Diario Italiano https://francofrattini.blog/ di Franco Frattini Sat, 29 Apr 2023 08:11:37 +0000 it-IT hourly 1 “Libro Virtuale in memoria del Presidente Frattini” https://francofrattini.blog/libro-virtuale-in-memoria-del-presidente-frattini/ https://francofrattini.blog/libro-virtuale-in-memoria-del-presidente-frattini/#respond Tue, 27 Dec 2022 16:09:11 +0000 https://francofrattini.blog/?p=12223 La SIOI comunica l’apertura della raccolta virtuale di ricordi in memoria dell’amatissimo Presidente Franco Frattini. I messaggi potranno essere inviati all’indirizzo di posta elettronica relazioniesterne@sioi.org fino a lunedì 9 gennaio 2023.

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La SIOI comunica l’apertura della raccolta virtuale di ricordi in memoria dell’amatissimo Presidente Franco Frattini.
I messaggi potranno essere inviati all’indirizzo di posta elettronica relazioniesterne@sioi.org fino a lunedì 9 gennaio 2023.

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“International Day on Countering Hate Speech: UNICRI and SIOI launch the new School on Hate Speech” https://francofrattini.blog/international-day-on-countering-hate-speech-unicri-and-sioi-launch-the-new-school-on-hate-speech/ https://francofrattini.blog/international-day-on-countering-hate-speech-unicri-and-sioi-launch-the-new-school-on-hate-speech/#respond Tue, 28 Jun 2022 09:05:41 +0000 https://francofrattini.blog/?p=12209 President Frattini: “Education & knowledge are our most effective weapons to fight against hate speech & hate crime. I am proud we have launched the 1st School on Hate Speech with UNICRI” In July 2021, the UN General Assembly expressed global concerns over “the exponential spread and proliferation of hate speech” and adopted a resolution […]

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President Frattini: “Education & knowledge are our most effective weapons to fight against hate speech & hate crime. I am proud we have launched the 1st School on Hate Speech with UNICRI”

In July 2021, the UN General Assembly expressed global concerns over “the exponential spread and proliferation of hate speech” and adopted a resolution on “promoting inter-religious and intercultural dialogue and tolerance in countering hate speech”. The resolution proclaimed 18 June as the International Day for Countering Hate Speech, which is marked for the first time in 2022. On the occasion of the International Day, Antonia Marie De Meo, Director of UNICRI, and Mr. Franco Frattini, President of the Italian Society for International Organization (SIOI), launched the first edition of the Autumn School on Hate Speech.

The School will focus on the various dimensions of hate speech and fake news, including the contemporary challenges linked to the Covid-19 pandemic, and the role of social media in war and political propaganda campaigns. The existing international legal and policy frameworks will be examined with a view to enhance participants’ ability to address the issue in a comprehensive way and promote their role as advocates for an effective change in public policies, strategies and practices.

For more information about the school: https://www.sioi.org/master_corsi/autumn-school-on-hate-speech/

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I DIRITTI DEGLI ANIMALI NELLA RECENTE RIFORMA COSTITUZIONALE https://francofrattini.blog/i-diritti-degli-animali-nella-recente-riforma-costituzionale/ Tue, 31 May 2022 10:27:27 +0000 https://francofrattini.blog/?p=12194 Il convegno su "I diritti degli Animali nella recente riforma costituzionale" si svolgerà l'8 giugno al Consiglio di Stato

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Mercoledì 8 giugno 2022

PIAZZA CAPO DI FERRO 13, Roma, Palazzo Spada, Sala di Pompeo


Il convegno, si aprirà alle h 15 con i saluti del presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini e l’introduzione del presidente aggiunto onorario Sergio Santoro; modera Massimiliano Ossini.
L’evento sarà trasmesso in streaming sul canale YouTube della Giustizia Amministrativa.

Si confronteranno sul tema giuristi, esperti e ambientalisti alla luce delle modifiche legislative degli articoli 9 e 41 della Costituzione.

Intervengono: la presidente della Lega italiana difesa animali e ambiente, Michela Vittoria Brambilla, il presidente di Sezione del Consiglio di Stato Gianpiero Paolo Cirillo, la presidente del gruppo Misto del Senato, Loredana De Petris, l’etologo zooantropologo Roberto Marchesini, il presidente della Fondazione Univerde Alfonso Pecoraro Scanio, il professore dell’Università di Roma “La Sapienza” Pier Luigi Petrillo e la professoressa dell’Università di Bologna, Margherita Pittalis.

Contatti:

Segreteria organizzativa: presidenza.cds@giustizia-amministrativa.it

Fonte: Consiglio di Stato

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Giornata della Legalità – Palazzo Spada 16 maggio 2022 https://francofrattini.blog/giornata-della-legalita-palazzo-spada-16-maggio-2022/ Fri, 20 May 2022 13:44:53 +0000 https://francofrattini.blog/?p=12174 Nel discorso di premiazione , il presidente Frattini invita i giovani ad essere maestri di legalità nella vita

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Saluto trascritto del Presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini in occasione della premiazione delle tre scuole vincitrici del bando, promosso con il Ministero dell’Istruzione, “Recuperiamo la legalità per vivere nella libertà e, quindi, nella dignità” nel ricordo di Falcone e Borsellino e dei tanti eroi civili della storia del nostro Paese.: l’Istituto Don Milani di Randazzo (CT), il liceo Umberto I di Palermo e l’Istituto De Filippis- Galdi di Cava de’ Tirreni (SA)

“Care Ragazze, Cari ragazzi, in primo luogo sono davvero felice, ho avuto l’onore di essere eletto Presidente di questo Istituto solo pochi mesi fa e, subito, si è verificata l’occasione straordinaria, l’incontro con tanti ragazzi – con i loro professori, con le loro scuole – giunti per partecipare ad una giornata dedicata al principio di legalità. Noi giudici abbiamo giurato sulla Costituzione e la Costituzione è permeata dal principio di legalità, cioè la base su cui si regge il nostro Stato.

In primo luogo vorrei ringraziare, oltre a voi ragazzi che siete qui, i vostri professori che vi hanno accompagnato, tutti gli ospiti, in particolare gli alti rappresentanti delle Forze dell’Ordine che sono coloro che, ogni giorno, ci aiutano a prevenire l’illegalità, i reati e a colpire, secondo le leggi, coloro che vengono sorpresi a commettere reati, di qualsiasi natura essi siano, poi sta ai giudici, ai magistrati, ai pubblici ministeri trarne le conseguenze che la legge prevede.

Ringrazio anche i Colleghi magistrati che oggi sono qui e, in ogni ordine e grado, lavorano avendo come obiettivo il rispetto del giuramento fatto, per me tanti anni fa, di essere fedele alla Costituzione e di rispettare le leggi: scopo della nostra vita istituzionale.

Voglio ringraziare di cuore la Banda dell’Arma dei Carabinieri che ci ha fatto ascoltare dei pezzi straordinari, avete sentito – tra gli altri – oltre all’Inno dell’Arma, l’Inno nazionale, avete sentito l’Inno dell’Europa, due messaggi fortissimi perché sono il segno del legame che ci unisce indissolubilmente all’Unione Europea che noi, come italiani, abbiamo contribuito a far nascere nel lontanissimo 1957.

È chiaro che oggi, parlando di legalità, non possiamo non dedicare queste riflessioni che ascolterete, i video che vedrete, ai tanti eroi che hanno dato la vita per difendere la legalità. A me, ovviamente, vengono in mente i Colleghi magistrati che hanno perduto la vita e che sono stati assassinati da criminalità gravissime di vario tipo, dal terrorismo alle mafie e, certamente, agli eroi, ai martiri che hanno segnato decenni della vita italiana ,in primis, i grandissimi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma anche tutti gli altri giovani Colleghi, che per essere fedeli a quel giuramento hanno voluto mettere a proprio rischio la propria vita e in alcuni casi l’hanno persa.

Parliamo oggi di questi due eroi, che vedete rappresentati in un momento di apparente serenità mentre dentro il loro cuore c’era turbamento, perché stavano scoperchiando il cancro del nostro Paese e cioè la mafia, lo stavano facendo davvero.

Voi giovanissimi che siete nati nell’età che va oltre la digitalizzazione, nell’epoca dell’intelligenza artificiale, pensate, e in parte avete ragione, di essere maestri anche nell’insegnare ai vostri genitori, ai vostri nonni, come ci si adegua in tempo reale ai cambiamenti all’evoluzione della nostra società. Ho detto in parte perché io credo che comunque resti fondamentale anche l’esperienza che un genitore può trasmettervi -anche se non conosce l’intelligenza artificiale come la conoscete voi o non la conosce affatto- nell’insegnarvi a partecipare alla società, al mondo; i genitori vi hanno dato un’educazione che vi permette, oggi, di esser, sì, maestri di legalità ma nel senso di incoraggiare gli altri, nel senso di pretendere dagli altri che rispettino la legalità.

Anche i vostri genitori sanno che pretendete molto da loro, anzitutto che si comportino così come vi hanno detto di fare, e anche voi potete essere davvero maestri di legalità, nel momento in cui vi doveste accorgere che un vostro amico, un vostro compagno, fa qualcosa che magari vostro nonno ha detto che già dai nostri tempi non si doveva fare.

Quando parliamo di illegalità parliamo di tante forme, di quelle forme di violazioni che mettono a rischio e talvolta sacrificano la vita delle persone; chiaramente le mafie anzitutto, la criminalità organizzata, il male che ha distrutto settori della società e dell’economia.

Io ho avuto l’onore di presiedere una sezione giurisdizionale che si è occupata proprio delle infiltrazioni mafiose nell’economia legale e tuttora quest’Istituto lo sta facendo, come altri Colleghi, in altri uffici giudiziari, si occupano di investigare, di perseguire sotto il profilo penale i mafiosi.

