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Tre ex ministri degli Esteri intervengono al convegno dello Iai - Diario Italiano

Medioriente

Tre ex ministri degli Esteri intervengono al convegno dello Iai

Non c’è più il vecchio conflitto tra occidente e Islam o quello tra sciiti e sunniti, la questione oggi è molto più complessa
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Remarks di Franco Frattini in conferenza

Per Franco Frattini il Medioriente è stato un fallimento interpretativo: “Non c’è più il vecchio conflitto tra occidente e Islam o quello tra sciiti e sunniti, la questione oggi è molto più complessa: si parla di conflitti interetnici e intra-etnici per il controllo dell’area strategica mediorientale, e da esterni è molto poco quello che possiamo fare. Quello che sicuramente, come Europa, dobbiamo fare, è pensare a quello che non possiamo permetterci di perdere, come la Turchia e l’area balcanica: l’occidente ha voluto sfidare Erdogan, ma è stato messo a tacere dal voto del popolo turco. E ora? Anche alla Serbia stiamo chiedendo di scegliere tra noi e i russi… ma non possiamo imporci così”.

ANTONELLA RAMPINO per LA STAMPADei rapporti tra Russia e Italia ha parlato anche Putin, che punta molto sull`«amico italiano». Ma gli italiani? La rappresentazione di cosa sia la politica estera di una media potenza che sta storicamente come un ponte tra posizioni contrapposte (ricordando un po` il «neoatlantismo» fanfaniano) la si poteva avere l`altro pomeriggio, quando ben tre ex ministri degli Esteri italiani, D`Alema Frattini e Bonino, praticamente la leadership della politica estera italiana dal 2006 a due mesi fa, ha dibattuto su invito dello lai, l`Istituto affari internazionali

RAPPORTO DELLA CONFERENZA

La Guerra fredda non c`è, ha esordito D`Alema, «ma una ripresa dello spirito di rivincita e del nazionalismo russo sì. Gli Stati Uniti hanno scelto di fare della vicenda un banco di prova di potenza, ma a loro le sanzioni verso la Russia costerebbero molto poco e all`Europa invece moltissimo. Ma qual è la strategia dell`Europa? Che cosa offriamo alla Russia? Quali limiti ci sono all`espansione dell`Unione europea e della Nato?». Domande retoriche, ovvio, che mostrano come ai giudizi del l`ex premier non faccia velo l`esser stato proprio il premier della guerra in Kosovo.

GALLERIA FOTOGRAFICA

 Quando la parola passa a Franco Frattini, ci si aspetterebbe un diverso punto di vista. Niente affatto, ed evidentemente quella che si chiama «continuità in politica estera» deve avere un significato profondo: «Ho la stessa impostazione di D`Alema» dice Frattini e, forte anche della lunga esperienza alla Commissione Ue, ricorda che in Europa «la politica di vicinato e ì summit per il partnerariato orientale», ovvero con i Paesi ex Urss, «nacque proprio come contrappeso alla Russia, nel timore che uscisse dall`angolo, e quei percorsi vennero presentati non come ovvi accordi, ma come potenziali pre-adesioni alla Ue, inquinando l`allargamento a1l`Unione e dando un`idea di antagonizzazione con la Federazione russa». 

Ed è proprio quello che è successo nei rapporti con l`Ucraina al vertice di Vilnius che – a stato preceduto dagli avvenimenti lanciati da Putin alla bilaterale di Trieste. E se D`Alema aveva annoverato tra gli errori europei anche l`aver permesso una certa qual ghettizzazione delle comunità russofone, perché «non dobbiamo dimenticare che sino a poco tempo fa ai russi di Lettonia era negato addirittura il diritto di voto», il dilemma di tutti è «cosa farà l`Europa». 

Punta il dito Emma Bonino, «il problema è stata anche la debolezza della linea di politica estera europea, e il fatto che ci fosse in atto come uno scambio: la Ue si occupi del partnerariato e noi dell`Africa, per questo è stato impossibile frenare sull`associazione con l`Ucraina. Quando invece la politica estera Ue dovrebbe essere una linea di interessi condivisi, non il risultato di interferenze e scambi». Cosa offriamo ai russi, chiede D`Alema? «Una cosa per loro essenziale: siamo il loro mercato per il gas e il petrolio: Come dice un mio amico, non a caso saudita, se non lo vendi il petrolio non ti serve a niente».


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