Il Ppe vorrà capire e il Pdl rischia un “processo”
La macro-regione che ha in testa la Lega è una follia, una contraddizione insanabile con gli Stati Uniti d’Europa e con la visione del Partito popolare europeo». Franco Frattini “regala” una pausa leggera e interroga Berlusconi: «Il Pdl da che parte sta? Lui da che parte sta? Lo dica, perché presto il Ppe vorrà capire».
L’ex ministro degli Esteri ha deciso di aiutare Monti restando fuori dal Parlamento. Di essere il suo “generale di collegamento” con la famiglia europopolare: Martens lo ha appena confermato alla guida del gruppo di politica estera per tutto il 2013. E ora, proprio con la testa a Bruxelles, mette in guardia il Cavaliere: «Non ti isolare, non permettere che gli egoismi della Lega infanghino la tua storia solidaristica ed europeistica. Il Pdl è la forza maggiore, fatti sentire: all’Italia non fa bene essere rappresentata in Parlamento da una coalizione che parli con i toni del Carroccio».
Davvero crede che Berlusconi voglia forzare la mano? Può farlo, deve farlo. Tanti nel Pdl sono fermamente contrari a regalare l’intero Nord alla Lega. E tanti ammettono, sottovoce, che siglare quell’intesa è stato un errore imperdonabile.
Imperdonabile? È imperdonabile tornare all’idea di separare l’Italia creando un’area in cui si trattengono le imposte fino al 75 per cento. Ed è imperdonabile non capire che così si drenano risorse a scapito delle regioni più povere. O peggio, capirlo e anzi teorizzarlo. Così si passa il limite, così si dà spazio a una visione egoistica del federalismo e si sfregiano i principi di solidarietà del Ppe.
Qual è il progetto della Lega? Autonomizzarsi. Maroni vuole conquistare l’area che con la Baviera è la più produttiva d’Europa. Vuole governarla e così rendersi autonomo. E allora insisto: Berlusconi anteponga gli ideali e i valori dell’Europa alla prospettiva di guadagnare qualche voto in più con la Lega. Anche perché in queste ore vedo silenzi che fatico a capire.
Silenzi di Berlusconi? Pensavo ad altri silenzi. Quando sento che la Lega minaccia di rifiutare l’apparentamento con una lista politica solo perché ha il nome dell’inno nazionale e vedo i miei colleghi di Fratelli d’Italia incapaci di qualsiasi reazione, penso che c’è qualcosa che non va. Sarebbe stato bene se avessero messo il Carroccio nell’angolo.
Crede che sarebbe meglio un Parlamento senza Lega? No, è sempre meglio che i movimenti con posizioni radicali stiano dentro; nelle piazze possono solo alimentare il malcontento sociale e questo sarebbe ancora più pericoloso.
C’è chi parla di provvedimenti del Ppe verso il Pdl. Solo voci? Il Ppe non entrerà mai a gamba tesa nelle elezioni italiane. Ma c’è molto da rivedere nel Pdl e nella Lega: la Germania va aiutata a progredire verso una maggiore solidarietà europeista, non serve a nulla puntare l’indice contro Berlino, come ho visto fare a Maroni e a Brunetta con toni assolutamente inaccettabili.
Ma il Ppe può “processare” il Pdl per il caso macroregione? Può farlo, può chiedere conto al Pdl di cosa sta succedendo. La Lega non è parte del Ppe, ma il Pdl sì. E se la macroregione diventasse un progetto politico sarebbe inevitabile una contestazione politica del bureau politico del Ppe, che avrebbe il dovere di esaminare il caso nel dettaglio. Vede, quando l’ex cancelliere austriaco Schussel diede vita al governo con Haider, il bureau si riunì per chiedere conto dei propositi razzisti del leader della Carinzia.
di Arturo Celletti