Ma non c’è solo la mafia, ci sono le forme di terrorismo; ci sono i crimini orribili di violenza; la violenza orribile contro le donne; quelle violazioni che per un pochino di profitto in più portano alla trascuratezza o alla mancanza di regole sulla sicurezza nel lavoro e, lì, pagano con la vita le persone che per un modesto stipendio lavorano in azienda, arrampicati su delle torri, dove la mancanza di regole o la violazione delle regole porta, purtroppo, a tragici incidenti che costano la vita.

 Quindi vedete ragazzi noi parliamo di una legalità che può andare dalla legalità da difendere a tutti i costi contro le mafie, contro i crimini organizzati, a un principio che deve vivere dentro di voi, nella vita di tutti i giorni. Questa è la regola numero uno: essere voi protagonisti di una società che cresce nella legalità perché se questo non ce l’avete dentro non c’è niente da fare.

Bisogna migliorare, bisogna guardarsi allo specchio e dirsi: “potevo fare di più? Potevo, subito, immediatamente, denunciare quando ho visto un’anziana signora scippata per la strada e sbattuta per terra?” Alcuni si voltano dall’altra parte. Voi certamente no. Ne sono certo. Me lo auguro. Fatelo sempre di più.

Questi sono piccoli segnali che possono cambiare la vita di una persona che non è in grado di difendersi fisicamente da un’azione violenta, illegale, come quella di cui vi ho fatto esempio. Però poi è ovvio ci sono, come dire, tante forme di formazione della propria vita nella legalità e per la legalità, che vi fanno essere più credibili; vedete ragazzi, non vince chi è più rapido ad usare i mezzi dei social, l’informazione, l’informatica, nell’arrivare prima degli altri alla notizia. È più credibile chi è in grado di dire che, navigando, ha trovato qualcosa che non piace e decide di dirlo ai genitori, di segnalare questo aspetto. Io ho avuto anche l’onore di essere Commissario europeo alla giustizia, e in questa sede, abbiamo scoperto delle reti internazionali di pedofilia grazie alla denuncia di ragazzi come voi, giovanissimi, che avevano visto qualcosa.

Non erano andati nel deep web ancora ma le forze di polizia sono in grado di andarci subito e hanno trovato una piovra, ovvero una rete che faceva di ragazzi come voi vittime terribili, a livello internazionale intendo, perché ormai queste violenze sui ragazzi, sulle donne, questi delitti di odio, compreso l’odio razziale, non hanno confini; non pensate che sia un fenomeno della vostra città, regione o dell’Italia; sono un fenomeno, oramai, internazionale, quindi dobbiamo lavorare tutti insieme.

Sarebbe bellissimo vedere una scolaresca d’Europa. Un ideale gruppo di ragazzi che tutti insieme si scambiano le loro valutazioni su quanto si sentano al sicuro a casa propria. E si chiedano: “Hai mai scoperto qualcosa che ti ha fatto sospettare e che poi ha portato alla scoperta di delitti terribili?”.

Questa è la crescita nella legalità, indipendentemente da quello che poi farete. Crescita che comincia dal rispettare voi stessi e i vostri compagni perché se non si rispetta se stessi, se non si ama se stessi – e amare se stessi vuol dire tante cose, vuol dire avere rispetto del proprio corpo, della propria vita- e se non si rispettano gli altri, è molto difficile crescere nella legalità.

Io ricordo delle terribili vicende; spesso le leggiamo sui giornali quando proprio sono terribili ma nella vita quotidiana ce ne sono tante che, purtroppo, nessuno denuncia. Si dice che siano diminuiti molto i petty crimes – i reati più leggeri, da strada -; non è vero. È che non sono denunciati, perciò non appaiono.

Pensate al bullismo. Voi dovete essere campioni contro il bullismo; campioni di legalità per sradicare l’odio che è anche nelle parole perché bastano parole – come voi sapete -, bastano immagini, a portare giovani e giovanissime addirittura a suicidarsi per la vergogna, per il fatto di sentirsi in difficoltà nell’uscire per strada.

Capite bene che questo essere campioni di legalità contro questo tipo di offese terribili, certe volte contro vostri coetanei, vi rende più credibili, vi rende migliori dentro e migliori fuori. Non è il più violento, il più bullo ad essere il più figo – scusatemi l’espressione non proprio istituzionale da Consigliere di Stato – ma è il peggiore.

Siete voi i migliori se riuscite ad essere forti e irreprensibili contro queste forme terribili di violenza. Poi ragazzi, io ho imparato da piccolo, dai miei genitori, che ho avuto la fortuna di avere come maestri di vita oltreché come amici carissimi (se posso dirlo), frequentate le attività sportive, fate sport. Lo sport educa alla legalità perché nello sport sano deve vincere il migliore non quello che imbroglia, non quello che trucca la gara, non quello che dice palla dentro e invece la palla è fuori campo, giocando a tennis.

Questo è lo sport. È una lezione di vita continua e, sicuramente, lo sport sottrae voi ragazzi a tentazioni terribili che qualche volta ci sono; quanti ragazzi hanno raccontato, trovandosi coinvolti in situazioni tutt’altro che piacevoli – che loro avevano cominciato nell’oratorio della Parrocchia magari, poi, era arrivato qualcuno a dire “perché non vuoi fare una cosa più divertente: cominciamo a fare le corse all’azzardo di notte coi motorini in mezzo alla strada” e lì comincia il declino.

Quindi lo sport come lezione di vita e poi ve ne dico un’altra. Magari molti di voi lo fanno già ma un’altra lezione di vita che poi è vivere secondo la legalità. Imparate – e se lo fate già, bravissimi – a rispettare e a dare dignità anche a quegli amici senza parola che noi chiamiamo animali ma sono essere viventi, sono sensibili; capiscono se voi state bene o state mali; vi accompagnano, non vi tradiranno mai.

Ecco mai ai maltrattamenti per scherno, per divertimento, a queste bande di bulli che fanno i forti soltanto perché lì c’è un gattino. Questi sono tutti esempi deteriori, di come si possa non crescere nella legalità e come da parte vostra si possa e si debba invece reagire per esserne sempre più convinti ed esserne dei testimoni, se posso permettermi di dire. Io credo che tutto questo porti ad una visione corretta non esasperata o scenografica di quel concetto fondamentale che è “salviamo il mondo in cui voi crescerete”.

Noi dobbiamo farlo oggi, chi ha un potere decisionale, ma voi dovete contribuire e potete già farlo adesso. In tutte le cose che fate, in tutte le escursioni dove andate.

Io, tra i messaggi di educazione dei miei genitori con cui salivamo in montagna quando ero piuttosto piccolo, ricordo: “vedi quel fiore? Ci ha messo due stagioni per diventare così bello, se tu lo stacchi e lo porti via, in dieci secondi,  è morto”; sono stupidaggini apparentemente ma danno l’idea di come voi possiate diventare maestri di legalità per un mondo migliore.

Vogliamo un mondo migliore? Certamente sì. Noi lo vogliamo anzitutto per voi, perché è chiaro che noi, se Dio vuole, staremo su questa terra ancora molti anni ma voi certamente molti, molti di più. Allora preparate voi stessi, buoni maestri di un mondo migliore. Migliori auguri a tutti voi.”

Fonte: Consiglio di Stato

Fonte: Consiglio di Stato

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Lettera aperta per Andrea Cisternino https://francofrattini.blog/lettera-aperta-per-andrea-cisternino/ Sat, 02 Apr 2022 16:16:23 +0000 https://francofrattini.blog/?p=12131 La solidarietà raggiunge il rifugio Italia kj2 di Andrea Cisternino

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La SIOI grazie all’impegno congiunto di ENPA e al coordinamento assicurato dalla Farnesina è riuscita a far arrivare un tir di aiuti umanitari al rifugio di Andrea Cisternino che si trova sito a nord di Kiev e che, da giorni totalmente isolato, aveva terminato le scorte per lui ed i suoi collaboratori e per tutti gli amici animali, creature senzienti, ospiti del rifugio.

Il carico donato da SIOI ed ENPA di generi alimentari per gli animali e di beni di prima necessità per le persone che al rifugio lavorano insieme ad Andrea è finalmente arrivato a destinazione superando momenti di non poca difficoltà e di forzata attesa.

Desidero ringraziare per l’attenzione costante l’Unità di Crisi della Farnesina e l’Ambasciatore Pier Francesco Zazo per la prontezza con cui ha dato riscontro all’appello congiunto di SIOI ed ENPA.
Un ringraziamento speciale a Save Ukraine e ai trasportatori del carico che hanno accettato i rischi di condurre questa missione a scopo umanitario.

Vorrei, infine, ringraziare soprattutto Andrea Cisternino e dirgli che apprezzo il suo coraggio e la sua grande coerenza, i gravissimi rischi che ha corso per l’amore che ci accomuna per gli animali che è riuscito a salvare e che cura premurosamente nel suo rifugio. Un plauso all’associazione di Andrea, Uniti per Loro, che in questi giorni difficili è sempre stata in contatto con Andrea per supportarlo e sostenerlo.

Andrea è rimasto in Ucraina con i suoi e per i suoi animali e meritava quello che noi abbiamo fatto per lui in segno di amicizia, di solidarietà e di stima.

