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Intervento

Parlare di riforme senza farle è diventato un vizio non più sostenibile

Stati Generali del Commercio con l’Estero
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On. Presidente del Consiglio dei Ministri,

Signori Ministri e Rappresentanti delle Istituzioni europee,gentili ospiti, ho accolto con grande soddisfazione l’invito a partecipare agli “Stati Generali del Commercio con l’Estero” organizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico.Una riflessione approfondita su come espandere la presenza economica italiana sui mercati esteri è oggi quanto mai opportuna.

Da molto prima dello scoppio della crisi è in corso un riassestamento dei vecchi equilibri planetari, che è politico ed è economico. Quelli che erano tradizionalmente i Paesi-guida dell’economia mondiale perdono peso a favore dei Paesi emergenti. Riprendono quota, d’altro canto, gli accordi commerciali bilaterali a scapito dell’architettura multilaterale imperniata sull’OMC su cui puntavamo per avere più omogeneità nei mercati e meno protezionismo. Su questa risistemazione del quadro economico mondiale si è poi innestatauna crisi dalla portata inattesa che invita a studiare urgenti, nuovi metodi di sostegno al comparto produttivo italiano.Crescita è la parola d’ordine per l’economia italiana in questa fase di forte crisi e contrazione della spesa pubblica, che tutti conoscete. E l’estero può indubbiamente rappresentare uno dei motori della ripresa.

1. Diplomazia economica: la Farnesina con e per le imprese·
La mia presenza qui vuole essere un segnale tangibile della vicinanza della Farnesina al mondo del commercio e dell’impresa. L’internazionalizzazione è oggi una delle principali missioni del Ministero degli Esteri. Sin dal mio primo mandato come Ministro, ho lavorato, su precise indicazioni del Presidente Berlusconi, per promuovere una diplomazia economica attiva ed efficace. Di più: per cambiare l’ottica e gli strumenti del diplomatico contemporaneo.· Posso dire, senza falsa retorica: missione compiuta. Anche se non ci fermeremo qui. Potremo ideare nuovi strumenti e migliorare il coordinamento sul piano nazionale. Ma certamente la Farnesina di oggi ha interiorizzato questo suo ruolo di “punta di lancia” del sistema economico italiano sugli scenari internazionali.

· La logica degli Stati Generali è la stessa che ispira i passi della Farnesina da alcuni anni a questa parte: fare sistema, ovvero stimolare l’internazionalizzazione attraverso un’azione coordinata tra Ministero degli Esteri, altre Amministrazioni ed enti interessati, imprenditoria e associazioni di categoria. Tutti uniti per rafforzare la proiezione economica dell’Italia all’estero, intesa come export ma anche come radicamento all’estero e capacità di attrarre investimenti produttivi in Italia.

· Quest’approccio sinergico è la stella polare che guida, non solo l’Amministrazione centrale, ma anche e soprattutto l’attività dei nostri Ambasciatori.
Sinergia a livello centrale, quindi, e sinergie a livello periferico, nella convinzione che, se l’economia nazionale e quella europea crescono a tassi ridotti, le nostre imprese devono puntare in modo più deciso sui mercati emergenti nei quali il sostegno pubblico è spesso indispensabile.Oggi, ad esempio, su un valore complessivo del nostro export di circa 340 miliardi di euro, circa 30 miliardi sono originati dall’Asia, poco più di 4 dall’Africa sub sahariana e 11 dall’America latina. La parte da leone la fa ancora l’Europa, dove esportiamo 225 mld di euro.

· Il ventaglio di strumenti per raggiungere quest’obiettivo è in continuo aggiornamento. Penso innanzitutto alla “Cabina di regia” che guidiamo insieme al Ministero per lo Sviluppo Economico – e della quale fanno parte anche il Ministero dell’Economia, la Confindustria, l’ABI, Unioncamere e la Rete Italia Imprese – per programmare l’attività economica all’estero con un occhio a tutte le esigenze e a tutte le sensibilità.

· Nella Cabina di Regia vengono decise e organizzate le missioni settoriali come quella, importantissima, in Brasile, per cogliere le opportunità derivanti dai prossimi grandi eventi sportivi (Mondiali di calcio ed Olimpiadi) che verranno ospitati da quel Paese.

· Ma la Cabina è soprattutto il punto di raccordo per la messa a punto delle grandi missioni di sistema all’estero – cioè Governo assieme alle imprese e alle banche – che hanno favorito nuovi contratti ed alleanze strategiche per numerosissime società. Siamo andati alla ricerca di nuovi mercati e nuove opportunità là dove si presentavano: in Vietnam, in Israele, in Russia, in Brasile, in Cile e in Arabia Saudita. Economie emergenti e Paesi nei quali il sostegno delle Istituzioni alle imprese è fondamentale per potere competere con i concorrenti e per stringere proficue alleanze con le aziende locali. Un nutrito gruppo di imprese mi ha accompagnato in Cina in luglio mentre circa 100 rappresentanti di imprese e banche italiane partiranno lunedì per l’India in quella che mi auguro sia una proficua occasione di contatti e scambi in un Paese che presenta tassi di crescita impensabili per l’Europa di oggi.

