – purtroppo – debole e assente in molti scenari di crisi dell’Unione Europea.
L’appello che i leaders, che i responsabili delle azioni degli Stati e dei governi dovrebbero moltiplicare a voce sempre più alta è “Fermatevi!” Fermate l’escalation militare, fermate il ricorso alla violenza che sostituisce il dialogo e la crescita. Fermate l’intolleranza e ponete la persona umana al centro di tutto. Cerchiamo un nuovo umanesimo che dia risposte alla sicurezza di ogni essere umano, non a scapito della sicurezza degli altri ma nel perseguire un bene comune a tutti.
L’incontro tra laici e religiosi, tra governi e organizzazioni internazionali, tra Stati e società civile, anzitutto con il protagonismo dei giovani, sia il modo per risvegliare una Comunità internazionale dove la mancanza di leadership è spesso collegata alla carenza di risposte concrete e quindi alla crescita di sentimenti di disperazione, di intolleranza, di frustrazione che colpiscono nel mondo, milioni e milioni di persone.
Ho sempre in mente, da italiano, l’appello del Presidente De Gasperi, padre fondatore dell’Europa: “Un politico guarda soltanto alle prossime elezioni, un uomo di Stato guarda alle prossime generazioni”. Generazioni che non ci perdoneranno, se non si agisce ora!