Intervista per Il Mattino
Valentino Di Giacomo
«Quella in Turchia è stata un’ azione di una gravità straordinaria, ma anche un’ operazione molto superficiale perché i golpisti hanno agito senza tenere nel giusto conto che ci sarebbe stata una reazione adeguata, anche da parte del popolo, ad un tentativo per certi versi anche maldestro». L’ ex ministro degli Esteri, Franco Frattini, è sollevato per il fallito colpo di Stato ma anche preoccupato per i possibili sviluppi.
Era prevedibile che in un Paese aderente alla Nato potesse accadere ciò che è successo? «Non pensavo che partecipassero così tanti militari. Eppure devo dire che nei miei numerosi rapporti sia con Erdogan che con l’ ex premier Davutoglu molte volte avevo sentito parlare da loro di questa presenza inquietante di Gulen che organizza manifestazioni eterodirigendole dagli Usa. Ma mai potevo pensare che si arrivasse a questo punto».
Cosa si attende dall’ evoluzione di questa vicenda? «Erdogan è stato eletto per ben due volte, in un caso persino con oltre il 60% dei consensi. Ora lui farà bene, come già sta facendo, a punire i responsabili rimuovendo i giudici, arrestando i militari, e destituendo gli ufficiali che si sono resi protagonisti di questi atti gravissimi».
Il rischio è che dalla punizione si passi alla repressione.«Credo e spero che Erdogan non ecceda, la repressione non gli conviene. Il popolo lo ha difeso e ha impedito che le cose precipitassero. Da questo shock il presidente ne esce rafforzato sia sul fronte interno che nei confronti della comunità internazionale, ora è il momento di non alimentare ulteriori destabilizzazioni e tanto meno fare ulteriori spargimenti di sangue. Soprattutto mi auguro che non ci sarà il ricorso alla pena di morte».
L’ Europa anche questa volta non è sembrata capace di gestire una situazione così delicata.«L’ Europa ha dimostrato per l’ ennesima volta di essere inesistente. Ma l’ intera comunità internazionale si è mossa con eccessiva prudenza. Gli Usa hanno risposto dopo oltre due ore, la Ue ha commentato una situazione così grave con un semplice tweet della Mogherini. Reazioni superficiali rispetto a fatti così delicati. I Paesi occidentali e soprattutto l’ Europa avrebbero dovuto da subito schierarsi con Erdogan, un presidente democraticamente eletto».
È possibile che il golpe possa essere stato pianificato con la complicità anche di altri Paesi, o comunque che potesse far piacere il rovesciamento di Erdogan?«È un’ipotesi che non voglio prendere in considerazione. La caduta di Erdogan non può rappresentare un fatto positivo e se qualcuno lo ha pensato si è sbagliato di grosso. La Turchia è troppo importante per la stabilizzazione della Siria, per l’ accoglienza dei profughi e per la lotta al Daesh».
La Turchia ha rapporti complessi con Putin per l’ aereo russo abbattuto al confine nel novembre scorso, ma anche con Obama che in Siria appoggia i curdi considerati terroristi da Erdogan.«Sia la Russia che gli Usa devono avere l’ interesse a salvaguardare la stabilità in quell’ area. È vero, i rapporti sono delicati, ma la Turchia in questi anni ha fatto passi in avanti per accreditarsi come un partner strategico per i Paesi occidentali. Penso ad esempio alla distensione dei rapporti con Israele voluta da Erdogan. Sarebbe da folli rovinare tutto».
Si è detto che Erdogan volesse dirigersi in Germania per rifugiarsi e che sia stato respinto.Sono ricostruzioni fondate secondo la sua esperienza?«Conoscendo Erdogan non credo che volesse scappare come esule senza prima accertarsi di poter stroncare il golpe. È una ricostruzione che non mi sento di avvalorare».
Questo episodio allontana la Turchia dall’ adesione alla Ue?«Negli anni scorsi io ho sempre lavorato affinché ciò accadesse, oggi è molto più difficile che questo possa verificarsi».