RASSEGNA STAMPA

Europe should show real solidarity regarding Syrian refugees

Europe should show a real solidarity regarding the issue with Syrian refugees
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Bulgarian News Agency BTA

TESTO IN ITALIANOL’EUROPA DEVE MOSTRARE VERA SOLIDARIETÀ RIGUARDO AL PROBLEMA DEI PROFUGHI SIRIANI 

L’Europa deve mostrare vera solidarietà riguardo al problema delle centinaia di migliaia di profughi siriani, ha dichiarato in un’intervista alla BTA a Sofia Franco Frattini, ex Ministro degli Esteri d’Italia ed ex Vice Presidente della Commissione Europea. 

In un futuro prossimo in Siria dobbiamo prendere in considerazione alcuni elementi – ha rilevato Frattini rispondendo alla domanda quale approccio dovrà adottare l’UE verso gli avvenimenti in Siria per risolvere l’attuale conflitto. “Il primo elemento, di cui ho la sensazione che è spesso dimenticato, è l’immensa tragedia umanitaria delle centinaia di profughi. L’enorme flusso di profughi al Libano e alla Giordania mette a repentaglio la stabilità di due importanti paesi della regione, coloro che si danno alla fuga in cerca di salvezza in Turchia, creano seri problemi nelle zone di confine. Tutto ciò rafforza l’insicurezza nella regione. La tragedia umanitaria va presa in considerazione anche dai paesi comunitari, non solo dal resto della comunità internazionale, e questi paesi devono mostrare vera solidarietà. Mi ricordo che durante il mio mandato a Bruxelles avevo proposto nel periodo 2006-2007 un piano europeo di condivisione dell’onere coi profughi irakeni. A quell’epoca dovevamo affrontare il problema di migliaia di profughi ed eravamo in grado di distribuire circa 25 mila profughi in alcuni paesi europei su base volontaria. Vorrei che l’Europa lanciasse qualche idea simile per mostrare a Turchia, Giordania, e Libano una vera solidarietà e amicizia”, ha evidenziato Frattini. 

Frattini, che in veste di Ministro degli Esteri e responsabile per la politica estera al Partito Popolare Europeo si è incontrato con molti leader dell’opposizione siriana, ha inoltre reso evidente la necessità di incoraggiare tutti i suoi membri a stare uniti. “Questa è la nostra responsabilità, come è stato nel caso dell’opposizione libica. Io ho riconosciuto il Consiglio Nazionale di Transizione della Libia, come hanno fatto dopo l’Italia anche altri paesi europei perché erano uniti. In Siria abbiamo una situazione diversa, non sappiamo chi siano loro (i singoli gruppi d’opposizione), conosciamo alcuni degli elementi e dobbiamo appoggiarli più di prima”, ha rilevato egli. 

L’ex Ministro degli Esteri italiano ha detto inoltre che la presenza delle forze estremiste va sradicata dal territorio della Siria. La presenza di raggruppamenti islamici fondamentalisti offre al regime una giustificazione delle proprie azioni, e ciò non va ammesso, ha evidenziato Frattini, aggiungendo che il regime del presidente Bashar Assad se ne deve andare. “Dobbiamo però stare attenti, perché non vogliamo che questo regime sia sostituito da gruppi di estremisti che potrebbero prendersi il controllo della Siria. L’idea è di appoggiare l’ONU, gli sforzi dell’inviato internazionale Lahdar Brahimi, dargli la possibilità di condurre trattative. Come sapete, certuni divulgano l’idea di ricevere qualcuno che viene a nome del regime ma non è direttamente responsabile degli omicidi. Tale idea va studiata, ma da Brahimi, evitando iniziative e azioni unilaterali. Quello che per me è chiaro, è che un attacco militare alla Siria è impossibile, non ce ne sono ancora le condizioni. Se però scoprissimo armi chimiche, ciò avrebbe cambiato drammaticamente le cose. Non ci sono prove esplicite dove siano tali armi, in quali mani. Ma, certamente, se il sanguinario regime usasse anche la più piccola possibilità di mettere in campo armi chimiche, ciò renderebbe ancor più inderogabile l’azione congiunta della comunità internazionale. Menomale che il caso non è ancora questo” – ha detto Frattini. 

