La condanna inflitta a Berlusconi non ha fatto cambiare idea a Franco Frattini: i moderati italiani sono privi di una casa politica, bisogna costruirla nel solco del Partito popolare europeo. La bussola è realizzare anche in Italia il Ppe proprio per unire i moderati. Una opzione che si pone in forte sintonia con l`itinerario politico che da tempo ha indicato Pier Ferdinando Casini.
Presidente, Berlusconi continua a dire che non molla, che vuole continuare ad esercitare la leadership del Pdl. Questo favorisce o allontana la possibilità di unire i moderati italiani? «Preliminarmente, mi interessa sottolineare un dato per me cruciale. Proprio prendendo spunto dalle parole di Berlusconi si deve affermare che hanno perso coloro che intendevano approfittare della decisione della Cassazione – politicamente importante e umanamente dolorosissima – per sfasciare il governo e mandare l`Italia nell’abisso: una crisi in agosto questo sarebbe stato. Fortunatamente, e per me è un sollievo constatarlo, hanno prevalso quelli che hanno consigliato di dire la cosa giusta, e cioè che il governo Letta va sostenuto e separato dalle questioni importantissime tipo la riforma della giustizia».
Insomma hanno vinto le colombe del Pdl e lei è contento. «Effettivamente da come la questione era partita temevo che vi potesse essere mosse sconsiderate di qualcuno, del tipo improbabili sit-in davanti al Quirinale. Tutto questo non è avvenuto: Berlusconi ha continuato anche nella sofferenza personale a dire che deve prevalere l`interesse generale su quello di parte. Peraltro le indicazioni di voti gli stanno dando ragione: in queste settimane, dove il governo Letta è stato forse sostenuto più dal Pdl che dal Pd, il centrodestra sale in tutti i sondaggi. Insomma Berlusconi ha scelto con il cuore ma anche con la ragione: da vero leader politico qual è ha compreso che seminare responsabilità premia agli occhi degli elettori».
Moltissimi elettori moderati hanno disertato le urne e Casini per recuperarli propone di assemblarli nel solco del Ppe. La convince? «E` vero, tanti moderati non hanno trovato casa nelle elezioni di febbraio o si sono frazionati. Sono gli stessi che oggi vedono come fumo negli occhi il rischio di ritornare nel precipizio di una crisi senza alternativa. Da tempo sostengo che solamente una visione ispirata al popolarismo europeo può realizzare la casa dei moderati italiani. Sono cittadini che hanno valori molto forti ma non li esprimono gridando. Casini ha ripetuto cose che dice da tempo. Bisognava lavorare fin dall`inizio per il Ppe italiano e non frazionare l`offerta politica di quest`area. Ricordo che Berlusconi propose a Mario Monti di diventare il federatore dei moderati italiani. Ebbe una risposta negativa, per ragioni che si possono anche approfondire. Ma senza dubbio è stata una occasione persa. Da lì dobbiamo ripartire, dai valori unificanti di chi si ispira al Ppe: dalla giustizia alla solidarietà, dall`occupazione giovanile alla famiglia e la tutela della vita. Il presidente Letta, che non appartiene al Ppe, sta facendo tante cose che ai documenti del Ppe si ispirano».
La leadership di Berlusconi facilita l`unione dei moderati o sarebbe più indicato che facesse un passo indietro, soprattutto ora? «Guardi, la questione non cambia: il giudizio spetta agli elettori e il consenso degli elettori non si costruisce a tavolino. Una cosa è la leadership politica, un`altra le candidature. Io preferirei una soluzione ancora più maggioritaria che porti i moderati al 51 per cento».
Ma se Berlusconi non è più candidabile a chi va affidata la premiership? Ci vogliono le primarie? «La selezione si fa sulla base delle decisioni dei cittadini. Ci sono molte figure che possono dare un contributo. Quando Alfano le propose prima delle elezioni, io fui molto favorevole alle primarie. Mi pare che il 25 febbraio le primarie le abbiano fatte gli elettori: non penso che il Pdl avrebbe ottenuto lo straordinario risultato che ha avuto se a guidarlo ci fosse stato uno diverso da Berlusconi. Questo è il punto. Oggi Berlusconi ha la possibilità di essere un facilitatore dell`unità dei moderati trovando le forme giuste».
E quali sarebbero? «Lo dirà lui. Va sottolineato tuttavia che in questi mesi Berlusconi ha giocato la partita giusta. Una partita di sobrietà: non si può tutti i giorni minacciare di aprire la crisi. Il popolarismo e il moderatismo sta qui, lo si esprime con fatti come questi. Piuttosto che dire: arriva Marina Berlusconi o Guido Barilla o chissà chi altro, bisogna partire dalle cose da fare. E poiché il governo Letta è l`unico strumento che è in campo per farle, garantiamo al governo un sostegno tale che ci permetta di riformare il Paese».
di Carlo Fusi per Il Messaggero