Centrodestra

Franco Frattini a Omnibus (La7)

“Casa dei moderati come il Partito Popolare Europeo”
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“L’andamento delle borse è lo sviluppo che dovevamo tutti prevedere di quanto era accaduto e la conseguenza di quanto non si è fatto. Quello che mi preoccupa è la carenza di una forte azione politica, soprattutto europea, che sappia indirizzare la reazione alla crisi. Ieri con Lehman Brothers, oggi con JP Morgan: se quello che avevamo scoperto anni fa è andato avanti vuol dire che non c’è stata la governante della politica. Se è accaduto ancora vuol dire che sono mancati gli strumenti di controllo politico di questo fenomeno”. Con queste parole, pronunciate nel corso del programma “Omnibus”, Franco Frattini ha cercato di delineare la gravità della crisi finanziaria che sta caratterizzando le giornate dei cittadini dell’Unione.

La politica “La politica deve tirarci fuori dalla crisi. E finora bisogna dire che non l’ha fatto. La politica può salvarci se è buona politica, se è credibile e fatta da gente responsabile che vuole affrontare i problemi, e soprattutto se si rinuncia tutti al proprio interesse particolare per l’interesse generale. E’quello che chiediamo alla Germania quando diciamo rigore, ma anche crescita. E’ quello che chiediamo alla Grecia quando diciamo di non sperperare il denaro e di mantenere gli impegni. Detto questo bisogna anche dire che se la politica trova nelle istituzioni europee un vero governo, quel concetto di cessione di sovranità nazionale, allora ci accorgeremmo che molte cose andrebbero a buon fine. Se invece l’Europa viene vista solo come un soggetto che invade ed interferisce senza portare alcun vantaggio, allora non meravigliamoci se la conseguenza sono i partiti antisistema ed euroscettici”. 

Più visione in politica “Se dovessi pensare ad una parola simbolo per rilanciare la politica sceglierei senz’altro visione. Perché non si pensi più alle prossime elezioni, ma alle prossime generazioni e perché si cominci a guardare a quello che pagheranno i nostri nipoti e non a marzo 2013. Sarebbe questo dar prova di un alto senso di professionalità e serietà”. 

Dove hanno sbagliato la politica/i governi negli ultimi anni “Ci sono stati lunghi anni di governi di centrodestra e di centrosinistra in cui su alcune grandi riforme strutturali il clima politico non ha consentito di fare ciò che si sarebbe voluto fare. Il gesto di dimissioni del presidente Berlusconi è stato quello di dare inizio ad una fase in cui una maggioranza del tutto inedita, ma indispensabile in questo momento, potesse portare avanti quelli che sono stati chiamati “i compiti a casa”. Credo che l’armistizio che c’è oggi stia permettendo di accelerare. Una cosa deve essere chiara: noi siamo pronti a fare i compiti a casa perché è per il bene degli italiani, e non perché piace a Bruxelles. Detto questo, al di là dei ragionamenti degli economisti, dovremmo parlare molto di più di visione e scelte politiche. L’uscita della Grecia dall’euro, ad esempio, significherebbe che la nuova dracma si svaluterebbe il mattino dopo del 50-60% , e la gente cadrebbe in una situazione di straordinaria povertà. Mi chiedo, allora, questa è l’Europa della solidarietà che noi abbiamo costruito? Con le banche greche che dovrebbero essere presidiate dalla polizia perché ci sarebbe un assalto. Qui parliamo di milioni di esseri umani. Questa Europa, quindi, la dittatura dello spread la dovrebbe prevenire, e non subire e poi reagire”. 

Grillo, ballottaggi e candidati a Parma “Non credo si debba incoraggiare quella forma di voto che è solamente di protesta e non anche di proposta. Che Grillo sappia parlare alla pancia della gente e toccare molte parti del territorio è vero. Ma quando il messaggio che lui dà è uscire dall’euro e dall’Europa io rabbrividisco. Perché il vantaggio dell’Italia di essere membro dell’Europa e della zona euro è incomparabilmente superiore a quello di essere in situazione periferica o addirittura fuori da sistema europeo. L’uscita dall’Europa è una libertà che ci sentiamo di perdere da un giorno all’altro? Io francamente non me la sento la libertà di perdere la possibilità di andare da Roma a Vilnius senza controlli alle frontiere. Io sono europeista e credo che questo convenga anche all’Italia. Se poi Grillo dice che è sbagliato allora vorrei capire il perché, ma vorrei capirlo in modo serio e non in un comizio. Io farei un faccia a faccia con Grillo, come farei con tutti, perché non ho imbarazzi a parlare con nessuna persona”. 

La casa dei moderati “Il progetto della casa dei moderati non è vecchio se lo interpretiamo in chiave europea. In Europa ci sono delle famiglie politiche: noi siamo nella famiglia popolare. E se questa famiglia ha saputo promuovere in Germania un grande partito che è Cdu, in Spagna il Partido Popular, in Francia l’Ump, allora mi chiedo perché in Italia non si debbano riunire tutti coloro che si ispirano a valori del popolarismo europeo. Questo renderebbe forse un po’ più normale il confronto con una socialdemocrazia italiana che è anch’essa in fase di riflessione ed in fase evidentemente di promuovere nuove iniziative. La casa dei moderati è questo: pensare a come i valori del popolarismo europeo possano portare in Italia a creare un nuovo soggetto politico che vada oltre il Pdl senza staccare dei pezzi, ma aggregandone altri. Dovremmo lavorare per non perdere pezzi: se li perdessimo continueremmo a ragionare in termini di componenti, invece dobbiamo ragionare in termini di valori, ideali e prospettive. Questo è quello che ci ha aggregati con la fusione di Fi e An”.


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