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Rifugiati

Rifugiati – L’Europa dei rinvii e l’implosione dello spazio Schengen

Consiglio Giustizia e affari interni a Bruxelles
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Ci aspettavamo grandi novità dal Consiglio Giustizia e affari interni tenutosi ieri a Bruxelles, e invece l’incontro ha sostanzialmente ribadito la ricollocazione di 40mila rifugiati, quota peraltro già decisa nel Consiglio europeo di giugno scorso, ma mai applicata.

Purtroppo l’ambiziosa proposta Juncker, quella di redistribuire complessivamente 160mila rifugiati su tutto il territorio europeo, perde forza e non viene neppure messa in votazione. Così che nell’attesa di arrivare ad un accordo dei capi di governo il sistema della ricollocazione resterà basato sulla volontarietà dei paesi membri, ma anche sulla contrarietà di quelli che hanno già bloccato l’attribuzione di quote obbligatorie.

Ancor più grave è che l’incontro di ieri non abbia deciso sulla lista unica europea dei “safe Countries”, che essa sola permetterebbe senza incertezze di distinguere i veri rifugiati (da accogliere) dai migranti economici (che invece vanno rimpatriati). L’unica novità, insomma, è che tutto è rinviato ad ottobre.

La sola azione immediata e concreta già avviata non basta. La progressiva chiusura delle frontiere Schengen da parte di un numero crescente di paesi sta distruggendo uno dei pilastri dello spazio europeo comune di sicurezza.

Mi chiedo come si è potuti arrivare ad un’Europa di Stati chiusi ed egoisti in palese contraddizione con i valori di solidarietà su cui la nostra Unione è stata fondata. Da decenni cerchiamo di costruire la casa comune degli europei, ma temo che a forza di picconarla questa casa corra sempre più il pericolo di essere abbattuta. Una cosa è certa: se il progetto europeo fallisse, i paesi che oggi negano la solidarietà pagheranno prezzi non minori di tutti gli altri.


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