«L’inchiesta sullo scandalo Sel conferma come non esista più il modello Alto Adige»: ad esserne convinto è l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini che parla di «poteri locali che agiscono senza controllo».
Frattini fa anche autocritica: «Ogni partito dovrebbe riuscire a fare piazza pulita delle proprie mele marce prima dell’arrivo della magistratura. Non ci siamo riusciti nel Pdl, come dimostrano le porcherie che si sono verificate nel Lazio, ma qualche difficoltà l’ha avuta anche la Svp in Alto Adige».
Frattini fa anche un paragone tra i due partiti, entrambi alla ricerca di un leader. «Nel Pdl manca una figura carismatica e indiscussa come il Berlusconi del 1994 così come nella Sammelpartei non vedo un nuovo Durnwalder per il 2013. In entrambi i casi bisogna ripartire da una squadra, da una leadership collettiva. Per noi il modello deve essere il Partito popolare europeo».
Per lo scandalo energia, tra danno di immagine e danni materiali, l’Alto Adige rischia di pagare un conto salato. Si parla di un miliardo di euro. Se l’aspettava? «No, affatto. L’indagine condotta dalla magistratura bolzanina apre uno squarcio su un sistema che per anni è stato considerato un esempio. Ho apprezzato, anche se a distanza, tempi e modi dell’indagine condotta dal procuratore capo Guido Rispoli. Non sono stati annunciati blitz in Tv e non si è cercata la spettacolarità a tutti i costi. Altrove non è successo».
Ha cambiato idea su Durnwalder? «No. È stato un leader rispettato e ora che ha annunciato il ritiro il suo partito sta vivendo una fase difficile, travagliata. Lui stesso non sembra aver individuato un successore con la stessa forza ed energia».
La Svp le sembra un partito in crisi d’identità come il Pdl? «Tra le due realtà ci sono dei punti di contatto. Di sicuro entrambi i partiti devono ritrovare la strada maestra».
Come? «Per il Pdl, ma forse il discorso vale anche per la Stella Alpina, c’è bisogno di ripartire di slancio con le primarie. Noi dobbiamo prendere come riferimento il manifesto del Partito popolare europeo. E smetterla con i regolamenti dei conti interni al partito».
Berlusconi sì. Berlusconi no. È un ritiro vero? «Ha preso una decisione responsabile per riunire i moderati. Berlusconi sa bene che la prossima leadership del Pdl non sarà individuale e individualista. Bisogna fare squadra».
Sembra difficile. L’altroieri l’onorevole Biancofiore ha parlato di “Pollaio delle libertà“. Un altro affondo che mina la credibilità del partito? «Sono parole forti. Ma non più forti di quelle che sono state dette da altri nel recente passato. C’è chi parla del Pdl come il partito delle liti senza pensare che dobbiamo uscirne. Assieme».
Secondo i sondaggi le primarie nel Pdl rischiano di essere un flop. Cosa ne pensa? «I cittadini sono intelligenti e non credo ai sondaggi. Abbiamo 1 milione di iscritti e mi aspetto che almeno 700 mila partecipino alle primarie».
Lei si candiderà? «Non credo a primarie con 15 candidati: sarebbe solo una fiera della vanità. Alfano, per ora, non mi ha deluso. Ai ladri, agli imbroglioni e agli scandali bisogna saper rispondere con i programmi».