Nazioni CNT

Frattini: all’Onu sventola la bandiera della nuova Libia

Responsabilità speciale dell’Italia verso il futuro e la ricostruzione del Paese
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Nel giorno del ‘debutto’ nella comunità internazionale della nuova Libia che con la presenza del Cnt a Palazzo di Vetro viene ufficialmente riammessa sulla scena mondiale, il Ministro degli esteri Franco Frattini – nel confermare impegni e sostegno – ha ribadito la “responsabilità speciale” che l’Italia ha verso il futuro e la ricostruzione del Paese con “il valore aggiunto” di una lunga tradizione di rapporti.

E mentre sul Palazzo di Vetro viene issata la bandiera del Cnt, in sostituzione di quella della Libia di Gheddafi, il capo della diplomazia italiana tiene a precisare: “Io ci ho creduto fin dal primo momento, era la nostra speranza, era il nostro impegno. La bandiera di Gheddafi non c’é più, perché rappresentava violenza, repressione, mentre oggi c’é una bandiera di libertà e dobbiamo lavorare con la nuova Libia”.
“La nostra tradizionale e profonda conoscenza del territorio e delle diverse componenti della società libica offrono un valore aggiunto per la costruzione e il consolidamento politico, sociale e istituzionale di una nuova Libia democratica che assuma pienamente il suo ruolo nel Mediterraneo e oltre”, ha detto Frattini prendendo la parola durante la riunione “Friends of Libya” dove la Libia post-Gheddafi è stata rappresentata dal Presidente del Cnt Mustafa Abdel Jalil che ha ricordato l’Italia tra i paesi che più si sono impegnati dal primo momento per il successo della rivoluzione libica.
Da parte sua Frattini ha ribadito gli impegni per un sostanziale contributo dell’Italia al processo di ricostruzione della Libia, con progetti pronti a partire anche subito (per la creazione delle istituzioni, la formazione e la sicurezza, il controllo delle frontiere, la ricostruzione del settore sanitario, della giustizia e della pubblica amministrazione) e di sostegno lungo la sua strada verso la democrazia. Una strada che non è tuttavia scontato sia lineare e senza difficoltà, che l’Italia è determinata a sostenere continuando ad aiutare le nuove autorità libiche, ma non senza il monito di impedire “infiltrazioni di estremisti” e questo proprio in nome della rivoluzione: “L’infiltrazione di gruppi estremisti nelle nuove istituzioni mortificherebbe le legittime speranze della rivoluzione libica”, ha detto.


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