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D: Il futuro di Kiev è più legato all’Europa o alla Russia?
FF: I giovani che stanno manifestando a Kiev perché criticano fortemente il rifiuto del Presidente Ianukovic di firmare l’accordo di associazione con l’UE, sono manifestanti pacifici e ,quindi, devono essere garantiti e protetti. Sono giovani che esprimono un desiderio che è dell’Ucraina intera: avvicinarsi ad uno spazio europeo che si sta sempre più allargando. Non tanto per diventare membri dell’UE, percorso di estrema lunghezza, ma per aprire attraverso quell’accordo una possibilità di integrazione maggiore, e per non essere risucchiati soltanto nell’ambito dell’influenza della Federazione Russa. E’ chiaro che in politica internazionale ognuno fa il suo interesse, ma in questo caso l’interesse del popolo ucraino è quello di avvicinarsi all’UE.
D: Cosa ne pensa del caso di Yulia Tymoshenko?
FF: Io credo che il caso Tymoshenko debba continuare a rappresentare una delle priorità dell’impegno delle famiglie politiche europee: in particolare il PPE, su questo ha più volte sottolineato che la detenzione di Yulia non può essere tollerata.Io sono per l’idea di lasciare all’Ucraina le porte aperte verso l’Europa, ma se le violenze dovessero continuare, se la repressione dovesse essere la strada scelta dal governo, allora all’Europa non resta che una strada seguita anche in altre occasioni: quella di sanzionare questi comportamenti. Ho visto con piacere che UE e USA, ancora una volta, si sono trovati in sintonia: ho letto, ad esempio, che le parole importanti del Sottosegretario al Dipartimento di Stato Victoria Nuland sono in sintonia con quelle che molti paesi UE hanno pronunciato. L’Europa sta con i manifestanti pacifici. Lasciamo a loro la libertà ed il diritto di esprimersi.D: Come ricorda Mandela?FF: Il ricordo di Nelson Mandela deve essere nel cuore di tutti gli uomini del mondo libero. Parliamo di un personaggio che ha fatto e cambiato la storia, non solo del suo Paese. Noi europei non possiamo dimenticare che Mandela nel 1993 ha ricevuto il Nobel per la Pace, e che quasi vent’anni dopo lo stesso riconoscimento è andato all’Europa: vuol dire che c’è un filo comune che unisce il nostro impegno.
Parliamo sempre di Pil, di crisi economica, ma bisognerebbe parlare di più anche di diritti. L’Europa deve impugnare la questione dei diritti e delle libertà: senza imporre i nostri modelli, ma facendo si che i diritti della democrazia germoglino dal basso. Mi riferisco a quella dimensione umana che, per chi è anche credente, vuol dire mettere la persona umana al centro.
ENGLISH VERSION
Interview of President Franco FrattiniRadio Parliament
Young people protesting in Kiev, because of President Ianukovic refusing to sign the Partnership and Cooperation Agreement between EU and Ukraine, are peaceful demonstrators and, by consequence, they must be protected. We’re talking about young people who are carrying the message of entire Ukraine: to approach an European space that is widening increasingly. The point is not to become a EU member – extremely long process – but it rather is to open to a chance for greater integration, and not to be sucked only into the influence of the Russian Federation. It’s clear that in international politics everyone seeks his own interest, but in this case Ukrainian interests are to get closer to EU.
I believe that the Tymoshenko case should continue to be one of the key priorities of the European political families’ agenda: in particular EPP has repeatedly stressed that the detention of Yulia can not be tolerated.
I am all for leaving the European door open for Ukraine, but if violence continues, and if repression is the reaction chosen by the government, then Europe should continue along the road of sanctions, as was done with other serious matters. I was pleased that EU and U.S., once again, found themselves in harmony: I have read, for example, a recent and important release by Mrs Victoria Nuland (Assistant Secretary of State for European and Eurasian Affairs at the United States Department of State). It is fully tuned with what many EU countries have declared. Europe sides with peaceful protesters: we want they to express their freedom and right of choice and thought.
The memory of Nelson Mandela should be in the heart of all men living in a free world. We’re talking about a person who has both made and changed history, not only of his country. Europeans cannot forget that in 1993 Mandela received the Nobel Peace Prize, and that nearly two decades after European Union has equally been awarded: it means that there is a common ground that links our commitments.
We always talk about GDP, economic crisis, but we should also talk, more and more, about rights. Europe must appeal the question of rights and freedom without imposing our models, but making sure that the rights of democracy sprout from the ground. I refer to a human dimension that means putting human beings first.