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Necessario un dirigente dell’Unione Europea ad elezione diretta - Diario Italiano

Intervista

Necessario un dirigente dell’Unione Europea ad elezione diretta

Portale del partito Federazione Giovani Democratici e Alleanza Civile
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Martonyi, Frattini: è necessario un dirigente dell’Unione Europea ad elezione diretta

Il ministro degli Esteri Martonyi e l’ex-ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, nel corso di una tavola rotonda, hanno concordemente espresso l’opinione che l’Unione Europea abbia bisogno di una figura dirigente legittima ed eletta dal popolo.

I due politici sono intervenuti alla conferenza dal titolo “L’anima dell’Europa – Il futuro dell’Unione Europea” organizzata dall’Istituto Nézőpont sulle conseguenze politiche della crisi prolungata e sulle elezioni francesi e greche.

Secondo Franco Frattini,la crisi della politica interna in Grecia e in Olanda si sarebbe potuta evitare se la UE avesse fornito una risposta con la dovuta decisione e a tempo debito. Attualmente gli Stati membri pagano il prezzo della mancanza di un governo politico, che è molto più alto di quello che avrebbe prodotto una reazione immediata ai problemi finanziari.

Frattini, che ha guidato il Ministero degli Esteri italiano dal 2008 alla fine del 2011, ed è stato inoltre vicepresidente della Commissione UE, in quanto commissario per la giustizia, la libertà e la sicurezza, ha affermato che dalla crisi è emersa non solo la questione di come siano conciliabili le restrizioni con la crescita economica, ma che la crisi ha anche messo in evidenza l’assenza di un governo politico. È necessaria una nuova struttura politica per poter fronteggiare la situazione presente, che rimane grave – ha affermato, sottolineando il fatto che c’è bisogno di “più Europa” e non già di “meno Europa”.

In tempo di crisi l’Europa deve mostrare ai propri cittadini che è in grado di offrire loro protezione” – ha affermato l’ex-ministro degli Esteri, che è membro del partito “Il Popolo della Libertà”, guidato da Silvio Berlusconi. A suo parere, l’esempio della Grecia ha mostrato come l’Europa possa agire proprio in senso contrario a quanto sopra, quando da molte parti si è affermato che in fondo non sarebbe una tragedia se la Grecia uscisse dalla zona euro. Frattini la riterrebbe invece una tragedia, perché – come ha detto – “l’Europa non è un autobus su cui salire e da cui scendere”. Secondo il politico italiano non c’è stata solidarietà fra gli Stati e inoltre è mancata la risposta giusta alla risoluzione della crisi economica greca. A suo parere il conservatore Nicolas Sarkozy, che domenica è stato sconfitto al secondo turno elettorale nei confronti del suo rivale socialista, François Hollande, ha commesso un grande errore concentrandosi esclusivamente sulle misure restrittive allo stesso modo dei tedeschi.

Frattini ha poi affermato che l’Unione Europea necessita di un dirigente politico eletto: a suo parere, già alle prossime elezioni del 2014 sarebbe necessario prendere in considerazione l’ipotesi di eleggere in modo diretto le massime cariche delle istituzioni europee, come, ad esempio, anche il presidente permanente del Consiglio d’Europa, attualmente scelto dalle massime autorità degli Stati membri.
In relazione a ciò, Martonyi ha affermato che “se non garantiamo una maggiore legittimità politica alle istituzioni, diamo troppo potere ai cosiddetti esperti”. Entrambi i politici hanno condiviso il punto di vista secondo cui la UE ha commesso un errore con la mancata emissione di titoli in euro, mediante i quali sarebbe stato possibile ridurre gli oneri degli interessi sui crediti contratti sui mercati finanziari. A loro parere non è comunque ancora troppo tardi per effettuare questo passo, che – a parere di János Martonyi – prima o poi sarà inevitabile. Oggi è ormai un solo Stato – benchè sia il più importante – ad osteggiarlo, ha affermato Martonyi, alludendo alla Germania.  

Alla domanda, posta da MTI, se il Trattato di Lisbona sia responsabile di questa situazione, Martonyi ha risposto che il Trattato come “costruzione” ha un valore, ma che non si pensava alla possibilità della crisi quando è stato redatto e ora si vedrà se è in grado di fronteggiare i gravi problemi emersi. Ha affermato quindi che le crisi sono una buona occasione per attuare riforme, ma – a causa della situazione greca – i rischi sono cresciuti ed è ormai in forse il futuro dell’area euro. Oggi non scommetterebbe ormai sul fatto che la Grecia rimanga nell’euro, mentre ancora due settimane fa avrebbe risposto che sarebbe stato molto più costoso se ne fosse uscita – ha detto il ministro, aggiungendo anche che “oggi ormai sarebbe molto restìo a confermare questa opinione”.


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