LE FIBRILLAZIONI d`agosto «sono fisiologiche» però per dare agli italiani «occupazione, meno tasse e ripresa economica ci vuole un governo stabile». Modificare la legge elettorale «è necessario, altrimenti sarà la Corte costituzionale a dettarla al Parlamento», ma approfittarne per andare a votare in primavera è sbagliato. Franco Frattini – uno dei saggi della commissione per le riforme nonché ex ministro di Berlusconi – manda un segnale molto chiaro ai falchi di Pd e Pdl sul piede di guerra: «Devono darsi una calmata. Una crisi di governo sarebbe devastante».
Antonella Coppari per il Quotidiano Nazionale
Punta a un Letta di legislatura? «Assolutamente sì. Il primo luglio del 2014 si apre il semestre italiano di presidenza della Ue ed è impensabile presentarsi in campagna elettorale a gestire un appuntamento tanto cruciale. E poi nel 2015 c`è l`Expo che ci siamo aggiudicati a fatica, per cui abbiamo lavorato tanto: ora dobbiamo tirare la rete. È necessario un esecutivo in sella. Perché il governo deve finire a metà legislatura?».
Le liti continue tra Pd e Pdl sono un segnale inequivocabile. «Sarebbe devastante se qualcuno rompesse. Al di là del fatto che Napolitano non solo ha fatto capire mille volte che senza riforma elettorale non si vota, ma pure che la stabilità è un bene da preservare, il pensiero che si possa ricadere nell`agosto di due anni fa, con l`Italia sconquassata da mercati sempre più aggressivi, sembra un prezzo alto da fare pagare al Paese da parte di chi vuole rompere. E gli stessi che vogliono l`abolizione dell`Imu, alla fine sarebbero costretti a pagare l`imposta».
Si riferisce ai falchi del Pdl? «Una delle ragioni per cui espresssi in Parlamento dissenso dalla linea che il Pdl stava assumendo quando negò la fiducia al governo Monti era connessa alle posizioni sbagliate di chi suggeriva a Berlusconi la rottura. Quelle ragioni non sono cambiate».
È realistico pensare che la vicenda del Cavaliere sia slegata da quella del governo? «L`ha detto il presidente Berlusco- ni in pubblico. Umanamente tutti gli sfoghi sono comprensibili, ma la stoffa dello statista si vede quando dice che prima di tutto viene il bene dell`Italia». Vale pure per il Pd? Pd deve evitare affondi inutili. E banale dire che una sentenza definitiva va attuata: farlo 24 ore dopo che c`è stata una ferita gravissima e un dolore comprensibile per Berlusconi e la famiglia, è una provocazione inutile».
Si dice in giro che Alfano potrebbe lasciare il Viminale per dedicarsi al partito. «Sono voci maliziose, messe in giro ad arte. Alfano sta facendo molto bene il suo lavoro».
È malizioso dire che il Parlamento vuole partorire la riforma elettorale per andare a votare? «La deve fare perché il 3 dicembre, quando la Corte costituzionale si pronuncerà sul Porcellum, è dietro l`angolo. In Italia si discute sempre se la politica debba avere l`iniziativa oppure sia il sistema di garanzie giurisdizionali che debba dettare la linea. I partiti hanno un`opportunità importante: assumere una scelta prima che la Corte dica cosa fare».
Si può fare una riforma in cinque minuti? «No. In commissione abbiamo discusso una giornata intera e restano idee diverse: c`è chi vuole rimanere al proporzionale puro, chi come Violante propone una soglia alta per avere il premio di maggioranza e, se nessuno la supera, un ballottaggio fra i primi due. E chi, come me, preferisce un doppio turno di collegio abbinato a un sistema semipresidenziale».
Fatta la riforma, si vota?Alcuni sostengono che, a quel punto, il Parlamento è delegittimato. «Un argomento ridicolo. Questo Parlamento ha eletto pure il Capo dello Stato. La riforma va fatta non solo perché incombe la Corte, ma perché tutti i partiti l`hanno promesso. Dopo non si deve tornare alle urne: riformare non significa sfasciare».