India

Marò: la terza via di Frattini

È necessario un salto di qualità. Non basta più un approccio bilaterale
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di Alessandro Farruggia

«La Ue dovrebbe chiedere che Nuova Delhi rispetti i nostri diritti. Se non dovesse essere riconosciuta la nostra giurisdizione credo che dovremmo europeizzare la crisi. Non basta il grande impegno del sottosegretario De Mistura, dei ministri degli Esteri e della Difesa, non basta più un approccio bilaterale: bisogna coinvolgere l’Europa e probabilmente anche l’ Onu».

L’ex ministro degli Esteri Franco Frattini (Pdl) chiede «un salto di qualità». Onorevole Frattini possiamo fidarci del sistema giudiziario indiano?«L’India è un Paese democratico che ha un sistema giudiziario complesso. Mi pare evidente che la decisione non sarà rapida e che quanto è accaduto negli scorsi giorni, con l’alternarsi di decisioni positive e negative, potrebbe proseguire. E questo nonostante noi abbiamo un argomento estremamente forte dalla nostra: il diritto internazionale. Così come noi sottostammo alla riserva di giurisdizione per i militari americani responsabili del disastro del Cermis, così l’India deve sottostare alla riserva di giurisdizione per i marò. A prescindere dalle responsabilità».

Il primo ministro del Kerala è intervenuto ‘a gamba tesa’ sostenendo, alla vigilia della decisione della Suprema corte, che la giurisdizione è indiana.«È una interferenza del tutto inopportuna, che dimostra come l’Alta corte si trovi in un ambiente di veri e propri tifosi del carcere dei nostri marò. Mi auguro che possa non tenerne conto».

E se la decisione fosse sfavorevole?
«Dovremmo fare quel che si dove fare già nelle primissime fasi: coinvolgere l’Europa. Quando il premier Monti ha parlato con la baronessa Ashton era ormai tardi per mettere in piedi una azione preventiva».

Monti ha avuto però anche contatti diretti con il premier Singh.
«Dubito che questi contatti possano portare a soluzioni immediate e positive, se non altro per l’ orgoglio nazionale indiano. A questo punto è chiaro che il bilaterale non va da nessuna parte. Se la nostra giurisdizione non fosse riconosciuta dovremmo fare in modo che la Ue inserisse il tema nell’agenda delle relazioni strategiche Europa-India. L’ Europa dovrebbe chiedere che un Paese terzo rispetti regole di diritto internazionale nei confronti di uno stato membro. E sarebbe necessario fare un passo anche nei confronti dell’Onu, che è garante della legittimità internazionale». 


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