Alpinismo

Dopo 60 anni la vetta del K2 resta italiana e pakistana

Lunedì 28 – luglio collegamento video con il campo base
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Lunedi 28 giugno alle 18 i soci del Reale Circolo canottieri Tevere Remo festeggeranno insieme all’ambasciatore del Pakistan e ai rappresentanti di Cnr Cai e Societa’ Geografica il “Diamond Jubilee” del K2 ossia i 60 anni della conquista italiana della seconda piu’ alta vetta del mondo. 

Il RCCTR gia’ nel 2010 tenne a battesimo una delle prime iniziative del Club Alpino Pakistano per la creazione di Rescue Team. Da allora una targa con i colori sociali e’ affissa a 6000 mt al passo Gondagoro La davanti alla piramide del K2. Il comitato EVK2Cnr che ha organizzato la spedizione quest’anno prevede che a salire in cima siano alpinisti pakistani in un gesto simbolico di restituzione della grande montagna a quel Paese che 60 anni fa concesse all’Italia (invece che agli Stati Uniti) i diritti di salita.
 In occasione dell’incontro e’ previsto un collegamento video con il campo base del K2 per interviste agli alpinisti italiani e pakistani guidati dal presidente del Comitato EVK2 Cnr Agostino Da Polenza.

Nell’estate del 1954 il presidente del Consiglio Alcide De Gasperi aveva trasformato la missione K2 di Ardito Desio in un’operazione dal forte significato politico. L’Italia uscita piegata dalla guerra aveva bisogno di una grande impresa di successo per riaffacciarsi con orgoglio e dignità sul palcoscenico internazionale. Gli americani che avevano compreso il significato di quello sforzo italiano cedettero il passo all’Italia nella richiesta al governo pakistano dei diritti di salita. Da allora Roma e Islamabad hanno sempre collaborato nel settore alpinistico, così come in quello ambientale e sociale, per la tutela del Karakorum e del ghiacciaio del Baltoro.

Una collaborazione che ha vissuto la notte scorsa il momento più emozionante, quando gli alpinisti italiani aiutati da un gruppo di sherpa nepalesi hanno spianato la strada della vetta del K2 a un gruppo motivatissimo di alpinisti pakistani. Dopo 60 anni la «montagna italiana» del Duca degli Abruzzi e di Desio torna ai suoi padroni, al Pakistan. Il modo migliore per festeggiare l’impresa che portò il 30 luglio del ’54 Lino Lacedelli e Achille Compagnoni in vetta alla seconda vetta più alta del mondo e che neppure la controversia con Walter Bonatti è riuscita a ridimensionare.

Così la notte scorsa Hassan Jan, Ali Durani, Rahmat Ullah Baig e Ghulam Mehdi, Ali e Muhammad Sadiq sono arrivati in vetta al K2 senza uso di ossigeno. Sono i sei pakistani membri della spedizione K2 60 years later organizzata dal comitato EVK2 Cnr. Con la bandiera verde con mezzaluna bianca piantata in vetta gli alpinisti hanno gridato: «pakistani zindabad! K2 expeditation zindabad! Evk2cnr zindabad!».

Si tratta della prima spedizione ufficiale pakistana realizzata con il supporto dell’Italia e di EvK2CnR. Del team fanno parte Michele Cucchi, Simone Origone e Agostino Da Polenza che segue dal campo base. Ad aprire la via lungo il collo di bottiglia e il traverso si sono alternati gli sherpa con l’ossigeno e quattro pakistani: Hassan Jan, Ali Durani, Rahmat Ullah Baig e Ghulam Mehdi raggiunti in salita da Ali e Muhammad Sadiq. Simone Origone ha raggiunto quota 8200 circa e ha fatto rientro a campo 4 con Muhammad Hassan.«Avevano tanta di quella voglia di salire – ha commentato Agostino D Polenza, presidente dell’Associazione italiana EvK2Cnr, che sta dirigendo la spedizione dal campo base del K2 – di dimostrare il loro valore sulla loro montagna, che l’arrivo in vetta si ètrasformato in una fuga ciclistica. Davanti sherpa e pakistani. I primi con ossigeno gli altri senza. Si alternano in testa a battere la neve, a tratti fonda, dopo il traverso a 8200 metri che insieme hanno attrezzato con una corda fissa per mettere in sicurezza la discesa».

Unica nota un po’ triste. I 60 anni ossia il «Diamond Jubilee» della conquista italiana del K2 sono passati quasi in silenzio in Italia, nessuna occasione pubblica e istituzionale, comunque nulla di comparabile con i festeggiamenti dell’anno scorso nel Regno Unito per il «Diamond Jubilee» dell’Everest.


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