Se le sorti del Paese fossero dipese da un tocco di bacchetta magica non saremmo stati costretti a fare i conti con scelte dure e difficili. E invece, in circostanze così particolari, di fronte ad una crisi economica internazionale che non allenta la sua presa, anche sull’economia italiana, abbiamo dovuto chiedere al coraggio e alla responsabilità di fare da endorsment alle nostre azioni.
Abbiamo scelto di guardarci allo specchio e di discernere i difetti dalle capacità. Ci siamo conosciuti meglio, ma anche riconosciuti in quel dna di gestione responsabile che il Pdl, nel corso degli anni al governo, ha più volte saputo accogliere e sviluppare in situazioni complesse. Abbiamo dato il nostro consenso al governo Monti per il bene del Paese. Ed è sempre per il bene dell’Italia che dovremmo ora difendere una manovra che, seppur edificata su sacrifici imposti dalle più svariate pressioni, non dà alibi a chi, fino ad oggi, ha criticato l’Italia auspicando un nostro ritiro dalla partita europea.
A Monti non possiamo chiedere miracoli. Non dobbiamo rincorrere. Se puntiamo ad un futuro meno asfittico possiamo, invece, fare un assist: indicandogli le cose buone realizzate fino ad oggi e costruendo insieme l’Italia del domani. Come fatto con le importanti richieste da noi presentate – penso alla vittoria sull’Irpef ad esempio – e che il governo ha già accolto favorevolmente. Solo così la politica potrà tornare ad essere identificata come uno strumento di cambiamento e non di adattamento.
Franco Frattini