Franco Frattini

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LA DIFFICILE CONVIVENZA TRA CREATURE UMANE E NON UMANE https://francofrattini.blog/la-difficile-convivenza-tra-creature-umane-e-non-umane-2/ Wed, 30 Mar 2022 15:24:12 +0000 https://francofrattini.blog/?p=12161 Il caso dell’orso M57 e la motivazione dei provvedimenti contingibili e urgenti

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La difficile convivenza tra creature umane e non umane. Il caso dell’orso M57 e la motivazione dei provvedimenti contingibili e urgenti (Nota a Consiglio di Stato, Sezione Terza, 3 novembre 2021, n. 7366)

PDF Sentenza: link

di Silvia Casilli

Sommario: 1. Premessa: i fatti di causa e il ricorso al Consiglio di Stato – 2. Orientamenti in materia del CdS e precedenti della Sezione Terza: la sentenza n. 571/2021 – 3. La soluzione della Sezione Terza: la sentenza n. 7366/2021 – 4. L’esercizio del potere contingibile e urgente – 5. Il rischio di abuso degli strumenti del c.d. diritto amministrativo dell’emergenza: tensione con il principio di legalità.

1. Premessa: i fatti di causa e il ricorso al Consiglio di Stato

Con la sentenza n. 7366 del 2021, la Terza Sezione del Consiglio di Stato si è pronunciata in ordine al ricorso agli strumenti del c.d. diritto amministrativo dell’emergenza e, più segnatamente, in tema di motivazione e vizi dell’atto. In particolare, ha affrontato la questione dell’esercizio del potere contingibile e urgente in capo al Presidente della Provincia e del relativo sindacato giurisdizionale affermando l’illegittimità dell’ordinanza che ha disposto la captivazione permanente dell’orso M57, adottata in assenza del preventivo necessario parere dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) richiesto allo scopo di consentire una valutazione in merito al regime più adeguato e maggiormente conforme ai parametri normativi in relazione alle esigenze di tutela sia dell’animale che della collettività. 

La vicenda contenziosa – sulla falsa riga di altre similari portate all’attenzione dello stesso Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento – trae origine dai ricorsi (nn. 152 e 153/2020) presentati davanti al Tar Trento dall’Ente Nazionale Protezione Animali E.N.P.A. Onlus (di seguito “E.N.P.A.”) e dall’Organizzazione Internazionale Protezione Animali Oipa Italia Odv (di seguito “OIPA”) per l’annullamento del provvedimento, ovvero dell’ordine, comunque impartito dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento con cui è stata disposta la cattura per la captivazione permanente dell’esemplare di orso denominato M57, ai sensi degli articoli 52 d.P.R. n. 670/1972 e 18 legge regionale n. 1/1993[1].

Con sentenza n. 55/2021, il Tar Trento rigettava i ricorsi proposti, tra gli altri, da E.N.P.A. e OIPA, ritenendo che il provvedimento di cattura per la captivazione permanente presso la struttura denominata Casteller dell’orso M57 fosse esente dai vizi prospettati con i ricorsi di primo grado. 

Contestualmente, nel giudizio di primo grado veniva resa ordinanza cautelare, anch’essa appellata (da E.N.P.A. e OIPA) e riformata dalla successiva ordinanza cautelare n. 329/2021 del Consiglio di Stato.

Avverso la sentenza ricorrevano E.N.P.A. e OIPA deducendo sotto diversi profili, come già in primo grado, il difetto di motivazione e di istruttoria da cui sarebbe stato viziato il provvedimento impugnato dinanzi al giudice di prime cure e l’insussistenza, nel caso di specie, dei presupposti per la cattura e captivazione permanente.

In particolare, le appellanti sostenevano che il giudice di prime cure non avesse adeguatamente motivato la propria decisione, appiattendosi sulle difese dell’Amministrazione, la quale assumeva la decisione di addivenire alla captivazione permanente dell’esemplare M57 in radicale difetto di presupposto e senza aver dapprima dimostrato la non praticabilità di altre alternative, pur espressamente previste dal PACOBACE[2]. Veniva fatto riferimento alle circostanze di fatto che avevano condotto alla cattura dell’animale ed in particolare al difetto di istruttoria riguardo al presupposto principale, vale a dire l’elemento dell’aggressione che l’orso avrebbe posto in essere, senza essere provocato[3], nonché il conseguente difetto di motivazione sul punto. Dalle risultanze procedimentali non figurava originariamente una diretta escussione del soggetto aggredito ed anzi, le uniche dichiarazioni raccolte contenevano una serie di elementi tali da far dubitare della ricostruzione fattuale accolta dal giudice di prime cure.

Si costituivano in giudizio il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (ora Ministero della Transizione Ecologica[4]) e la Provincia Autonoma di Trento, che proponeva appello incidentale, pur impugnando curiosamente una statuizione del tutto favorevole, al solo fine di contestare il percorso motivazionale della sentenza nella parte in cui ha ritenuto che l’esercizio del potere in deroga all’iter ordinario, attribuito dall’art. 52 comma 2 d.P.R. n. 670/1972, presupponesse il duplice requisito dell’aggressione da parte dell’orso senza essere provocato e del suo mancato allontanamento successivo all’aggressione medesima.

2. Orientamenti in materia del CdS e precedenti della Sezione Terza: la sentenza n. 571/2021

La questione, non nuova al Consiglio di Stato[5], è stata affrontata più volte, da ultimo con una esaustiva pronuncia[6], cui la stessa sentenza in commento rimanda. 

Svariate volte il Collegio richiama, anche nell’ottica dell’esigenza di sinteticità ex art. 3 comma 2 d. lgs. 104/2004, la ricostruzione operata in precedenza nella sentenza n. 571/2021, sebbene quest’ultima fosse giunta a conseguenze del tutto opposte al caso in esame affermando la legittimità, in quanto giustificato dal pericolo per l’incolumità di persone, animali e cose, dell’utilizzo, da parte del Presidente della Provincia di Trento, dei poteri di urgenza ex artt. 52 comma 2, d.P.R. n. 670/1972 e 18 comma 2, legge regionale n. 1/1993.

I giudici della Terza Sezione ravvisavano come non potesse ritenersi che la normativa statale applicativa dei principi sovranazionali in materia di tutela delle specie protette (ursus arctos canis lupus) escludesse l’applicazione di poteri straordinari che eludano autorizzazioni e pareri degli organi competenti. In altri termini, una volta ammessa dall’art. 1 legge provinciale Trento n. 9/2018 – a determinate condizioni e secondo un procedimento che vede il coinvolgimento di alcune autorità – la possibilità di catturare o, in casi ancor più eccezionali, sopprimere l’orso per prevenire danni gravi[7], non può allora escludersi il ricorso al potere d’urgenza, attraverso l’ordinanza contingibile e urgente, nel caso di un pericolo tale da non consentire il ricorso alla disciplina ordinaria.

Condizione per il prelievo, la cattura e l’uccisione dell’orso o del lupo è, però, che non esista altra soluzione valida e che non si pregiudichi il mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente della popolazione della specie interessata nella sua area di ripartizione naturale[8]. E, in ragione della natura emergenziale del provvedimento, volto a prevenire gravi pericoli che minaccino l’incolumità dei cittadini, implicito è che ogni determinazione amministrativa da assumere in tale materia richieda a monte il rigoroso svolgimento di una compiuta e mirata istruttoria volta a riscontrare l’effettiva sussistenza dei presupposti di necessità e urgenza cui si correla una situazione di effettivo e concreto pericolo per l’integrità dei beni tutelati. Imprescindibile è allora un’indagine che dia adeguatamente conto della situazione fattuale tale da dimostrare l’impossibilità di fronteggiare l’urgenza con gli ordinari strumenti di amministrazione attiva.

Nel caso di specie il Collegio aveva ritenuto soddisfatti tutti i requisiti di cui sopra e, per l’effetto, sussistenti i presupposti per l’esercizio del potere contingibile e urgente. L’eccezionalità dello strumento utilizzato – in luogo dello strumento normativo ordinario che impone il preventivo parere favorevole del Ministero dell’Ambiente – lungi dal poter essere adoperato in via generale, è giustificata dal fatto che nel caso di specie lo stesso Ispra non aveva negato la “problematicità” dell’esemplare né la possibilità, tra le altre, della soluzione della cattura ed in aggiunta nessun atto era stato adottato al riguardo a livello ministeriale, sopraggiungendo ormai la stagione estiva nella quale maggiore si fa il rischio di “incontri indesiderati”. 

Quanto poi al piano della discrezionalità e del relativo sindacato del giudice, la Terza Sezione ha chiarito che la valutazione in ordine alla pericolosità degli episodi di cui si era reso protagonista il plantigrado ha carattere prettamente discrezionale; ne consegue che il sindacato giurisdizionale trova applicazione solo relativamente ai casi di manifesta illogicità, irragionevolezza e travisamento dei fatti[9], mentre al sindacato del giudice amministrativo deve rimanere estraneo l’accertamento della gravità degli episodi posti a base delle ordinanze[10].  

3. La soluzione della Sezione Terza: la sentenza n. 7366/2021

La Sezione Terza, pronunciatasi il 3 novembre 2021 con sentenza n. 7366, dichiarata l’inammissibilità dell’appello incidentale[11], ha poi esaustivamente, salvo il rimando al proprio precedente sopra menzionato, esaminato i motivi dell’appello principale, ravvisandone la fondatezza.

Sotto un primo profilo, le appellanti lamentavano l’error in iudicando, il difetto di istruttoria e motivazione sotto plurimi profili, nonché la violazione di diverse disposizioni di legge, comprese la mancata acquisizione del parere dell’Ispra e la violazione del PACOBACE del luglio 2015.

Il Collegio riconosceva il difetto di istruttoria viziante il provvedimento impugnato e riguardante proprio il principale elemento dell’aggressione da parte del plantigrado, e ne deduceva il conseguente difetto di motivazione. 