Alla domanda di commentare i problemi legati all’adesione di Bulgaria e Romania allo Schengen, Frattini ha detto che in Europa c’è una malavoglia di decidere l’ampliamento dello spazio Schengen e a suo avviso tale tendenza è dovuta a ragioni politiche, il che è l’effetto controproducente della crisi attuale. “Ciò va contro i principi che noi abbiamo stabilito sin dall’inizio dell’Accordo di Schengen e c.e. se un paese ha adempiuto i criteri tecnici, non potete trasformare una decisione vincolata a criteri tecnici in una decisione politica, perché allora rischiate di cambiare le regole del gioco. Questo, onestamente detto, è un elemento molto negativo, presentato all’opinione pubblica dei rispettivi paesi, Bulgaria compresa. Quando i bulgari capiranno che per motivi politici non ricevono l’accesso allo Schengen dopo aver rispettato i criteri tecnici, ciò minerebbe la fiducia nel processo. Siccome sono stato responsabile per l’allargamento dello Schengen a tutti i nuovi paesi membri nel 2007, conosco molto bene la questione. Come vice presidente della CE ho dovuto ripetere più volte che ci dobbiamo attenere ai criteri tecnici e non lasciarsi influire dalle tendenze politiche. Spero che in ultima analisi le regole prenderanno sopravvento e visto che la Bulgaria ha adempito i criteri tecnici, sia benvenuta nello Schengen”, ha dichiarato il politico italiano. 

Franco Frattini, che nel 2011 ha lanciato l’idea di un piano Marshall per il mondo arabo, come risposta europea ai cambiamenti in molti paesi arabi, ha dichiarato nell’intervista che l’idea è più che attuale. Egli ha rilevato che nel piano vanno inclusi elementi economici e culturali, perché il solo appoggio economico non aiuterà le nuove società a progredire. “Le nuove generazioni che hanno fatto la rivoluzione in molti paesi arabi, sono ora delusi, in alcuni casi umiliati, siccome non vedono una crescita, una prosperità, una diminuzione della disoccupazione. Pertanto, continuo a essere convinto che un piano Marshall sia indispensabile, a condizione però che siano date possibilità anche ai giovani. Io opterei per l’alleviamento delle limitazioni davanti al libero movimento di studenti e scienziati nella regione mediterranea e davanti alla capacità di attirare investimenti. Stiamo facendo la stessa cosa coi Balcani Occidentali, perché non farlo anche con alcuni paesi del Mediterraneo, dove ci sono giovani ben educati che arrivano dalle università, ma ai quali è stato proibito di spostarsi liberamente in Europa, studiare nelle università di Roma o Parigi. Dobbiamo cambiare l’immagine tradizionale che siamo noi i ricchi donatori, che siamo noi a dare i soldi, e quelli lì sono i destinatari poveri del nostro denaro.” 

Stando alle parole di Frattini, sarebbe un errore non investire ora in questi paesi, nonostante la crisi, perché un giorno l’Europa potrebbe pagare un prezzo molto più alto se oggi non mostrerà lungimiranza. Occorre adottare anche una politica nuova nel campo della migrazione. “Se continueremo a chiudere i nostri confini e difendere la nostra “fortezza europea”, pagheremmo un caro prezzo, perché, ci piaccia o no, tanti poveri e disoccupati cercheranno di raggiungere le città europee in ogni modo, rischiando la vita”, ha evidenziato Frattini. 

Commentando la missione militare francese nel Mali e l’insorgere di un nuovo pericolo islamico in Africa, Frattini ha dichiarato che non basta che singoli paesi aiutino Parigi e Bamako a sopraffare gli islamisti su base unilaterale. Bisogna anche che l’UE crei una missione europea di addestramento che possa aiutare le forze di sicurezza maliane. “Sarebbe sbagliato pensare che la pericolosa regione di Sahel non fosse un problema nostro. Dobbiamo guardare non solo alla nostra cerchia più vicina”, ha rilevato egli. 

“E’ ancora presto parlarne”, ha detto Frattini riferendosi alla sua nomina alla carica di segretario generale della NATO che sarà liberata da Anders Fog Rasmussen nella metà del 2014, dopo che sarà terminata la missione delle forze internazionali in Afganistan. “Per me è un onore il fatto di essere io il candidato italiano. La mia candidatura è stata presentata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dal Primo Ministro Mario Monti, con l’appoggio di tutte le forze politiche e io me ne vanto. Io sto ricevendo apprezzamenti e sostegno da molti paesi e ne sono fiero ma in simili delicati negoziati politici non se ne deve parlare in pubblico”, ha rilevato egli. 

Nella sua qualità di ex Ministro degli Esteri d’Italia (2002-2004 e 2008-2011) ed ex Commissario Europeo per la Giustizia, la Libertà e la Sicurezza (2004-2008) Frattini ha espresso la propria opinione che dobbiamo continuare a considerare la NATO e l’alleanza transatlantica come una colonna della sicurezza e rafforzare la collaborazione tra gli USA e la politica europea nel campo della sicurezza e della difesa. “Quello di cui abbiamo bisogno è una maggiore integrazione fra la NATO e la prospettiva di difesa europea, per poter evitare la ripetizione dei compiti, spendere meglio le limitate risorse di cui disponiamo, cercare di affrontare le difficoltà finanziarie, mantenendo allo stesso tempo la nostra capacità di risposta alle nuove sfide”. Tra queste sfide egli ha delineato i cyber attacchi che si rendono sempre più temibili e più spessi, e ha esortato all’aumento degli investimenti nella cyber sicurezza. 


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