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Marò/India, un Paese che viola diritto internazionale non può aspirare a seggio permanente all’ONU

Editorialino per Il Tempo
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II peccato originale sta tutto in questa domanda: cosa ci facevano i marò sull`Enrica Lexie? È da qui che bisogna partire per affrontare una vicenda che ha visto violare le principali regole di diritto internazionale e ciononostante ha lasciato sola l`Italia. Roma non può agire in solitaria. Serve un`azione forte dell`Europa, politica e non solo giuridica. E non mi riferisco certo a comunicati stampa o dichiarazioni di solidarietà. Bruxelles deve dimostrare che esiste una politica estera dei 28 e presentare, tutta unita, una denuncia formale all`India in seno alle Nazioni Unite. 

Una mossa del tutto prevedibile lo schiaffo arrivato qualche giorno fa dalla Corte suprema indiana. Parliamo di una vicenda che nasce storta sin dal primo giorno. Sin da quando, da ministro degli Esteri, ne12011, chiesi di affrontare il tema sulla presenza di militari armati a bordo di navi mercantili. Fu in occasione di una riunione col ministero della Difesa e con l`associazione degli armatori civili che scrissi una nota di mio pugno in cui spiegavo che senza regole d`ingaggio precise era del tutto folle autorizzare la presenza di militari armati a bordo di navi civili. E invece, dopo un anno, ecco verificatosi ciò che tutti temevamo: un comando sbagliato autorizza la nave a entrare nelle acque territoriali indiane. E, ancora più grave, a far scendere i due militari. È mancata, insomma, una catena di comando chiara. Tuttavia non possiamo certo più permetterci di guardare solo al passato. 

Molto tempo è stato perso. Così come non ci si è informati sull`India: non parliamo di una dittatura, ma di un Paese democratico che sostiene l`indipendenza dei propri tribunali. Un Paese la cui Corte ha rinviato, è stata in ferie, ha preso mesi per decidere se si trattava di terrorismo o reato comune, o per scegliere tra la corte di Kerala o di Dehli.

Ma che per dire no ad un`istanza che ha un fondamento non solo giuridico ma anche umano e medico, ci ha messo pochissimo. C`è un`unica strada da prendere: l`Italia deve chiedere al presidente del Consiglio europeo Tusk e al presidente della Commissione Junker di avanzare una denuncia formale all`Onu nei confronti dell`India, per avere violato, nei confronti di un Paese membro, la regola di diritto internazionale secondo la quale se vi sono militari in servizio su una nave la giurisdizione spetta allo Stato di bandiera dei militari: cioè in questo caso all`Italia e non all`India. 
Infine diciamolo chiaramente. 

Un Paese come l`India, che viola in questo modo le regole internazionali, non può avere le credenziali per aspirare a un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza. 
*ex ministro degli Esteri attualmente Presidente della SIOI

Editorialino per Il Tempo
di Franco Frattini


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