Dalle risultanze procedimentali, infatti, afferma la Terza Sezione, non emergeva vi fosse stata una diretta escussione del soggetto aggredito, risultando invece solo le dichiarazioni rese da un altro soggetto – peraltro in contrasto con quanto accertato dalla sentenza di primo grado e con quanto dichiarato solo successivamente dal soggetto aggredito – e non potendosi ritenere completa un’istruttoria che prescindeva in un primo momento da dichiarazioni[12] che, si legge nella sentenza del Tar Trento, sarebbero poi state formalizzate solo in data successiva.

Sotto questo profilo, la pronuncia del Consiglio di Stato affronta il cruciale aspetto della piattaforma istruttoria che deve sorreggere la decisione del giudice amministrativo e, prima ancora, l’esercizio del potere. Afferma il Collegio che “la piattaforma istruttoria su cui poggia il provvedimento impugnato in primo grado è, alla stregua del principio tempus regit actum, quella che ha cristallizzato lo stato di fatto al momento della sua adozione (e che ha dunque giustificato l’esercizio del potere)[13]. Ne consegue che la successiva escussione del teste principale non può sorreggere ex postuna fase decisionale carente in punto di attenta ricognizione dei presupposti fattuali legittimanti l’esercizio del potere.

In quest’ottica, fuorviante è l’affermazione, ripetuta dai giudici amministrativi trentini, dei limiti del sindacato giurisdizionale dei provvedimenti normativi in materia, in quanto disvela, invece, un errore prospettico risultante dalla sovrapposizione di due piani diversi, sia dal punto di vista concettuale, che delle censure di cui sono stati oggetto: quello della sussistenza dei presupposti per l’adozione dei provvedimenti da una parte; quello dell’ampiezza del potere discrezionale dell’amministrazione nell’adozione degli stessi (una volta accertata la sussistenza dei relativi presupposti) dall’altra.

Sotto il profilo logico e cronologico, non si può prescindere allora dal previo accertamento del dato fattuale. Ed è evidente che la qualificazione giuridica del fatto accertato, successiva all’accertamento che ne è propedeutico, nonché condizionante poi il successivo esercizio del potere, presuppone una corretta ricostruzione delle risultanze probatorie acquisite al procedimento, la cui coerenza e completezza può senz’altro costituire oggetto di sindacato giurisdizionale, perlomeno sotto il profilo – rilevante nel caso in esame – dell’applicazione dei canoni dell’inferenza logica. Diverso è invece il piano del sindacato giurisdizionale sull’esercizio del potere discrezionale.

Nel caso di specie, i dati istruttori acquisiti prima dell’adozione del provvedimento impugnato in primo grado evidenziavano notevoli deficit sul piano istruttorio e motivazionale tali da integrare un vizio invalidante autosufficiente a determinare la caducazione del provvedimento, che viene infatti annullato in sede di appello. Invero, laddove il provvedimento amministrativo sia censurato relativamente alla discrasia tra l’istruttoria procedimentale e la decisione provvedimentale – nel senso che una cattiva istruttoria ha viziato l’adozione del provvedimento, reso in assenza dei presupposti richiesti – ciò “è condizione necessaria e sufficiente per disporne l’annullamento nella sede giurisdizionale in cui tale contrasto sia dedotto; potendo al più l’amministrazione, in sede di riedizione del potere, una volta assegnato – in virtù dell’effetto conformativo del giudicato – l’esatto significato al compendio istruttorio acquisito agli atti, valutare la sussistenza dei presupposti per l’adozione di eventuali, ulteriori tipologie provvedimentali[14].

La Terza Sezione ha allora riformato la sentenza gravata e annullato il provvedimento impugnato ritenendo la carenza sul piano istruttorio e motivazionale un vizio da solo idoneo a caducare il provvedimento. Tale motivo è stato ritenuto assorbente di altri comunque fondati, come l’assenza del parere dell’Ispra, ulteriore elemento a conferma del deficit istruttorio che affligge il provvedimento impugnato.

4. L’esercizio del potere contingibile e urgente

Fulcro della questione affrontata dal Consiglio di Stato è il potere di ordinanza contingibile e urgente di cui all’art. 52 comma 2 del d. P.R. 670/1972. La già citata sentenza n. 571/2021 fornisce un esaustivo inquadramento normativo della disciplina avente ad oggetto l’esercizio del potere da parte del Presidente della Provincia, su cui è opportuno soffermarsi.

Il potere di ordinanza extra ordinem, che ha come caratteristica quella di essere prevista dal legislatore solo riguardo all’attribuzione del potere, restando libera[15] nei contenuti – potendo anche derogare alle norme vigenti, purchè venga comunque garantito il rispetto dei principi generali dell’ordinamento – non comporta, laddove usato nella sua declinazione derogatoria, una vera e propria abrogazione, ma solo una deroga temporanea alle fonti primarie in ossequio all’implicito principio della limitatezza dello spatium temporis  della loro applicazione.

Le fonti del diritto emergenziale, infatti, “non si limitano a sospendere per un periodo di tempo determinato l’efficacia di una o più norme anteriori, ma – per quel periodo di tempo – disciplinano certe fattispecie in modo diverso da quelle; eppure non producono i medesimi effetti della deroga in senso proprio, che, caratterizzata dalla definitività, non è altro che una forma di abrogazione parziale[16]

La Costituzione non detta una disciplina esplicita sul punto[17], non prevedendo un diritto speciale dell’emergenza; prevede, tuttavia dei controlimiti, emergenti in primis dall’art. 2 quanto alla dignità umana, imponendo che ogni sacrificio sia proporzionato alla necessità e urgenza.

Dunque, necessità, proporzionalità, bilanciamento, giustiziabilità e temporaneità. Questi i criteri volti ad assicurare una tutela sistemica della carta costituzionale.

Le ordinanze libere sono provvedimenti irrinunciabili in uno stato di diritto, in quanto devolvono taluni aspetti che il legislatore non può toccare in profondità al giudizio discrezionale della p.a.; la loro impossibilità nell’essere definite a monte in tutti i loro aspetti è strutturale, in quanto regolano situazioni emergenziali eccezionali, per definizione non predeterminabili. Sono ammesse in quanto riguardanti settori in cui il principio di legalità, nella sua astrattezza e generalità, non può predeterminare gli infiniti casi in cui la p.a. deve intervenire con urgenza; ma non per questo si può prescindere dal rispetto del principio generale.

Per quanto attiene all’esercizio del potere di ordinanza contingibile e urgente nello specifico ambito ambientale, dal quadro normativo a livello sovranazionale emerge come possano essere autorizzate delle deroghe ai divieti di uccisione delle specie protette, qualora queste siano necessarie al fine della salvaguardia di altri interessi, e che il loro bilanciamento compete alle autorità nazionali, nel rispetto delle condizioni e dei limiti derivanti dai vincoli europei e internazionali.

La direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992 all’art. 16 prevede, infatti, che: “a condizione che non esista un’altra soluzione valida e che la deroga non pregiudichi il mantenimento, in uno stato di conservazione soddisfacente, delle popolazioni della specie interessata nella sua area di ripartizione naturale, gli Stati membri possono derogare alle disposizioni previste dagli articoli 12, 13, 14 e 15, lettere a) e b): a) per proteggere la fauna e la flora selvatiche e conservare gli habitat naturali; b) per prevenire gravi danni, segnatamente alle colture, all’allevamento, ai boschi, al patrimonio ittico e alle acque e ad altre forme di proprietà; c) nell’interesse della sanità e della sicurezza pubblica o per altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale o economica, e motivi tali da comportare conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente”. Inoltre, la Convenzione relativa alla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa, adottata a Berna il 19 settembre 1979, ratificata e resa esecutiva in Italia con l. 5 agosto 1981, n. 503, all’art. 6 prescrive che ogni parte contraente adotterà leggi e regolamenti per la salvaguardia delle specie di fauna selvatica specificamente elencate nell’allegato II, per le quali è vietata ogni forma di cattura e uccisione intenzionale.

Tra le specie protette rientrano gli orsi (e il lupo). Degli esemplari di tali specie il successivo art. 9 della Convenzione di Berna consente l’abbattimento “per prevenire importanti danni a colture, bestiame, zone boschive, riserve di pesca, acque e altre forme di proprietà”, nonché “nell’interesse della salute e della sicurezza pubblica […]”.

Nell’ordinamento interno, anche prima dell’adozione della “Direttiva habitat” 92/43/CEE e del suo regolamento di attuazione[18], era stata introdotta la disciplina di tutela delle specie protette e del prelievo venatorio con la l. 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio), che all’art. 1 annovera la fauna selvatica nel patrimonio indisponibile dello Stato e, all’art. 2, per alcune specie, tra le quali l’orso e il lupo, prevede un particolare regime di protezione, anche sotto il profilo sanzionatorio.

Ma, nella prospettiva di un bilanciamento della protezione di tali specie con le esigenze di tutela del suolo, del patrimonio zootecnico e delle produzioni agricole, l’art. 19 della stessa l. 157/1992 demanda proprio alle Regioni il controllo della fauna selvatica, ivi comprese le specie dell’orso e del lupo (anche nelle zone vietate alla caccia), da esercitare selettivamente, mediante l’utilizzo di metodi ecologici e su parere dell’ex Istituto nazionale per la fauna selvatica (Infs), poi confluito nell’Ispra, fino a consentire l’abbattimento di tale fauna quando i metodi ecologici si rivelino inefficaci.

Le attività poste in essere nell’ambito dei piani di abbattimento regionali costituiscono legittimo esercizio di un potere previsto dalla stessa l. 157/1992 e non possono, pertanto, integrare la condotta sanzionata dal successivo art. 30, rientrando nella cornice autorizzatoria del citato art. 19.

