Franco Frattini ci crede: «Ho l’ottimismo della volontà». Però affinché davvero Mario Monti accetti di candidarsi «molto dipende anche da noi, dal Pdl. Certo, se diciamo che l’Europa è un mostro che vuole mangiarci, che è quella dei banchieri e ci inventiamo gli gnomi di Francoforte o di Bruxelles; se attacchiamo la Germania e mandiamo messaggi negativi è evidente che il presidente Monti difficilmente accetterà di marciare assieme a questa compagnia».
Ecco onorevole, partiamo da qui. Lei che fa se Monti decide di non candidarsi?
«Non sono abituato a ragionare sulle subordinate. Comunque per rispondere dico: in quel non auspicabile caso, la figura di Monti scomparirà? E la sua agenda che fine farà, sarà confermata o no? Le mie valutazioni dipenderanno da tutto questo e includeranno anche la possibilità di tornare al mio lavoro, per ottenere il quale ho vinto un concorso molto difficile. Non sono tra coloro che cercano di aggiungere alle due legislature una terza».
Lei si chiede che fine farà l’agenda Monti. Berlusconi ha appena annunciato che se vincerà le elezioni cancellerà l’Imu, che proprio Monti ha introdotto. Mi pare che una risposta ci sia già, no?
«Certamente l’abolizione dell’Imu, almeno per la prima casa, è una cosa che oggettivamente gli italiani apprezzerebbero. Però che si possa o meno fare non può dipendere da un annuncio: servono delle spiegazioni che ancora non vedo. A partire dalla principale: dov’è la copertura finanziaria? Si pensa ad una patrimoniale sui più ricchi come hanno fatto altri Paesi? Oppure alla dismissione di parte del patrimonio pubblico? Ovviamente piacerebbe a me e a moltissimi italiani non pagare l’Imu, però oggi come oggi forse è più importante salvare l’Italia».
Dica la verità: tutte queste giravolte del Pdl e di Berlusconi non rischiano di confondere fino allo spaesamento l’elettorato moderato?
«Questo è l’argomento sostenuto da Crosetto e dalla Meloni per reclamare un nuovo centro-destra. Io penso che il primo passo deve essere attendere le dimissioni di Monti; poi ci saranno pochissimi giorni per valutare. Se Monti sarà in campo, la strada è tracciata. In caso contrario, per il centro-destra sarà una sorta di tsunami».
Perché Berlusconi di nuovo candidato premier lo giudica un errore?
«A mio avviso il nostro obiettivo deve essere quello di creare il campo dei Popolari italiani, ispirato al Ppe. Questo campo non può avere Berlusconi come federatore perché chi dovrebbe federarsi con lui non è d’accordo. La candidatura di Berlusconi farebbe venir meno l’unità dei moderati italiani e questo condannerebbe quel campo ad una sconfitta. Ma insisto, questa è la subordinata. Io mi batto per la principale, che cioè il federatore sia Monti. Se così non fosse, il mio pessimismo per una sconfitta elettorale aumenterebbe di molto».
Ieri c’è stata la riunione di quelli come lei che nel Pdl sostengono Monti. Il palco era molto affollato: troppo?
«In effetti come promotore mi ero concentrato sui sottoscrittori del nostro documento. Francamente ho ascoltato voci che hanno detto cose molto diverse. Forse si è voluto dare il segnale che gran parte del Pdl è d’accordo su Monti federatore».