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Monti bis: partire dai programmi e non dall'eventuale spezzettamento dei partiti - Diario Italiano
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Governo

Monti bis: partire dai programmi e non dall’eventuale spezzettamento dei partiti

La sfida a quel punto non sarebbe più personale, ma sui programmi: dopo il voto sintesi tra sigle e partiti per l’Agenda Monti
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Intervista di Franco Frattini al Corriere della Sera

di Paola di Caro

Per uno come lui che dall’inizio, anche scontando la diffidenza dei suoi colleghi di partito e sfidando i dubbi di Berlusconi, ha considerato Monti «un uomo in grado di fare il bene dell’Italia», l’endorsement di Luca Cordero di Montezemolo nei confronti del premier è da condividere. Come è da condividere per Franco Frattini, già ministro degli Esteri nel governo del Cavaliere, l’idea di dar vita a una Lista civica nazionale aperta soprattutto alla società civile che proprio all’agenda Monti si ispiri. Ma questo non significa che il Pdl o una sua componente debbano convergere in questo nuovo movimento: «I partiti vanno azzerati, rifondati, ripuliti, come per il Pdl ha annunciato di voler fare Alfano. Ma hanno ancora un ruolo importante che va difeso e rilanciato». 

Dunque alla «chiamata» di Montezemolo al dialogo con le «persone responsabili» che sono nel Pdl e nel Pd lei cosa risponde? 
«Che il punto di partenza per costruire qualcosa di utile e di chiaro per il Paese è partire dai programmi, non dall’eventuale spezzettamento dei partiti o dalla sovrapposizione di segmenti di essi per assemblare alleanze». 

Il programma potrebbe essere l’agenda Monti
«Proprio così. Vede, nel mio partito a parte i mugugni di alcuni, non c’è preclusione o rigetto dei cardini dell‘agenda Monti, che ormai ha contenuti non più solo tecnici ma anche politici. Io la integrerei con due punti importanti: la nostra proposta di abbattimento del debito che, negli anni, potrà dare risorse per l’abbassamento delle tasse e l’abolizione dell’Imu e la proposta Squinzi di abolizione degli incentivi a pioggia in favore di sconti fiscali alle aziende. L’Udc e altri partiti moderati sostengono Monti tout court. La sinistra invece è divisa tra chi, come Renzi, accoglie l’agenda Monti e chi come Vendola propone un referendum contro la cosiddetta controriforma Fornero, e Sel sarebbe il primo alleato di Bersani». 

E chi sostiene l’agenda Monti, e dunque direttamente o indirettamente un Monti bis, cosa dovrebbe fare, correre assieme alle elezioni? 
«Qui si inserisce la variabile della legge elettorale: se, come io credo e spero, si supererà il Porcellum con le sue forzature che impongono un bipolarismo muscolare e si passerà a un sistema a base proporzionale con possibilità di scelta per i cittadini dei propri candidati e un premio non spropositato al primo partito, allora ogni forza potrebbe correre per proprio conto, sostenendo i propri programmi che avranno in parte una base comune“. 

E alla fine voi del Pdl senza estreme, i centristi di Casini e Fini, la Lista civica di Montezemolo e magari una lista di Renzi vi rincontrereste in Parlamento a votare il Monti bis? 
«Beh, a quel punto, sarebbe possibile e probabilmente naturale che a fare la sintesi tra i contributi di partiti e liste che si ispirano alla sua agenda sia Monti stesso. E sarebbe questo il passaggio attraverso il quale Monti, da “tecnico” che peraltro oggi non è più, diventerebbe capo di un governo politico». 

Dunque non ci sarebbe più bisogno di Berlusconi candidato premier? 
«Con una legge elettorale proporzionale la sfida non sarebbe personalistica, ma sui programmi. E sarebbero sempre e comunque i cittadini a scegliere e a dare forza a questo o a quel partito. Anche quando ci si trovasse a sostenere idee e principi comuni, come io mi auguro che avvenga fra i partiti che si richiamano al Ppe, e questo già in occasione dell’imminente congresso che si terrà in Romania». 

Non teme che un Pdl in grave crisi, senza una leadership chiara, in preda a convulsioni da post scandali possa non reggere una competizione al centro? 
«No, se sapremo resettare completamente il partito, come ha annunciato di voler fare il segretario Alfano, con la cacciata di chi ha rubato, con l’esclusione dalle candidature di chi ha avuto condanne in primo o secondo grado…». 

Questo dovrebbe valere anche per Berlusconi? 
«Ma lui non è stato condannato». 

Se lo fosse al processo Ruby o Mediaset? 
«Finora è sempre stato assolto, e comunque le sue vicende sono alla luce del sole. Mi preoccupano i casi nascosti, i tanti Fiorito da spazzare via. Un Pdl rinnovato e con un programma che chiede più Europa, che non mette in discussione l’euro, che si ispira sui temi del lavoro all’agenda europea, ha la possibilità di competere al meglio».


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