Alla descritta disciplina statale di tutela delle specie protette si sovrappone il regolamento attuativo della “Direttiva habitat”, di cui al d.P.R. n. 357/1997; tale normativa prevede una protezione rigorosa anche per l’orso e il lupo e attribuisce il potere di autorizzare la deroga al divieto di cattura o uccisione delle specie protette al solo Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentiti per quanto di competenza il Ministro per le politiche agricole e l’Ispra “a condizione che non esista un’altra soluzione valida e che la deroga non pregiudichi il mantenimento, in uno stato di conservazione soddisfacente, delle popolazioni della specie interessata nella sua area di distribuzione naturale […]”[19].

Lo stesso d.P.R., all’art. 1, comma 4, attribuisce alle Regioni a Statuto speciale e alle Province autonome di Trento e Bolzano la competenza a dare attuazione agli obiettivi del regolamento, “nel rispetto di quanto previsto dai rispettivi statuti e dalle relative norme di attuazione”.

Va anche rilevato che il comma 1 dell’articolo unico, l. prov. 11 luglio 2018, n. 9 ha attribuito al Presidente della Provincia di Trento (e di quella di Bolzano) la competenza ad autorizzare il prelievo, la cattura e l’uccisione dell’orso (e del lupo), purché ciò avvenga a specifiche condizioni, ovvero al dichiarato fine di dare attuazione alla normativa comunitaria in materia di conservazione degli habitat naturali e seminaturali e per proteggere la fauna e la flora selvatiche caratteristiche dell’alpicoltura e conservare i relativi habitat naturali, prevenire danni gravi, specificatamente alle colture, all’allevamento, ai boschi, al patrimonio ittico, alle acque ed alla proprietà, nell’interesse della sanità e della sicurezza pubblica. In tali casi, il Presidente della Provincia di Trento  può autorizzare la cattura e l’uccisione dei soli esemplari delle specie protette (ursus arctos e canis lupus), previo parere dell’Ispra e sempre che non sussistano altre soluzioni valide e non venga messa a rischio la conservazione della specie.

Dunque, la disciplina sopra menzionata, autorizza una serie di azioni, la cui intensità è graduata dalla già menzionata tabella PACOBACE, in ragione dell’accertamento di taluni presupposti fattuali che giustificano la cattura di esemplari protetti. 

Fondamentale, come chiarito dal Consiglio di Stato, è distinguere i limiti del sindacato giurisdizionale in relazione ai diversi aspetti della sussistenza dei presupposti per l’esercizio del potere e dell’ampiezza del potere discrezionale della p.a. (una volta però che sia stata accertata la sussistenza dei presupposti per l’esercizio del potere stesso).

Nel caso in esame, invece, il primo giudice ha ritenuto di supplire alla carenza del provvedimento amministrativo, contenente una giustificazione fattuale dei poteri esercitati contrastante con la base istruttoria acquisita al relativo procedimento, proponendo una giustificazione diversa, ma comunque equipollente sul piano degli effetti, di modo da affermarne comunque la non annullabilità. Tuttavia, se il giudice può discostarsi dal nomen iuris offerto dall’amministrazione, qualificando diversamente il fatto sul piano giuridico, non può però superare la censura del difetto di istruttoria, ritenendo che i presupposti fattuali siano comunque idonei a supportare un provvedimento amministrativo diverso, anche sul piano motivazionale, da quello in concreto adottato.

Ebbene, nel caso di specie, veniva superata la censura del difetto di istruttoria proprio riguardo a provvedimenti, quali le ordinanze extra ordinem, atipici nel contenuto, ma che, a maggior ragione, devono essere adeguatamente sorretti su un piano motivazionale[20]. Tanto più se aventi ad oggetto atti di disposizione di specie protette, la cui esperibilità deve necessariamente essere il frutto di un bilanciamento volto ad incidere il meno possibile sull’equilibrio della fauna e flora selvatica. 

Condizione per il prelievo, la cattura o l’uccisione dell’orso (e del lupo) è, dunque, che non esista un’altra soluzione valida – e questo non poteva che emergere da un’adeguata fase istruttoria e conseguente giustificazione sul piano motivazionale, assenti nel caso di specie – e che non si pregiudichi il mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente della popolazione della specie interessata nella sua area di ripartizione naturale. Inoltre, anche laddove la captivazione permanente risulti l’unica soluzione possibile, in ogni caso il Presidente della Provincia non può essere esonerato dall’assicurare all’esemplare posto in captivazione un habitat il più possibile vicino a quello naturale, per non costringere tale esemplare a vivere in uno stato di abbrutimento che, oltre a sostanziarsi in forme di maltrattamento, finisce per rendere ancora più aggressivo il plantigrado[21]. Dunque c’è sì un’attenzione alle condizioni dell’orso, ma anche questa attenzione è strumentale ad un tornaconto umano, vale a dire evitare il rischio di rendere l’orso eccessivamente pericoloso ed aggressivo.

Proprio quest’ultimo aspetto stimola un’ulteriore riflessione in tema di rapporto tra natura e diritto[22] e, in particolare, sulla tradizionale costruzione del diritto in chiave fortemente antropocentrica[23], che si sostanzia in una visione estrattiva[24] e per l’effetto inevitabilmente anche distruttiva dell’uomo che, di fatto, assume un ruolo totalmente egemone determinando, con il proprio intervento, un dominio incontrollato e dalle conseguenze infauste sulla natura. 

5. Il rischio di abuso degli strumenti del c.d. diritto amministrativo dell’emergenza: tensione con il principio di legalità

Una volta affrontata la disciplina del potere di ordinanza contingibile e urgente, è opportuno muovere qualche osservazione sul rischio, già paventato, del suo abuso e conseguente frizione con il centrale principio di legalità. 

Una delle censure mosse dalle appellanti, nonché già evidenziate dal Consiglio di Stato con la citata ordinanza cautelare n. 329/2021, aveva ad oggetto la mancanza del parere Ispra. A tal proposito è interessante la conclusione della sentenza gravata che, in argomento, ha ritenuto non condivisibile neppure l’ulteriore rilievo formulato dal Consiglio di Stato con l’ordinanza cautelare n. 329 del 2021, secondo il quale il provvedimento impugnato sarebbe comunque illegittimo in quanto adottato in assenza della necessaria valutazione dell’Ispra; e ciò in ragione di una lettura del potere contingibile e urgente che appare poco rispettosa del principio di legalità.

Il Tar Trento ha, infatti, concluso nel senso che “avendo il Presidente della Provincia agito nell’esercizio del potere in deroga attribuitogli dall’art. 52 comma 2 del d.P.R. n. 670/1972, non possano essere accolte né la censura incentrata sulla mancata acquisizione del parere preventivo dell’Ispra, né tantomeno la censura incentrata sul fatto che il presidente della provincia non abbia provveduto ad informare immediatamente l’Ispra e il Ministero dell’Ambiente del provvedimento adottato”. D’altronde, già la difesa della Provincia aveva affermato la non necessarietà del parere Ispra sul presupposto della natura extra ordinem del potere esercitato, in ragione del fatto che l’ordinanza contingibile e urgente sarebbe “destinata a disciplinare transitoriamente situazioni non tipizzabili per le quali il legislatore non può configurare ‘a monte’ poteri di intervento tipici[25].

Ebbene, tale lettura non sembra valorizzare a sufficienza l’importanza che il principio di legalità deve incarnare nell’ordinamento.

La Terza Sezione, in maniera categorica ha infatti ribadito, mediante il richiamo a quanto affermato dalla Corte Costituzionale già con sentenza n. 127/1995, la sussistenza di una relazione tra proporzionalità e tipicità, nel senso che l’assenza di tipicità deve essere compensata e bilanciata dal rapporto di proporzionalità esistente fra intensità dell’esigenza emergenziale e il contenuto dispositivo della misura provvedimentale. Il potere straordinario, infatti, proprio in quanto potere amministrativo, deve soggiacere ai limiti di questo, tra cui il principio di proporzionalità.

D’altronde, si registrerebbe altrimenti una frizione anche con il principio di legalità, configurando la possibilità del rischio di abuso degli strumenti del diritto amministrativo dell’emergenza; la straordinarietà, infatti, può predicarsi al più per provvedimenti ad effetto transitorio, laddove la captivazione permanente – nel caso di specie disposta in deroga ai necessari adempimenti procedimentali – è una misura logicamente incompatibile con un orizzonte temporalmente limitato.

A fronte, dunque, dell’esercizio del potere contingibile e urgente, che si pone al limite del principio di legalità per sua stessa natura[26], il rispetto del principio medesimo si garantisce anche mediante una stringente istruttoria in punto di fatto, nonché valorizzando la motivazione (e la sua non integrabilità postuma), la cui mancanza, per l’appunto, è il fulcro dell’argomentazione delle ricorrenti[27].

[1] L’articolo 52 d.P.R. n. 670/1972, in particolare, al secondo comma prevede che il Presidente della Provincia “adotta i provvedimenti contingibili ed urgenti in materia di sicurezza e di igiene pubblica nell’interesse delle popolazioni di due o più comuni”. 

L’art. 18 legge regionale n. 1/1993, invece, disciplina i provvedimenti contingibili e urgenti del sindaco, prevedendo che “il sindaco adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico, i provvedimenti contingibili ed urgenti in materia di sanità ed igiene, edilizia e polizia locale al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minaccino l’incolumità dei cittadini; per l’esecuzione dei relativi ordini, può richiedere al questore, ove occorra, l’assistenza della forza pubblica”.

[2] Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali (denominato PACOBACE), adottato dalle Amministrazioni territoriali coinvolte e approvato con Decreto direttoriale n. 1810 del 5 novembre 2008.  Rappresenta il documento di riferimento per la gestione dell’Orso bruno (ursus arctos) per le Regioni e le Province autonome delle Alpi centro-orientali, costituendo il primo esempio in Italia di Piano d’Azione concertato e formalmente approvato dagli Enti territoriali coinvolti.

