«Lavoro, il Pd soffia sul fuoco» – Frattini difende la linea Fornero «Basta attacchi, ricordatevi di Biagi» «Riforma del lavoro necessaria. No a toni intimidatori usati dal Pd»
Intervista a Franco Frattini – Giorno – Carlino – Nazionedi Andrea CanginiPartiti più incisivi: Dopo la fase di responsabilità, ora dobbiamo interagire col governo in maniera più diretta. Mi sembra che i tre leader della maggioranza abbiano iniziato a farlo
Sistema di voto: Rompiamo gli indugi e affrontiamo con urgenza il tema della legge elettorale e delle riforme istituzionali. Sarebbe opportuno introdurre una quota di preferenze
Monito a Passera: Non escludo che Passera abbia ambizioni politiche ma sarebbe importante conoscerle in tempo, non a ridosso del voto La trasparenza deve essere per tutti
Onorevole Frattini, Bersani ha schierato il Pd in difesa dell’ articolo 18. E’ un problema?
«E’ un problema di Bersani. Che l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori vada profondamente rivisto ce lo dicono sia l’Europa sia il buonsenso. Il presidente Monti e il ministro Fornero hanno il dovere di dare una risposta chiara, e la timida apertura del segretario della Cisl Bonanni è un buon segno».
Il Pd dice che toccare l’articolo 18 non aiuterebbe la crescita.
«Eviterebbe invece la paralisi del mercato del lavoro e dunque farebbe gli interessi di chi cerca un’occupazione. Ma c’è una cosa che mi preoccupa…».
Cosa?
«I toni intimidatori dell’Unità, che attacca la figlia del ministro Fornero».
Solo per dire che sembra un po’ raccomandata…
«Pessimo segnale: quando si discutono le persone piuttosto che le idee si attivano meccanismi pericolosi già visti in passato».
Si riferisce agli omicidi D’Antona e Biagi?
«Certo, personalizzare lo scontro politico indicando il “nemico” con nome e cognome rischia di armare la mano di qualche pazzo»
La Lega chiede un voto parlamentare in difesa dell’articolo 18: sarà l’occasione per ufficializzare la rottura col Pdl?
«Sarà l’occasione per mettere in luce il nostro riformismo e il loro spirito di conservazione, ma non credo che l’alleanza verrà archiviata: nella Lega esiste ancora una forte componente riformista in linea con quanto fece l’allora ministro del Lavoro Maroni».
Frattini, che senso ha sostenere un governo di cui non si fa parte?
«Capisco la domanda e credo che, dopo la fase della responsabilità, dobbiamo ora interagire col governo in maniera più diretta. Mi fa piacere che i tre leder dei partiti che compongono la maggioranza abbiano iniziato a farlo».
E’ ipotizzabile un rimpasto di governo con l’ ingresso dei politici?
«Francamente, non ne vedo le condizioni. Per farlo dovremmo affrontare quei problemi con cui ci siamo misurati nei giorni in cui si formava il governo Monti».
Ossia?
«Beh, i nomi dei politici, gli incarichi, i settori di competenza, i veti incrociati… Non sarebbe un vantaggio per nessuno».
Del resto, su una prospettiva del genere il Pdl si spaccherebbe…
«Diciamo che tra noi ci sono sensibilità diverse e correremmo il rischio di vedere parte del Pdl attaccare un ministro del Pdl».
Chiaro. Epperò, se Monti avrà successo verrà naturale chiedersi che senso abbiano i partiti e persino le elezioni.
«Giusta considerazione. C’è solo un modo per scongiurare questo rischio: rompere gli indugi e affrontare con urgenza il tema della legge elettorale e delle riforme istituzionali».
Quali sono i punti, fermi del Pdl?
«Sono tre. Il primo è difendere ed onorare la principale novità introdotta da Silvio Berlusconi: il diritto degli italiani a scegliere sia la coalizione sia il premier».
II secondo punto?
«Restituire agli elettori il diritto di scegliere i candidati».
Con le preferenze o i collegi uninominali?
«Una quota, ma solo una quota, di preferenze sarebbe opportuna».
Terzo ed ultimo punto?
«Riformare i partiti e il sistema di finanziamento. Come disse Craxi nel ’92, il problema del rapporto tra denaro e politica riguarda tutti e se non vogliamo che i partiti vengano scalzati da demagoghi armati di forcone dobbiamo prendere l’ iniziativa».
Come?
«Dando veste giuridica a partiti e sindacati come prescrive la Costituzione e introducendo criteri di trasparenza sui finanziamenti».
Gli italiani approvarono un referendum per abolire il finanziamento pubblico…
«Non cerco applausi, perciò le dico che riterrei demagogico farlo. Come ci ha ricordato il capo dello Stato, i partiti hanno un’importante funzione sociale e civile che giustifica il fatto che siano in parte finanziati dallo Stato».
Un’ ultima cosa, ce lo vede il ministro Corrado Passera candidato del centro-destra?
«Non escludo che Passera abbia ambizioni politiche, ma sarebbe importante conoscerle prima che arrivi il momento della mietitura».
Traduco: se vuole candidarsi non può pensare di farlo a ridosso delle elezioni.
«Esatto, ho grande simpatia nei suoi confronti da molti punti di vista, ma se la trasparenza è la cifra di questo governo dev’esserlo per tutti e in tutto».