L’Italia vince anche a Bruxelles, portando a casa ciò che avevamo chiesto: l’accordo sulla crescita, lo scudo contro la dittatura degli spread, e l’attribuzione, sin da ora, alla BCE del potere di vigilanza centralizzata e rafforzata dei sistemi bancari nazionali. Vero passo verso l’unione bancaria europea.
Avevamo chiesto al presidente del Consiglio di alzare la voce e di forzare la mano. E lui ci ha ascoltati: ha fatto della piena fiducia che gli è stata data dal parlamento italiano l’energizzante per affrontare un vertice che si prospettava teso e serrato e che si è concluso, grazie alla determinazione dell’Italia,  con una nostra vittoria sul campo. 

E’ la dimostrazione che solo rafforzando il dialogo governo-partiti, e facendo in modo che dalle opinioni divergenti emerga – come avvenuto fino ad oggi – la posizione più solida ed imbattibile, l’Italia si trasforma in un corridore rapido, che prende parte alla gara assicurato e rassicurato, e che ce la mette tutta per arrivare al traguardo.

Oggi siamo sul podio grazie a chi ha tifato l’Italia prima di tutto. E’ la strategia competitiva più vincente. E dobbiamo continuare ad utilizzarla. Perché siamo solo all’inizio del match bruxellese. Molte sono le sfide che ci attendono, e solo l’orgoglio di un Paese che cresce ed una tifoseria unita possono farci aggiudicare la finale: consolidiamo ora l’unione politica, bancaria ed il Governo europeo dell’economia.