Alla luce del notevole incremento demografico della popolazione dell’orso, con conseguente aumento delle situazioni problematiche, le amministrazioni hanno concordato con l’allora Ministero dell’Ambiente e Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) una modifica del capitolo 3 del Piano d’Azione, che definisce l’“orso problematico” in maniera più precisa, prevedendo, nell’ambito della definizione del grado di problematicità dei possibili comportamenti di un orso e relative azioni possibili (Tabella 3.1), una serie di azioni particolarmente problematiche, per le quali può essere consentita l’attivazione di azioni energiche, comprese la cattura per captivazione permanente e l’abbattimento. Ferme restando tutte le azioni di dissuasione che dovranno essere poste in essere secondo la normativa vigente, viene mantenuta invariata l’obbligatorietà della richiesta di autorizzazione al Ministero per ogni intervento di rimozione.

Tale modifica, formalmente approvata dalle Amministrazioni coinvolte, è stata resa esecutiva con Decreto Direttoriale Prot. 0015137 PNM del 30 luglio 2015.

[3] Comportamento questo collocato al punto 18 della Tabella 3.1,  con conseguente previsione delle c.d. azioni di controllo energiche, integranti gli interventi di: cattura con rilascio allo scopo di spostamento e/o radiomarcaggio; cattura per captivazione permanente; abbattimento.

[4] Si leggano i futuri riferimenti al Ministero dell’Ambiente in ragione della sua denominazione all’epoca dei fatti.

[5] Per alcuni precedenti contributi pubblicati sul tema si rinvia a D. Russo, La (difficile?) convivenza dell’uomo con l’orso. Osservazioni sull’ordinanza del T.A.R. Trento, Sez. Un. 31 luglio 2020, in Diritto e giurisprudenza agraraia alimentare e dell’ambiente, 2020, 5; Id. Sicurezza pubblica e benessere animale. Osservazioni sull’ordinanza del Consiglio di Stato n. 7065/2020, in Diritto e giurisprudenza agraraia alimentare e dell’ambiente, 2021, 1.

Osservazioni sull’ordinanza del Consiglio di Stato n. 7065/2020, ivi, 2021,

[6] Consiglio di Stato, Sezione Terza, 19 gennaio 2021, n. 571.

[7] Specificatamente alle colture, all’allevamento, ai boschi, al patrimonio ittico e ad altre forme di proprietà, per garantire l’interesse della sanità e della sicurezza pubblica o per altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale o economica (Corte Cost. 27 settembre 2019, n. 215).

[8] Cons. Stato, Sez. Terza, n. 571/2021 p. 13.

[9] Si tratta infatti di una valutazione espressione di ampia discrezionalità che, per giurisprudenza consolidata e costante, può essere assoggettata al sindacato del giudice amministrativo solo sotto il profilo della sua logicità in relazione alla rilevanza dei fatti accertati.

[10] Aspetto, quest’ultimo, che riveste un’importanza cruciale nella motivazione della pronuncia in esame.

[11] La pronuncia di inammissibilità dell’appello incidentale, proposto dalla Provincia, si giustifica in ragione del difetto del requisito della soccombenza. La Provincia di Trento, infatti, contestava la sentenza nella parte in cui l’esercizio del potere di ordinanza veniva subordinato ad un quid pluris rispetto all’atto di aggredire senza essere provocato – atto in ogni caso ritenuto sussistente nel caso di specie – ammettendo così di impugnare una “statuizione, pur favorevole alle ragioni della Provincia nella parte in cui afferma il legittimo ricorso al potere di ordinanza”. Veniva, dunque, contestato il percorso motivatorio del Tribunale, pur difettando nel caso di specie l’imprescindibile requisito della soccombenza. Sul punto, si legga, ex multis, Consiglio di Stato, Sez. Terza, n. 2827/2016: “l’appello incidentale può essere validamente rivolto avverso un capo di decisione rispetto al quale sia configurabile una soccombenza, mentre non può in alcun modo essere proposto nei confronti di una locuzione della motivazione che non si è, tuttavia, tradotta in una decisione sfavorevole per la parte che la contesta con l’impugnazione incidentale, non essendo configurabile, in tale ultima fattispecie, alcun interesse processualmente rilevante alla sua correzione nel giudizio di secondo grado”.

[12] Quali quelle del soggetto aggredito, formalizzate solo in data 4 settembre 2020 e contrastanti con quanto dichiarato invece, nell’immediatezza del fatto, da altro soggetto presente al momento dell’aggressione.

[13] Cons. Stato, Sez. Terza, n. 7366/2021, p. 7.

[14] Cons. Stato, ibidem, p. 9.

[15] Per questa ragione anche dette “ordinanze libere”.

[16] Sul punto, per una trattazione tuttavia incentrata sul potere contingibile e urgente in relazione all’emergenza pandemica, P. Sorrentino, Emergenza, salus publica e Costituzione, in G. Chiesi-M. Santise, Diritto e Covid-19, Giappichelli, Torino, 2020, p. 439.

[17] Diversamente dalle Costituzioni francese, spagnola e ungherese, quella italiana si limita a prevedere la decretazione d’urgenza (decreti legge, art. 77 Cost.), lo Stato di guerra (art. 78) ed il potere sostitutivo dello Stato ai sensi dell’art. 120 comma 2 Cost.

[18] D.P.R. n. 357 del 1997.

[19] Art 11 comma 1, d.P.R. n. 357/1997.

[20] In più, si legge nella sentenza in commento, che il parere Ispra – dalla cui acquisizione il Presidente della Provincia e lo stesso tar Trento avevano ritenuto di poter prescindere – ha natura assolutamente necessaria e infungibile, anche alla luce del bilanciamento tra diversi interessi in gioco.

[21] Così affermato da Cons. Stato, Sez. Terza, n. 571/2021.

[22] Si legga al riguardo P.L. Portaluri, Lupus lupo non homo. Diritto umano per l’ethos degli “animali”?, in Il diritto dell’economia, anno 4 n. 97 (3 2018), pp. 658-774 per il tema dell’estensione della soggettività giuridica, e della relativa azionabilità dei diritti, alle creature non umane. Il contributo, oltre a ricostruire il tema dal punto di vista diacronico e su diversi piani di complessità, offre un’interessante riflessione (mediante il richiamo a P. Singer, Animal liberation, 1975, ed. it. Liberazione Animale, Milano, 2003) sull’intrinseco legame tra specismo, razzismo e sessismo, imponendo così una considerazione sull’imprescindibilità di un approccio intersezionale per il perseguimento di un’uguaglianza effettiva.

Si legga anche G. Demuro, I diritti della Natura, in Federalismi.it, editoriale, 23 febbraio 2022.

[23] Sul punto si richiama ancora, per un’esaustiva trattazione in chiave critica, P.L. Portaluri, Lupus lupo non homo., op. cit. e P.L. Portaluri, La cambiale di Forsthoff. Creazionismo giurisprudenziale e diritto al giudice amministrativo, Napoli, 2021, capitolo sesto per una proposta di superamento radicale del diritto soggettivo tradizionale mediante un’apertura alla “nuova situazione spiccatamente transizionale dei diritti trans-soggettivi”, i quali “né si terminano in un oggetto, né si esauriscono in un soggetto, piuttosto li attraversano per propagarsi altrove, senza mai soffermarsi su un titolare. Sono diritti senza padrone”( P. Femia, Transsubjektive (Gegen)Rechteoder die Notwendigkeit die Wolken in einen Sack zu fangen, in A. Fischer- Lescano, H. Franzki, J. Horst (per cura di), Gegenrechte. Rechte jenseits des Subjekts, Tübingen, Mohr Siebeck, 2018, p. 351).

[24] Cfr. F. Capra, U. Mattei, Ecologia del diritto. Scienza politica, beni comuni, Sansepolcro, 2017.

[25] Come si legge a p. 7 della memoria di replica della Provincia Autonoma di Trento.

[26] Nonché con i principi di tipicità e nominatività. Tale potere si concreta, come detto, infatti, in provvedimenti, quali le ordinanze extra ordinem, previste dal legislatore quanto all’attribuzione del potere, e dunque nominate, ma libere nei contenuti e comunque subordinate al rispetto dei principi generali dell’ordinamento.

[27] Detto altrimenti, il potere di ordinanza “presuppone situazioni non tipizzate dalla legge di pericolo effettivo, la cui sussistenza deve essere accertata attraverso un’adeguata istruttoria e suffragata da congrua motivazione, poiché solo in ragione di tali situazioni si può giustificare la deviazione dal principio di legalità degli atti amministrativi e la possibilità di derogare alla normativa vigente, stante la configurazione residuale, a chiusura del sistema, di tali tipologie di provvedimenti” (T.A.R. Trento 16 aprile 2021, n. 56, Camera di consiglio del 25 marzo 2021).

Fonte: giustiziainsieme.it

PDF Sentenza:

cds-terza-7366-2021-orso-1

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Giustizia, Frattini al Consiglio di Stato: “Pnnr è occasione per riforme strutturali” https://francofrattini.blog/giustizia-frattini-al-consiglio-di-stato-pnnr-e-occasione-per-riforme-strutturali/ Tue, 22 Feb 2022 07:09:00 +0000 https://francofrattini.blog/?p=12080 Nel discorso di insediamento, il neopresidente parla dei cambiamenti necessari nella giustizia e nella pubblica amministrazione e richiama alla legalità

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“Ho sempre cercato di vivere con coerenza e continuità il mio servizio per le Istituzioni pubbliche, in Italia e in Europa. Uno spirito che mi impegno a conservare anche nei prossimi anni, a partire da oggi, coronando questo percorso alla guida di quella che noi consiglieri di Stato abbiamo sempre considerato la nostra ‘casa madre’. Queste le parole del presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini nel giorno del suo insediamento e di presentazione della “Relazione sull’attività della Giustizia Amministrativa” per il 2021.

