Reuters Debates

Dopo Berlusconi un Pdl europeo senza populismi

Franco Frattini invitato ai “Reuters Debates”
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Pdl adotti il manifesto del Ppe, metta al muro euroscettici
Alfano vincerà le primarie e guiderà partito insieme con una squadra
Il prossimo governo non potrà che rispettare l’agenda Monti
Dopo voto possibile coalizione depurata da estremismi

Il Popolo della libertà del post Berlusconi dovrà guardare all’Europa, proseguire nella politica di Mario Monti mettendo al muro estremismi e populismi e rimanere unito sotto la guida di una squadra coordinata da Angelino Alfano.

E’ il progetto per il quale lavora l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini dopo il passo indietro annunciato ufficialmente il mese scorso dall’ex presidente del Consiglio e mentre non pare fermarsi l’emorragia di voti in fuga dal Pdl.

Dopo aver perso la roccaforte siciliana con un umiliante 12,5% contro il 33,5% ottenuto nel 2008, Silvio Berlusconi ha confermato, non senza imbarazzanti tentativi di retromarcia, il ritiro dalla competizione per palazzo Chigi e ha indetto le primarie che dovranno scegliere il suo successore.

Certo la figura del fondatore del partito e proprietario di Mediaset incombe e continuerà a incombere sul futuro del centrodestra, ma “è stato Berlusconi a darsi questo obiettivo politico di unire i moderatiSe ci riusciremo noi, sarà di sicuro contento”, dice Frattini.

Il ‘noi’ è appunto la squadra che, dopo le primarie che impegneranno il partito dal 16 dicembre al 20 gennaio, dovrebbe prendere in mano la leadership di quello che gli avversari hanno sempre definito un partito-azienda.

In quel ‘noi’ ci sarebbero senz’altro Alfano, che per l’ex capo della Farnesina “vincerà le primarie”, il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi e lo stesso Frattini (“in molte cose mi sento più tecnico di molti presunti tecnici“) in compagnia di altre personalità “competenti e serie”.

La scommessa è di formare una squadra in grado di tenere unita una forza politica fatta di tante anime – i maligni dicono interessi – che Berlusconi è riuscito a raccogliere sotto lo stesso ombrello fin dal 1994.

Ora che la stella del capo si avvia a spegnersi lo smottamento visto in Sicilia rischia di trasformarsi in valanga alle politiche di primavera.

“Il tempo dei leader unici è superato”, ha assicurato Frattini in un incontro con la Reuters.

“La linea del partito sarà quella che uscirà dalle primarie. Occorre creare una leadership di squadra in cui Alfano si presenta come coordinatore e in cui ciascuno partecipa con la propria competenza, rappresentanza e serietà”, ha aggiunto.

Il Pdl, esperimento non riuscito di fusione tra Alleanza Nazionale e Forza Italia, cambierà “nome e simbolo con le primarie” e si dovrà avvicinare il più possibile al Partito popolare europeo isolando le istanze anti europeiste e populiste che pure convivono all’interno della sua base elettorale.

Io sono sostenitore dell’idea, e l’ho illustrata anche ad Alfano, di avere un Ppe italiano, ispirato all’economia sociale di mercato come la Cdu della Cancelliera Angela Merkel. Dovremmo adottare il manifesto del Ppe, né più, né meno. Andremo alle primarie dicendo che l’agenda Monti deve evolversi senza reticenze antieuropeiste”, ha detto Frattini.

L’ex capo della Farnesina ammette di ricevere un migliaio di e-mail al giorno di sostenitori che chiedono di far cadere il governo Monti, ma si dice persuaso che la maggioranza silenziosa abbia una opinione opposta: “Sono convinto che i nostri elettori siano per la maggior parte a favore dell’agenda Monti. Se abbiamo perso il 20% della base elettorale, rispetto al 37-38% ottenuto alle politiche del 2008, è dovuto al fatto che questi elettori non hanno trovato una classe politica a cui rivolgersi seria, competente e con lo sguardo rivolto all’Europa”.

“Non sono andati né verso Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, né verso l’Udc di Pier Ferdinando Casini”, aggiunge.

L’ex ministro ci tiene a sottolineare di essere un sostenitore dell’agenda Monti ma non di un secondo governo a guida Monti post elettorale, ipotesi che i mercati sembrerebbero apprezzare per la garanzia di continuità che offrirebbe: “Io non sono un teorico del Monti bis ma, se la maggioranza uscita dalle urne non ci consentirà altro, chi meglio dello stesso Monti potrebbe proseguire nel cammino di risanamento e riforme avviato?

E chi sosterrebbe un nuovo esecutivo guidato dall’ex commissario Ue? Frattini ritiene che dipenderà dall’esito delle primarie nel centrodestra e nel centrosinistra.

Mi auguro che emergano due linee che abbiano in comune tre punti: più Europa; sviluppo dell’agenda Monti, mettere con le spalle al muro le forze populiste ed euroscettiche“.

Insomma, la discriminante sarà il rispetto degli impegni europei a cominciare dal pareggio di bilancio dal 2013 perché “meno tasse, più sviluppo e più occupazione sono cose che chiediamo tutti”.

Nel caso dunque tra qualche mese le elezioni politiche confermino la situazione di stallo che emerge dai sondaggi di queste settimane, e la legge elettorale non consenta più alla coalizione che arriva prima di avere un premio di maggioranza senza soglia, la soluzione sarebbe data dalla “grande coalizione”.

Non la strana maggioranza di oggi che incorpora anche le propaggini euroscettiche di destra e di sinistra ma una colazione depurata da estremismi e populismi.

“La distinzione è tra me e Grillo, tra me e il leader del Sel Nichi Vendola, non tra me ed Enrico Letta o tra me e il sindaco di Firenze, candidato come Vendola alle primarie del centrosinistra, Matteo Renzi”.

di Giselda Vagnoni e James Mackenzie


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