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La politica estera entra nell'Università di Pisa: lectio magistralis di Franco Frattini - Diario Italiano

Esteri

La politica estera entra nell’Università di Pisa: lectio magistralis di Franco Frattini

Due ore di approfondimento presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa
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Nel magnifico contesto della Sala dei Cavalieri di Santo Stefano, presso il palazzo dei Dodici a Pisa, Franco Frattini, ex ministro degli Esteri, oggi Presidente della SIOI (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale) ha tenuto una lectio magistralis agli studenti dei corsi di Storia delle Relazioni Internazionali ed agli allievi del Programma di Dottorato in Geopolitica.

Dopo i saluti delle autorità accademiche, la lectio magistralis del Presidente Frattini è stata introdotta dalla Prof.ssa Neri Gualdesi, la quale ha anche lamentato la scarsa attenzione che spesso viene rivolta ai temi della politica estera, richiamando le trasformazioni che i nuovi assetti geopolitici hanno imposto alla Nato, l’evoluzione dei rapporti tra Stati Uniti ed alleati europei nell’ultimo quindicennio e il ruolo che l’Unione Europea dovrebbe assumere in materia di sicurezza e politica estera.

La parola è quindi passata al Presidente Frattini che, raccogliendo gli spunti proposti, ha ampiamente argomentato l’irreversibilità del progetto comunitario, evidenziando il progressivo superamento di consessi internazionali quali il G8 e addirittura il G20 a fronte di equilibri economici e strategici globali in costante mutamento. 

In questo senso, suonerebbe addirittura grottesco immaginare che i paesi europei possano singolarmente negoziare materie come protocolli sui cambiamenti climatici, il commercio estero o la lotta al terrorismo. 

Ciò premesso, non ha mancato di sottolineare l’insufficienza dell’attuale quadro europeo, in cui all’integrazione economica e monetaria dovrà necessariamente seguire quella politica, condizione imprescindibile quando gli interlocutori sono del calibro di Stati Uniti, Russia, Cina, India, Brasile

Un approfondimento d’integrazione che non può trascurare l’ambito della difesa: mantenendo saldamente la partecipazione al Patto Atlantico, l’Unione Europea dovrebbe smettere definitivamente i panni del “consumatore di sicurezza” per assumere quelli di “produttore”, come richiesto a più riprese dagli stessi Stati Uniti, non più disposti ad assumersi i costi della sicurezza dei paesi europei. 

Un’Europea capace di conseguire tali obbiettivi, smentirebbe definitivamente ogni retorica anti-europeista od euro-scettica.

Il Presidente è quindi passato ad un’analisi sulla Nato: un’organizzazione che non solo ha saputo aggiornare le sue funzioni ad un quadro internazionale del tutto diverso da quello in cui e per cui era stata creata, ma che si è anche dimostrata un duttile strumento non solo come hard power, ma anche come soft power. 

In questo senso, il Presidente ha auspicato un affinamento del ruolo politico del Patto Atlantico, in grado di affiancare alle strutture militari tradizionali, mezzi di cooperazione e pressione sempre maggiori. Le esigenze di sicurezza che ne avevano presieduto la costituzione non sono venute meno, sono solo mutate e la Nato è cambiata per fare fronte a nuove sfide come il cyber-crime o per intervenire preventivamente in aree del mondo da cui potrebbero giungere minacce agli stati membri.

L’Italia in senso a queste organizzazioni ha le carte in regola per giocare un ruolo chiave. In primo luogo, il nostro Paese ha una facilità d’interlocuzione, anche critica, coi paesi della sponda sud del Mediterraneo che gli altri non hanno. In secondo luogo, è stato ricordato come l’Italia abbia portato avanti con determinazione nel corso degli anni grandi battaglie sui diritti umani, dalla rogatoria alla pena di morte alla petizione contro le mutilazioni genitali femminili. Infine, non si può tacere la forza della cooperazione in campo culturale, a cominciare dal recupero e conservazione del patrimonio storico e artistico, per la quale Roma rappresenta la massima autorità mondiale. 

Per concludere, rispondendo alla domanda di una studentessa, il Presidente Frattini è tornato sul tema della sicurezza, auspicando un’azione di sensibilizzazione della società civile su questo tema, anche attraverso confronti e dialoghi, sì da superare l’immagine di una “politica della difesa” lontana dai cittadini, interesse di pochi e, talvolta, addirittura ostile, trasmettendo piuttosto la consapevolezza riguarda direttamente ciascuno di noi.


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