Una cerimonia in cui il neopresidente ha sottolineato come, nonostante la pandemia, il sistema giustizia sia andato avanti e in cui ha toccato i punti fondamentali da cui partire per aprire una nuova stagione per l’Italia nel segno della ripresa e delle sfide che ci aspettano.

Efficienza e credibilità, responsabilità e rifiuto delle logiche di appartenenza. Sono queste le basi, secondo Frattini, per rinnovare il Paese, partendo dalla giustizia e dalla magistratura.

 Il capitolo giustizia amministrativa

“Bisogna ripensare le modalità e le forme dell’accesso alla Giustizia amministrativa, per trovare un punto di equilibrio tra le risorse umane, che non possono essere potenziate oltre un certo limite, e le esigenze di tutela, che non possono rimanere insoddisfatte”, ha detto.

Frattini ha poi sottolineato che: “Occorre pensare a più efficaci procedure alternative di risoluzione delle controversie . L’esperienza straniera ci insegna che ciò migliora l’efficienza della giustizia, riducendo il carico di lavoro dei tribunali e offrendo agli interessati l’opportunità di risolvere le controversie in modo più efficace sul piano dei costi”. È necessario poi, secondo il presidente, rivedere anche il linguaggio della giustizia, perché “le pronunce non sono scritte per i giuristi, ma per i cittadini”.

 Il capitolo Pnnr, occasione per riforme strutturali

Frattini si è poi soffermato a lungo sul tema del Pnnr (Piano Nazionale di Ripresa e resilienza), un’occasione irripetibile, afferma “per alcune riforme strutturali: giustizia, pubblica amministrazione, concorrenza, fisco, semplificazione e razionalizzazione normativa”.

Per il presidente del Consiglio di Stato, a monte del Pnnr, bisogna affrontare “i perduranti fattori di crisi del sistema pubblico”: una “legislazione spesso ipertrofica e confusa e un’amministrazione con troppe paure”.

In vista, poi, degli importanti flussi di finanziamento promessi all’Italia nel quadro del Pnnr, che serviranno per il rilancio del Paese, il presidente Frattini ha sollecitato il rinforzo dell’attività di controllo e prevenzione dell’infiltrazione criminale nell’economia. “Un monitoraggio di legalità che garantisca la maggioranza delle imprese italiane che non hanno a che fare con le mafie”.

Fonte: Rainews.it

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Frattini: « Kiev diventi neutrale: serve il modello Finlandia » https://francofrattini.blog/frattini-kiev-diventi-neutrale-serve-il-modello-finlandia/ Tue, 15 Feb 2022 04:58:00 +0000 https://francofrattini.blog/?p=9223 L’invasione dell’Ucraina non conviene davvero neppure a Putin

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Da un mese esatto è il neo presidente del Consiglio di Stato, ma Franco Frattini è – forse prima di tutto – un esperto di politica internazionale, ex ministro degli Esteri in due governi Berlusconi, commissario europeo sotto la presidenza Barroso, uomo che conosce molto bene gli equilibri geopolitici e in particolare i rapporti con la Russia.

Frattini, che evoluzione vede della crisi ucraina?
«Che mi pare difficilmente verosimile un’escalation militare che conduca ad un’azione bellica».

Gli ultimi segnali, in effetti, sembrerebbero andare in questa direzione. Ma perché, secondo lei?
«Basta guardare gli interessi in campo dell’Occidente, degli Stati Uniti e della Russia. E, al di là di un certo scambio di altolà minacciosi, l’invasione dell’Ucraina non conviene davvero neppure a Putin».

Come mai?
«Non avrebbe poi la forza politica ed economica per reggere una reazione occidentale. In più c’è anche un fronte “interno”, se così si può dire».

Cioè?
«Tra ucraini e russi ci sono rapporti, legami. E la popolazione non accetterebbe mai un’invasione russa e a quel punto si rivolterebbe. Per questo, credo, anche quando parla del gas lo stesso Putin si affretta a dire che non lo toglierà all’Ucraina».

In questi giorni, in queste ore, sono in corso colloqui, visite di esponenti europei a Kiev e Mosca. Quale può essere, secondo lei, una soluzione?
«La via della pace è ancora esplorabile, anche perché altrimenti non sarebbero andati là prima Macron, poi Scholz e ora Di Maio. C’è una strada, che da varie parti si sta esplorando e che non è stata smentita neppure dopo l’incontro tra Macron e Putin, dove pure il Cremlino aveva corretto la nota francese che parlava di “soluzione vicina”. La strada è la “finlandizzazione” dell’Ucraina».

Spieghi per i non addetti ai lavori
«Nel 1970, quando la Finlandia temeva l’influenza dell’allora Unione Sovietica si decise di rendere neutrale la Finlandia: né schierata con la Nato, ma neppure con l’Urss. Uno Stato cuscinetto, tra Norvegia e Danimarca da una parte e il blocco baltico dell’altra. Aderì anche l’Austria, il cui confine è a soli 20 chilometri da Bratislava, allora Cecoslovacchia».

E secondo lei questa è una strada percorribile anche per l’Ucraina?
«Sì, anche perché l’eventuale entrata dell’Ucraina non è un tema di domani, visto che per Statuto non possono entrare nell’alleanza atlantica i Paesi che non hanno tutti i requisiti di stabilità e pacificazione interna».

L’Italia può giocare un ruolo?
«Sicuramente, anche perché adesso bisognerà rinnovare la carica di segretario generale della Nato. E dopo quattro segretari provenienti tutti dal Nord (l’ultimo è il norvegese Stoltenberg, ndr) sarebbe utile che il baricentro della Nato guardasse non solo verso il Baltico ma anche verso la stabilizzazione dell’area del Mediterraneo».

In lizza, però, pare ci sia Theresa May, ex premier inglese
«Questa in realtà sarebbe una ferita per la Nato. Sarebbe la seconda deroga consecutiva al principio secondo cui, dato che il comandante delle forze armate è americano, il segretario proviene da uno dei Paesi della Ue».

Qualcuno potrebbe fare il suo nome?
«Sono stato in corsa nel 2013, poi l’Italia decise di ritirare la mia candidatura. Ora sono al Consiglio di Stato, non è materia su cui interloquire».

Come si sta comportando l’Europa rispetto alla vicenda ucraina?
«Il presidente americano Biden ha invocato unità ma pare che l’Europa sia ancora divisa al suo interno. Ci sono in atto dei colloqui singoli con Putin da parte dei principali Paesi europei, ma credo che il “formato Normandia” (il gruppo creato nel 2014 da Germania, Russia, Ucraina e Francia per affrontare la questione del Donbass, ndr) vada rilanciato. Rispetto alla Russia, i singoli non possono avere quella leva negoziale che invece produrrebbe l’Europa».

La neutralità dell’Ucraina dovrebbe essere a tempo, o permanente?
«Quella della Finlandia va avanti dal 1970, non porrei limiti alla divina provvidenza… Si potrebbe anche affiancare con un monitoraggio al quale potrebbero partecipare Francia, Italia, Germania e Polonia e credo che anche la Russia ne avrebbe tutto l’interesse. Perderebbe l’influenza di diritto sulla regione, ma manterrebbe quella di fatto. E si sterilizzerebbero anche le spinte nazionaliste filo-ucraine all’interno del Paese».

Teme una nuova Guerra fredda?
«Mi fa molto di più paura l’incidente che possa provocare una “guerra calda”. Un missile lanciato per errore, da una o dall’altra parte, che distrugga una casa, un villaggio, delle vite umane».

E il rischio di blocco delle forniture di gas?
«Quella diventerebbe una guerra “gelata”… Ma Putin non l’ha mai detto di voler togliere il gas all’Ucraina e anche due settimane fa, parlando ad un gruppo di imprenditori italiani ha detto: “Non vi preoccupate, sarete trattati bene”. Utile ma sbagliato da parte sua, visto che poi del gas russo hanno bisogno anche altri».

Cosa dovrebbe dire Putin?
«Dovrebbe lanciare un messaggio: nessun ricatto all’Occidente sulle forniture del gas. Magari lanciato da Ankara, visto che Erdogan è stato il più abile e il più veloce ad offrirsi come mediatore. Questo sicuramente aiuterebbe a non mescolare la politica con una forma sgradevolissima di ricatto. Anche perché i Paesi, le aziende, si sono fidate, hanno sottoscritto contratti ventennali, avviato investimenti importanti».

Cosa ha sbagliato l’Occidente con Putin?
«Nel dare la sensazione, accelerando con l’espansione della Nato verso Est, che con alcuni Paesi si seguivano le trafile ordinarie ma che quando si trattava di accerchiare la Russia le regole potessero essere anche by-passate. Fu un errore, e lo dissi all’epoca da ministro degli Esteri, spiegando che poi la Russia avrebbe reagito».

Dopo la fine del blocco Usa-Urss, quali blocchi vede adesso nel mondo?
«Sicuramente quello tra Stati Uniti e Cina. Poi quello della cintura orientale dell’Europa verso la Russia. Mentre l’Europa è a geometrie variabili».

Dica la verità, c’è stato un momento in cui è stato davvero in corsa per il Quirinale?
«Guardi, è una cosa che ho appreso leggendo i giornali, perché nessuno mi ha cercato. Da parte mia faccio solo un grande applauso al Presidente Mattarella. Essere tirato in mezzo mi ha anche infastidito».

