INTERVISTA A FRANCO FRATTINI – IL MATTINO
La prospettiva: Partito leggero e aperto al web con facce nuove e persone pulite
Frattini: al governo l’ x premier non sarà candidato, ma nel partito la sua presenza è indispensabile
di Corrado Castiglione
Il futuro del Pdl è la casa dei moderati. E la leadership di Angelino Alfano non è in discussione, a dispetto di quanto pensino i “falchi” alla Santanchè. Serve invece un congresso per un partito nuovo, più leggero, più attento ai territori e anche tecnologicamente più aperto come ha insegnato la lezione di Grillo. E il pensiero dell’ex ministro Franco Frattini, deputato.
Venti di bufera sul partito: onorevole, quanto ha pesato il voto?«La sconfitta è evidente e alcune ragioni sono ben individuabili. In qualche caso i candidati erano sbagliati, in altri si è pagato il prezzo di sindaci che avevano governato male come a Parma e a Palermo, in altri ancora abbiamo scontato la divisione dei moderati: di converso, dov’è stata trovata l’ intesa con 1′ Udc il Pdl ha vinto, come a Gorizia e a Frosinone».
Chi ha beneficiato del vostro calo?
«In generale i nostri elettori che non hanno votato Pdl sono rimasti a casa. Ma laddove c’ era un’ offerta politica attraente – come a Parma con Grillo – hanno premiato la novità».
E ora? «Vanno recuperati. La strada è quella indicata da Alfano: la casa dei moderati, una federazione nella quale trovino spazio gli antagonisti alla sinistra».
Basterà? «Occorre un rinnovamento profondo del partito e non solo generazionale. L’ età è un fattore importante, ma occorrono anche competenze, credibilità, onestà. Alfa-
no ha parlato giustamente di partito degli onesti. Certo, se poi alcuni amministratori locali vengono presi con le mani nel sacco il danno d’immagine è gravissimo».
Servono anche strumenti nuovi. «Serve il modello di un partito leggero. A me piacerebbe un sistema di finanziamento all’ americana, fondato su risorse private del tipo cinque per mille. E un sistema che funziona anche in tornate elettorali molto impegnative, come negli Usa».
Come approdare al nuovo partito? «Con un congresso nazionale che rifletta soprattutto sull’identità. Ci deve essere un chiarimento nel Pdl».
Tra gli strumenti nuovi c’è il web. Grillo vi ha dato una lezione? «Grillo ha scoperto l’ acqua calda. Da tempo Obama dialoga con i cittadini attraverso il blog e a suon di tweet. E noi con l’onorevole Palmieri da tempo siamo approfondendo questo aspetto. Serve una rivoluzione nella comunicazione in politica, perché il Pdl possa dialogare direttamente con i simpatizzanti così come con i più critici».
Si parla di smottamenti nel Pdl: la classe dirigente è a rischio? «Non vedo la necessità di smottamenti, piuttosto è opportuno un rinnovamento forte, senza ghigliottine e senza caccia alle streghe. Alfano – al quale va il mio sostegno – dovrà agire con forza e rapidità».
Eppure nel Pdl ci sono tanti “falchi” che chiedono più spazi per gente alla Santanchè. Che ne dice? «Tanti avversari del partito puntano a destabilizzare, ma noi crediamo che la leadership di Alfano debba consolidarsi: i nostri elettori sono persone normali che chiedono risposte ai loro problemi. Chiedono moderazione e buon senso, non un clima di odio costante».
Niente ghigliottine, dice lei: intanto Bondi si è dimesso. «Bondi è persona gentile e sensibile. Ha avvertito il peso delle critiche e ha offerto le sue dimissioni. Ma Berlusconi e Alfano le hanno respinte».
Berlusconi: sarà in campo o no? «Berlusconi ha escluso di voler correre per la carica di primo ministro. Ma per questo partito la sua presenza è indispensabile. Come lo è il recupero dello spirito del’ 94».