· Il Ministero degli Esteri è anche costantemente impegnato per creare occasioni e vetrine adeguate alla ricchezza del “Made in Italy”. Se la partecipazione italiana a Expo Shanghai, l’anno scorso, ha riscosso grande apprezzamento, dobbiamo ora concentrare i nostri sforzi su Expo Milano 2015. Il successo della candidatura italiana fu anche un successo di un modo di “fare Italia” – cioè di raccordare Governo, enti locali e aziende – che in passato non era scontato. Se ieri la Farnesina faceva campagna per il sostegno al voto, oggi continuiamo a fare campagna per assicurarci la presenza dei Paesi invitati. Abbiamo da poco superato la soglia delle 50 conferme, con largo anticipo sui tempi ipotizzati. E’ la riprova che Expo Milano genera forti aspettative e che stiamo lavorando bene.

· Sempre di più la Farnesina è impegnata ad usare il proprio network per attrarre investimenti stranieri. Mi sono speso personalmente per stringere rapporti fruttuosi con i grandi Fondi sovrani e ho avuto incontri quest’anno con i rappresentanti dei Fondi di Cina, Qatar e Kuwait. Ricordo poi che nel 2008, d’intesa con il Ministro Tremonti, abbiamo istituito un apposito Comitato Strategico con compiti di analisi, indirizzo, supporto e coordinamento.· Vogliamo far sentire le Istituzioni più vicine alle aziende di altri Paesi che hanno deciso di investire in Italia. A questo scopo abbiamo ad esempio recentemente avviato un’iniziativa di retention delle aziende statunitensi ed a breve pensiamo di ampliare l’esercizio alle aziende tedesche e giapponesi.

· All’interno di questo sforzo di internazionalizzazione, la lotta alla contraffazione del Made in Italy e per una maggior tutela dei marchi e delle indicazioni geografiche è un filone importantissimo che ci vede impegnati in prima linea sia a livello comunitario che al WTO.
Non potrebbe essere altrimenti, basti pensare ad esempio che, solo nell’agroalimentare, il mercato dei prodotti “Italian Sounding”, cioè prodotti esteri che abusano delle denominazioni protette italiane o vengono presentati come italiani per confondere il consumatore, e’ valutato in almeno 35 miliardi di Euro annuali, quasi il doppio del valore del nostro export nel settore.

· Cito, infine, la recente proposta, formulata d’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico, per rilanciare l’Osservatorio sulle materie prime, che avrebbe il compito di monitorare le esigenze di approvvigionamento dell’industria italiana e costruire un sistema informativo sui Paesi fornitori. Ritengo che il ruolo e l’esperienza della Farnesina nei negoziati a livello multilaterale e bilaterale, potrebbe contribuire a questa iniziativa in un settore che rappresenta il vero tallone d’Achille dell’economia italiana.

· A queste ed ad altre iniziative di alto profilo, si affianca il lavoro quotidiano e silenzioso svolto dagli uffici del Ministero, dai Consiglieri diplomatici che abbiamo distaccato presso alcuni grandi gruppi industriali e bancari, e dalla rete diplomatico-consolare attraverso gli innumerevoli interventi di sostegno alle attività delle imprese italiane all’estero – su cui vengo puntualmente aggiornato.

· Si va dal supporto alla penetrazione delle imprese al monitoraggio dei loro contenziosi. Dall’organizzazione di Country Presentation, Business Forum e Road Show alla raccolta sistematica di informazioni sulle opportunità di affari Aggiungo che il portale informatico ExTender, usato dalle Ambasciate e dalle Camere di Commercio per veicolare tali informazioni, verrà a breve arricchito di una nuova sezione dedicata alle informazioni a carattere scientifico e tecnologico diffuse dai nostri Addetti Scientifici. E poi vi sono le centinaia di pubblicazioni che le Ambasciate mettono ogni anno a disposizione degli operatori, dai Rapporti-Paese, ai notiziari economici realizzati in collaborazione con il Sole 24 Ore, alle Guide Paese.

2. Più coerenza e meno duplicazioni: riforma MAE e Agenzia·
Da questa veloce carrellata di iniziative del Ministero degli Esteri emerge un elemento fondamentale per capire qual è il nostro ruolo nel mondo di oggi. Fare diplomazia nel XXI secolo significa soprattutto farsi soggetto di coerenza dell’azione svolta da tutti gli attori con interessi e proiezione internazionale. Questo è particolarmente vero in campo economico, dove fitto è l’intreccio di enti e istituzioni competenti e più stringente la necessità di rafforzare il coordinamento ed evitare duplicazioni.

