Persecuzione

Guai a considerarle guerre minori

Strage di cristiani: serve una coalizione internazionale contro i terroristi del califfato globale islamista
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Ci sono guerre che combattiamo tutti i giorni e altre che non fanno rumore. Annegano nel silenzio. Senza che mai nessuno sia riuscito ad aprire una piccola breccia in quel muro dell’indifferenza così tenacemente edificato contro i cristiani. E’ un’indifferenza che uccide, ma per molti, purtroppo, resta una guerra minore.

Troppe domeniche di sangue trascorse ad osservare senza mai agire. Troppi appelli e nessuna battaglia. Il mondo resta distratto ed insofferente. Cieco e muto. Compresa questa nostra Europa che tanto ama definirsi paladina dei diritti umani e della pace – per cui ha ricevuto anche un Nobel – ma che di concreto nulla fa di fronte ad un genocidio che è forse il più infame della storia. Perché è un attacco alle fondamenta della civiltà umana e dei suoi diritti.

Oggi l’Iraq. Ma i morti delle stragi di cristiani si contano un po’ ovunque: in Nigeria, Pakistan, Siria, Egitto. Sono davvero troppi i Paesi del mondo in cui professare una fede vuol dire mettere a rischio la propria vita e condannarsi ad essere considerati “figli di un Dio minore”.

Che amarezza veder cadere nel vuoto anche le parole di appello del Santo Padre o la voce di molti vescovi europei. L’indifferenza è la peggiore offesa: ci fa perdere una delle caratteristiche essenziali che ci distingue come uomini. Ossia la facoltà di poterci indignare dinanzi a delle atrocità ed il conseguente impegno ad agire in difesa dei nostri simili.

E come sempre, o quasi, attendiamo, noi europei, pavidi e divisi, che i raid americani (chi parla più della difesa europea?) cerchino con le bombe di fermare quel “califfato globale” in cui tutti, senza eccezioni, saremmo destinati allo sterminio o ai mercati degli schiavi, come in questi giorni accade alle disperate donne irachene rapite, stuprate e poi vendute al mercato!

Ecco perché curdi e occidentali, iraniani e americani, tutti insieme bisognerebbe pensare ad una coalizione internazionale contro un terrorismo della violenza che se fino a ieri avevamo visto soltanto in televisione, molto presto potrebbe riguardarci anche da molto vicino. Perché se nulla facciamo siamo già ad un passo dalla prossima strage.

Franco Frattini


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