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Frattini: «Aumentiamo l’Iva e l’età pensionabile. Basta veti leghisti»

Appello per dire basta
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Intervista a Libero
di Marco Gorra

«Immobilismo», «conservatorismo», «rigidità». Fino all’anatema: «Alla Lega resta poco tempo per dimostrare di non essere diventata un partito no global». Se persino Franco Frattini (oggi sarà al Meeting di Rimini di CI), che di mestiere fa il ministro degli Esteri e le parole le pesa per contratto, usa i termini di cui sopra, allora significa che il barometro segna burrasca.

Ministro, anche oggi avete incassato la quotidiana spettanza di niet padani…
«Cioè di un partito che è sempre stato innovatore e che ora non deve attestarsi sull’immobilismo. È il momento del coraggio, non delle iniziative di breve respiro».

Eppure un’aperturina sulle pensioni la Lega l’ha fatta.
«Infatti sulle pensioni di reversibilità siamo d’accordo. Ma si deve andare oltre. È chiaro che non vogliamo levare le pensioni a nessuno o toccare diritti acquisiti, ma dobbiamo fare un patto per garantire anche ai trentenni di oggi di avere domani una pensione».

E sulle Province?
«Anche qui va fatto un passo decisivo: è chiaro che nessuno, partiti da noi del Pdl, ha interesse a tagliare enti locali dove ha posti e potere. Però arroccarsi sulla loro difesa è sbagliato. Oltre a noi l’hanno già capito anche Pd, Udc e Idv, partiti con cui sul tema contiamo di trovare alleanze».

Il terzo punto dolente è quello dell’Iva. Quanto coraggio serve qui?
«Almeno un punto, ma potrebbero anche essere due. Non di più, ché poi sì che sarebbe recessivo. Ma portarla dal 20% ad un massimo del 22% genererebbe introiti per miliardi di euro che si potrebbero reinvestire su crescita e innovazione».

Il tutto facendo i conti con chi, come il ministro Calderoli, afferma di sentirsi «più bergamasco che lombardo»…
«Questo significa essere rimasti fermi. Il mondo è globalizzato e va per macroaree: se io mi sento prima bergamasco che lombardo, italiano, europeo e occidentale, sono destinato alla Cina. Conciliare il sentimento di appartenenza alle proprie radici con un mondo che funziona in termini di Pil globale si può e si deve, ma occorre sapere che chi ragiona per piccolissime patrie non sopravvive».

Il sindaco di Roma Alemanno sostiene che «ormai la Lega è la Rifondazione comunista del centrodestra». Sottoscrive?
«No, perché la Lega ha ancora la possibilità di non essere un movimento conservatore. Il Carroccio è stato un partito delle riforme, oggi ha ancora la chance di non essere un partito no global».

Quanto tempo c’è per scongiurare la bertinottizzazione definitiva di Bossi?
«Il tempo che manca all’arrivo in Aula della manovra. Allora le carte dovranno essere sul tavolo».

In tutto questo lunedì è in programma il vertice tra Berlusconi e lo stato maggiore del Carroccio. Come ci si arriva?
«Berlusconi ci arriva con uno stato d’animo di apertura a correttivi che introducano più crescita, più equità e più giustizia. Di certo non si fermerà alla manovra nella sua attuale formulazione».

E chi lo spiega a Tremonti?
«Lo farà Berlusconi. Che vuole metterci la faccia, intestarsi la manovra. Senza lasciarla in mani altrui».

Nemmeno in quelle del ministro dell’Economia?
«Tremonti ha la funzione che hanno i ministri, e cioè quella di sostenere il governo ed aiutare il premier».

Lo stesso vale per il Pdl e peri frondisti?
«Quando ho detto che ci voleva il coordinatore unico e mi sono saltati tutti al collo intendevo proprio questo. Con l’arrivo di Alfano al vertice si è innescata una diversità che è il sale del partito. I frondisti come Martino e Crosetto vanno ringraziati».

Anche perché aiutano i settori del governo che vogliono cambiare la manovra a mettere all’angolo la Lega?
«Perché fanno quel gioco di squadra che è il pungolo che serve adesso. Il ruolo dei partiti non è fare la sintesi, ma avanzare proposte rigide per avviare i negoziati».

Che poi è quello che fanno i leghisti.
«Ed è da loro che dovremmo imparare. Si presentano col “mai”, poi passano al “mai, però” e poi arrivano ad un punto di mediazione».

Da una crisi all’altra: la guerra in Libia. Non si può dire che la sua sia stata un’estate rilassante…
«Non mi sono fatto mancare niente. Diciamo che non ricorderò l’estate del 2011 tra i momenti più belli della mia vita».

C’è chi sta peggio, tipo Gheddafi. Che ne sarà del Colonnello?
«Il Cnt deve dimostrare al mondo di essere diverso da Gheddafi e di sapere rispettare lo stato di diritto. Il dittatore va consegnato alla Corte penale internazionale e processato all’Aja».


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