Ho doverosamente e preventivamente, nello spirito di lealtà personale che sempre mi ha contraddistinto nei rapporti con il presidente Berlusconi, informato lo stesso presidente che non avrei potuto condividere l’indicazione di non partecipare oggi al voto di fiducia al governo Monti.
Anzitutto perche’ avevo già votato nella precedente lettura la fiducia al governo su questo importante provvedimento che riduce i costi della politica. Un provvedimento che semmai è migliorato e non certo peggiorato nell’ulteriore passaggio parlamentare.
In secondo luogo perche’ le critiche legittime alla politica economica generale del governo Monti hanno sinora condotto e potranno condurre ancora ad integrazioni e correzioni delle linee di politica economica confermando pero’ lealtà ad un’azione di governo che sia pure in circostanze eccezionali sta cercando di condurre in porto riforme di indubbio valore.
In terzo luogo perche’, dinanzi a valutazioni anche non convergenti sull’interesse superiore del Paese, la coscienza dei membri del Parlamento sia chiamata a scelte di responsabilità , così come e’ accaduto a molti colleghi del gruppo che in passato in dissenso dalle indicazioni ricevute ed in dissenso dalla mia opinione e di quella della maggioranza hanno votato negativamente sulla fiducia al governo Monti, con atti politici che comunque sono stati considerati con rispetto.
Continuo a ritenere che il campo dei moderati, sulle linee del popolarismo europeo debba ancora sostenere riforme e progetti di governo che ci permettano di proporre un’offerta politica seria, europeista ed ispirata al bene comune. Così come in molte occasioni il Pdl ha cercato di fare all’interno di una maggioranza davvero “strana”.
Franco Frattini