Larghe intese

Monti viene indebolito da chi vuole politicizzarlo

Si parli pure di tutto, ma cambiare la legge Gasparri non è una priorità
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INTERVISTA DI FRANCO FRATTINI SU IL RIFORMISTA

Di Alessandro De Angelis

«Si parli pure di tutto, ma cambiare la legge Gasparri non è una priorità». «Monti viene indebolito da chi vuole politicizzarlo». Casa dei moderati? Casini non ponga aut aut sulla sua leadership.

Onorevole Frattini, vi spaventa così tanto un governo che si occupa anche di questioni non solo economiche? Il governo Monti si deve occupare di tutto ciò che direttamente o indirettamente mantiene alta l’immagine e la credibilità del Paese. Vale per riforme economiche, per la politica internazionale, per tutto ciò che occorre per uscire dalla crisi. 

Quindi ha ragione Monti: non c’è un perimetro prestabilito o temi tabù. Il core business del governo sono le misure anti-crisi. I partiti poi sono liberi di confrontarsi su tutto, ma di certo la riforma della legge Gasparri non è una priorità. 

Dunque, meglio non parlare di Rai al vertice? Ci sono temi più urgenti, a partire dalla riforma del mercato del lavoro. Vedo la Rai più come un tema che attiene al confronto tra i partiti che come un punto dell’agenda di governo. Ha ragione Alfano: non si può vietare la discussione, ma forse non c’è tanta urgenza di affrontarlo nel vertice con Monti. 

Pare che nel Pdl si sia tornati indietro: toni alti, aut aut a Monti, appelli alla Lega, irrigidimento col governo. Il clima può facilmente rasserenarsi se tutti rispettano i patti. Monti si è presentato in Parlamento proponendo un patto per salvare l’ Italia e farla uscire dalla crisi. E noi lo sosteniamo sulla base di questo obiettivo, pur consapevoli che questo governo è una esperienza inedita. Ma è chiaro che non può diventare lo strumento di chi ha perso le elezioni per sostituirsi a chi le ha vinte. 

Insomma, sulla Rai Monti è caduto nella trappola dei partiti? Dico un’ altra cosa. Se vi è un sospetto che dietro una riunione ci sia un’ idea di cambiare poltrone da parte di un partito politico che le ha sempre rivendicate, come il Pd, questo non è giusto. Si dica apertamente e con trasparenza ciò che si vuole e non si approfitti dello scherno di Monti per portare conflittualità su alcuni temi perché questi nuocciono al governo. 

Che consiglio dà a Monti? Di andare avanti con la stessa determinazione che ha mostrato all’inizio e nei momenti difficili. Se nel governo si aprono brecce sul alcuni temi, è fisiologico che i partiti vi si insinuano. L’ incertezza va evitata. 

Scusi, ma Monti non ha mica la palla di vetro per prevedere le reazioni dei partiti. Per questo serve una cabina di regia politica dove si discutano tutti i provvedimenti prima che vengano presentati, con i ministri interessati e i segretari di partito. Questo rafforzerebbe la coesione e velocizzerebbe i tempi di approvazione dei provvedimenti. Per esempio, oggi il governo ha chiesto un decreto integrativo sulle liberalizzazioni. Sarebbe stato meglio se avesse richiesto un tavolo di confronto preliminare per capire in che direzione il decreto deve andare. 

Sulla giustizia vale il discorso fatto sulla Rai? Mi pare più semplice. La legge anticorruzione è un nostro testo, scritto da Alfano. E sarà discusso alla Camera. Sulla responsabilità civile dei magistrati mi pare ci sia convergenza sull’ idea di votare l’ emendamento che presenterà il ministro Severino. Certo è difficile che, col tempo che rimane, si possa varare una grande riforma della giustizia. Sarebbe inoltre un progetto troppo ambizioso per un governo che non nasce come politico. 

Non crede che così si indebolisca il governo? Monti lo indebolisce chi vuole politicizzarlo. Noi rimaniamo il partito che ha vinto elezioni e il Pd il partito che le ha perse. Chiediamo l’ analogo rispetto che mostriamo. 

Capitolo Udc. Sul territorio qualcosa si muove: Palermo, Verona… Sì, qualcosa si muove. Ed emergerà che i moderati, uniti, vincono. Ora sono maturi i tempi per costruire assieme la Casa dei moderati. Ma Casini non deve avere  l’ approccio che o guida lui o non si fa. Dobbiamo guidarla insieme. Io credo che il percorso naturale sia un patto federativo per arrivare nel tempo al partito unico, attraverso una costituente popolare nazionale

Scusi Frattini, non abbiamo mai nominato Berlusconi. Come giudica il silenzio del Cavaliere? Una scelta prudente. Tace perché sa che c’è una classe dirigente che sta provando a realizzare il sogno per cui è sceso in campo: la casa dei moderati. 


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