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Frattini: «I problemi politici del Paese non si risolvono con le carte bollate»

Il Colle ha ribadito l`esigenza di stabilità spiazzando così chi spingeva per rotture e aut aut
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Intervista a Il Mattino, di Maria Paola Milanesio 

Nel Pdl c`è delusione, ci si aspettava un intervento concreto del capo dello Stato. «Personalmente – dice Franco Frattini, ex ministro del Pdl e ora componente della Commissione per le riforme – non potevo aspettarmi assolutamente nient` altro che una esemplare nota di richiamo costituzionale fatta dal Presidente Napolitano, che ancora una volta si è dimostrato il custode più autorevole della Costituzione. Anche i migliori consiglieri di Silvio Berlusconi penso a Gianni Letta – non potevano immaginarsi nulla di diverso da un richiamo alla Costituzione». 

Il fatto che il condannato sia un leader politico complica le cose, però. «La presenza di quel riferimento politico che Berlusconi si aspettava la sua leadership nel Pdl – equivale esattamente a prendere atto che esiste una questione politica e non solo tecnico-giuridica. Il grande merito di Napolitano è non solo essere custode della Costituzione, ma di avere anche una profonda sensibilità e conoscenza di ciò che è il bene del Paese: la stabilità. Prima viene la stabilità e non è con le carte bollate che si risolvono i problemi politici. Questo ha spiazzato chi consigliava a Berlusconi rotture, minacce, aut aut. Imprudenti e scarsi conoscitori del loro interlocutore, che ha già ripetuto quale pazzia sarebbe lo scioglimento anticipato delle Camere. Una catastrofe».

Berlusconi può continuare a essere il leader del Pdl pur fuori dal Parlamento. Perché si insiste tanto sulla agibilità politica? «Toccherà a Berlusconi decidere come trovare questa agibilità. Il tema, però, ha tante sfaccettature. Ma è indubbio che è un elementare principio di democrazia garantire a Berlusconi, votato da milioni di elettori, la possibilità di continuare a svolgere il suo ruolo politico».

Decadenza e ineleggibilità riducono o cancellano totalmente l`agibilità politica? «C`è una sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce che questi effetti previsti dalla legge Severino – non sono di natura penale ma amministrativa. E questo ha convinto alcuni della possibilità di un ricorso al Tar. Poi ci sono coloro che ritengono la decadenza e l`ineleggibilità effetti di natura penale, in quanto conseguenza di una condanna. L`ex presidente della Consulta De Siervo spiega che, però, quello che conta è la data in cui la sentenza è passata in giudicato. E il verdetto della Cassazione sul processo Mediaset è posteriore all`entrata in vigore dalla legge Severino. Il problema della retroattività, su queste basi, non si pone». 

A Berlusconi restano solo le dimissioni da senatore? «C`è un altro aspetto da valutare. La condanna di Berlusconi è di 4 anni, ridotti a uno perché tre sono “indultati”. Un anno di pena è inferiore al limite di due anni stabilito della legge Severino. Saranno i legali e Berlusconi a valutare la strada migliore». 

Nel messaggio di Napolitano ha visto un`apertura sulla grazia?«Il Presidente non è persona da aperture o chiusure. Richiama i principi e le regole, che consentono di presentare domanda per chiedere la grazia. Non andrei oltre questa interpretazione. Vorrei però stigmatizzare quelle parole di stampo eversivo pronunciate da personaggi Di Pietro ed esponenti del M5s – che parlano di impeachment per il capo dello Stato, qualora concedesse la grazia a Berlusconi. Lo accusano di atti contrari alla Costituzione, negando esattamente quel che l`articolo 87 stabilisce e cioè che il capo dello Stato “può concedere la grazia”».


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