Si conclude oggi, positivamente, una vicenda umana angosciante. Dopo più di cinque anni di detenzione, che non trovavano fondamento in nessuna regola internazionale, stamane è stato liberato il soldato israeliano Ghilad Shalit.

Lo scorso anno, quando ricevetti alla Farnesina il padre del giovane militare, mi impegnai personalmente a svolgere ogni opportuna azione affinché si giungesse ad una soluzione della vicenda.

Oggi che quell’obiettivo è diventato realtà non posso che ribadire lo stesso concetto che espressi pubblicamente con forza nella mia visita a Gaza qualche mese fa: l’accordo sullo scambio di prigionieri, restituendo al Caporale Shalit il godimento dei suoi diritti umani fondamentali, drammaticamente violati in questi anni, può essere letto come un messaggio di pace e può servire da incoraggiamento per la ripresa dei negoziati. I due popoli, israeliano e palestinese, vogliono la pace.

Mi piace pensare che alla positiva chiusura di una dolorosa vicissitudine possa corrispondere l’apertura di una nuova pagina di speranza per la pace in Medio Oriente.

Franco Frattini