· La recente riforma del Ministero degli Esteri va proprio nella direzione di adeguare la macchina alle sfide che la globalizzazione pone alle imprese che operano all’estero ed a quelle che all’estero cercano di aprirsi nuovi spazi.
Siete voi gli utenti della Farnesina di oggi.
Attraverso la creazione della Direzione Generale per la Promozione del sistema Paese abbiamo riunificato le competenze di promozione all’estero in campo economico, scientifico, tecnologico e culturale ed individuato un soggetto responsabile del coordinamento con le altre amministrazioni centrali e locali, gli operatori economici, le agenzie specializzate e gli esperti di settore.
L’idea è quella di rafforzare il ruolo del Ministero come “gestore di rete”, di quella rete di circa 330 uffici tra Ambasciate, consolati ed Istituti di cultura che è il vero gioiello all’estero della Farnesina e del Paese intero.

· Un campo vastissimo quello dell’internazionalizzazione. Ci si può chiedere: ha senso includervi la promozione culturale?La risposta è sì. Il nostro Paese ha infatti un vantaggio sugli altri che dobbiamo saper mettere a frutto. Mi riferisco alla potenza evocativa del nostro straordinario patrimonio culturale e di ingegno, che si esprime soprattutto nei settori tradizionali del “made in Italy” come la moda e l’abbigliamento, l’arredo, il design industriale, i prodotti per lo sport. Un’associazione mentale fra Italia e qualità che vogliamo estendereanche ad altri settori di eccellenza della nostra produzione, come le macchine utensili, le alte tecnologie e le infrastrutture.
Ecco quindi che la valorizzazione della nostra cultura, della nostra lingua e dello stile di vita degli italiani rappresenta un veicolo in grado di trainare export e investimenti.

· Il disegno di razionalizzazione delle risorse destinate all’internazionalizzazione richiedeva però un passaggio ulteriore. Con l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, che verrà istituita con il DL Sviluppo, il Governo ha fatto un passo importante per armonizzare il sistema e renderlo più incisivo e più snello.

· Quattro sono gli aspetti centrali del nuovo assetto che mi preme sottolineare:- l’azione di indirizzo strategico e di programmazione esercitata di concerto tra il Ministero degli Esteri ed il Ministero dello sviluppo economico e con l’ulteriore coinvolgimento del Ministero degli Esteri nelle attività di vigilanza;

– la funzione sostanziale della “cabina di regia” quale centro di coordinamento dell’attività di promozione tra Ministero degli Esteri e Ministero dello sviluppo economico, con la partecipazione del Ministero dell’Economia, della Conferenza delle regioni e delle rappresentanze del sistema produttivo (Unioncamere, Confederazione generale dell’industria italiana, Rete Imprese Italia e Associazione bancaria italiana).

– Il ruolo centrale assegnato alla rete diplomatica quale articolazione istituzionale unitaria per il nostro sistema produttivo all’estero. Infatti, l’Agenzia opererà all’estero nell’ambito delle Rappresentanze diplomatiche e consolari – veri e propri “sportelli unici” per l’internazionalizzazione – e il suo personale dipenderà in loco dagli Ambasciatori. L’Ambasciata rappresenta quindi l’unico punto di riferimento in grado di indirizzare i nostri operatori verso i settori più appropriati.

– Infine, la nascita di un soggetto, l’Agenzia, in grado di fornire con la necessaria flessibilità amministrativa servizi alle imprese, con personale specializzato collocato all’interno delle Ambasciate. E’ evidente a tutti come questa soluzione è destinata a dare più coerenza ed incisività alla nostra azione.

Con la nuova struttura, il MAE assicurerà la coerenza tra internazionalizzazione economica e politica estera in un’epoca storica in cui sempre più stretto è il legame tra interessi economici, produttivi, politici e strategici. Gli Ambasciatori d’Italia nel mondo saranno la voce con cui si esprimerà il Sistema Paese agli occhi delle Autorità e degli interlocutori stranieri. Saranno, in ultima analisi le unità periferiche preposte ad espandere il successo delle nostre imprese nel mondo.

Signore e signori,la diplomazia italiana ha oggi la vocazione di sostenere il comparto produttivo nei suoi sforzi di penetrazione internazionale ma anche di tutela delle posizioni acquisite all’estero, una preoccupazione molto attuale a seguito delle rivolte che hanno sconvolto il Mediterraneo.Portare le PMI oltre l’orizzonte europeo e spalleggiare i grandi gruppi è il nostro obiettivo, per raccogliere la sfida di una realtà economica in continua evoluzione. Da soli non possiamo. Abbiamo bisogno dello stretto coordinamento con le altre Istituzioni e con il sistema produttivo. Abbiamo bisogno soprattutto, della vostra fiducia e delle vostre proposte. Da parte mia posso assicurare che alla Farnesina troverete sempre ascolto.


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