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Franco Frattini: “Non possiamo permetterci una nuova Guerra fredda” https://francofrattini.blog/franco-frattini-non-possiamo-permetterci-una-nuova-guerra-fredda/ Tue, 15 Feb 2022 04:07:00 +0000 https://francofrattini.blog/?p=9233 Intervista del Presidente del Consiglio di Stato all'agenzia di stampa russa Ria Novosti.

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Nel febbraio 2007 il Presidente russo Vladimir Putin teneva il suo memorabile discorso alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza, mettendo in guardia dai rischi di un mondo unipolare e dall’allargamento della Nato. Sono passati 15 anni. Cosa direbbe oggi a proposito?

Quindici anni dopo il mondo è molto cambiato, perché gli Stati Uniti hanno capito che un mondo unipolare non era possibile. Questo lo hanno capito perché la crescita enorme della Cina, dell’India e anche direi della Russia in questi anni ha reso necessario un multipolarismo e una nuova collaborazione che probabilmente nel 2007 il Presidente George Bush Jr. non voleva.

Certo, ci sono dei problemi per quanto riguarda le questioni di sicurezza. Anche quelle oggi sono molto cambiate. Faccio solo un esempio. Nel 2007 la Cina era un Paese totalmente neutrale. Oggi, con la Shangai Cooperation Organisation, a cui aderisce anche la Russia, è certamente quella parte dell’Asia che sta facendo investimenti militari molto importanti. La Cina ha delle situazioni di grande difficoltà come Taiwan con il Pacifico e così via. Quindi è cambiato molto nel senso di una necessità di collaborazione multilaterale. Su questo il Presidente Putin aveva ragione nel 2007 a dire che dobbiamo superare l’unipolarismo, cioè questa visione per cui gli USA sono il poliziotto globale che sistema tutto quanto.

Quanto all’allargamento della NATO è una questione antica. Noi, Paesi della NATO, abbiamo deciso a suo tempo che non era il momento per l’allargamento alla Georgia. Perché? Perché c’era una situazione di crisi, c’erano dei territori contestati che erano pretesi dalla Russia e invece anche dalla Georgia stessa. E tutti sanno che lo Statuto della NATO non permette di far entrare Paesi che hanno in corso delle situazioni di contestazione grave sui territori. E quindi l’Ucraina che rivendica la Crimea e le province dell’Est ha dei problemi dentro casa. È una situazione che deve prima essere risolta e poi si vedrà.

Non è certamente una buona ragione dire che la NATO stia arrivando in Ucraina. La NATO evidentemente ha una funzione di deterrenza e di contenimento. La conclusione è che tra la stessa NATO e la Russia, a mio avviso, deve ricominciare un dialogo non ancora ai massimi livelli, ma un dialogo. La riunione di poco tempo fa del Consiglio NATO-Russia che nacque qui in Italia a Pratica di Mare è stato un segnale molto importante. Quindi io penso che l’unico modo per evitare queste accuse reciproche sia quello di parlarsi. Vedo che il Segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken e il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov si parlano, si consultano. Questo è l’unico modo che riesce a prevenire un’escalation della crisi e penso che sia solo questa la strada giusta.

L’attuale tensione in Europa legata alla situazione intorno all’Ucraina genera serie preoccupazioni. Come, a Suo parere, è possibile risolvere questa acuta crisi nei rapporti tra la Russia e l’Occidente?

Il problema sull’Ucraina può essere risolto solo con un dialogo costante che per ora sta coinvolgendo singoli Paesi. Per esempio la Francia di Emmanuel Macron è molto attiva, ma anche l’Italia con il Presidente Mario Draghi che ha avuto conversazioni al telefono con Putin anche di recente. E la tesi dell’Italia l’hanno espressa in questi giorni in Parlamento i Ministri degli Esteri e della Difesa: noi siamo per il dialogo con la Russia, ma ci aspettiamo che la Russia non compia dei gesti pericolosi.

Tutti dicono che la Russia vuole invadere l’Ucraina. Io non credo che voglia invadere l’Ucraina, ma occorrerebbe qualche segnale di rassicurazione. Se no, torniamo agli anni della Guerra fredda in cui tutti schieravano le truppe e poi, per fortuna, nessuno sparava la bomba. Ma se succede l’incidente, magari sul confine, qualcosa di grave può succedere.

Ho letto un’intervista di un consigliere del Presidente Putin che dice: “Sono follie quelle che noi vogliamo invadere l’Ucraina”. Io penso che la Russia non abbia nessuna voglia e soprattutto nessuna convenienza ad invadere quei territori. Perché chiaramente alla Russia interessa: in primis, a non essere assorbita dalla Cina in una alleanza unilaterale in cui alla fine chi comanda rischia di essere solo la Cina; e secondo, ha interesse a dialogare con l’Occidente, perché il tema dell’energia ad esempio, rende indispensabile quel dialogo.

Non credo che Putin stia pensando ad un’azione militare di invasione dell’Ucraina. Penso che per risolvere questa crisi senza che nessuno perda la faccia, come si usa dire, occorre che ciascuno dia un messaggio di dialogo. Putin ha dato dei messaggi di dialogo, Macron ha ritenuto di farlo in modo molto chiaro, la NATO previdentemente fa un altro mestiere, poi ora il Segretario Generale sta andando via e quindi sostanzialmente il ruolo della NATO lo vedremo in pieno col nuovo Segretario, con la nuova struttura. Io penso che Paesi di buona volontà come la Francia, l’Italia, come la stessa Germania lo capiscano perfettamente, ma devo dire anche che lo stesso Segretario di Stato americano e la sua vice Wendy Sherman finora si sono rivelati negoziatori che preferiscono il dialogo all’azione violenta. È ovvio che qualche minaccia nei negoziati e nei rapporti un po’ difficili ci può stare pure. L’importante è che le minacce non diventino realtà, questo è il punto essenziale.

La Russia ha sollevato la questione della necessità da parte dell’Occidente di concedere delle garanzie giuridiche di sicurezza. Una delle richieste chiave è di non consentire un ulteriore allargamento della NATO. C’è la speranza che i paesi occidentali vengano incontro alla Russia?

Abbiamo già parlato dell’ulteriore allargamento della NATO. È chiaro che la NATO non si può impegnare per il futuro a qualcosa. Attualmente la situazione è bloccata da molti e molti anni ed è bloccata semplicemente perché i requisiti per entrare nella NATO sono requisiti molto stretti. Quindi tutti questi Paesi che dicono che potrebbero diventare membri della NATO, non hanno i requisiti per entrare nell’alleanza.

Io credo che la garanzia occidentale può essere che nessun Paese occidentale e la stessa NATO non contribuirà all’escalation. Questa può essere una garanzia. Come ha detto lo stesso Presidente americano Joe Biden in tutti i suoi discorsi, oggi la vera preoccupazione è la Cina, non è la Russia. La Russia ci dà qualche problema, qualche preoccupazione, certamente sul tema dell’Ucraina, sul tema della sicurezza energetica, ma ne abbiamo sempre parlato.

Quindi venire incontro alla Russia può voler dire garantire che da parte occidentale non ci saranno azioni ostili. Certamente ci sono i segnali che mettono in guardia la controparte, sia la Russia, sia la parte occidentale. Ma questo non deve mai diventare azione. Finché se si lanciano dei messaggi, si dice: “Attenzione a quello che fate!” questo sta nella logica di rapporti che oggettivamente adesso sono un po’ complicati. Ma questo non vuol dire assolutamente togliere le garanzie di sicurezza. Per una ragione: se poi la tensione diventa azione militare, poi ci rimettono tutti quanti. E non è immaginabile nemmeno lontanamente una guerra in territorio del continente europeo. Perché la Russia non è Unione europea, ma è sicuramente una significativa parte del continente europeo. E il continente europeo non può essere attraversato da azioni militari. Questo è sicuro.

L’Italia potrebbe giocare un ruolo nella normalizzazione dei rapporti tra la Russia da un lato e l’UE e la NATO dall’altro, come ha menzionato il Presidente Putin a dicembre alla conferenza stampa di fine anno?

L’Italia già ora gioca un ruolo per normalizzare i rapporti. Prima di tutto il Presidente Draghi ha detto con chiarezza che noi con la Russia vogliamo continuare il dialogo, dialogo strategico su alcuni temi: il terrorismo, la collaborazione su certi temi economici, la stabilizzazione del Medio Oriente, il Mediterraneo, la Libia. La Russia ha un ruolo importantissimo in Libia e noi riteniamo la Libia priorità italiana importante…

Quindi l’Italia ha un ruolo e dice sempre che il dialogo coi russi e con la Russia ci deve stare. Questo lo diciamo sia bilateralmente, sia dentro l’Unione europea. Penso che questo ruolo continuerà ad essere giocato. Sia il Ministro degli esteri Luigi Di Maio, sia il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini hanno detto in Parlamento: Noi abbiamo delle “linee rosse”, certo. Se la Russia invade con i suoi soldati le province dell’Est dell’Ucraina, questo non è assolutamente immaginabile, né accettabile. Ma la Russia ha detto più volte che non ci pensa nemmeno, addirittura che è una follia questa ipotesi e che non accadrà mai.

Posso dire, noi lavoriamo perché questo non accada mai. Questo è il punto importante su cui l’Italia è in un certo senso il ponte tra l’Occidente, l’Unione europea e la Russia.

Cosa pensa oggi del Formato Normandia? E ancora efficace o deve essere cambiato?

Il Formato Normandia è un forum che deve essere rafforzato politicamente, cioè tutti quelli che ne fanno parte devono avere più volontà politica, perché altrimenti finisce che Putin vede personalmente Biden, poi vede Macron, poi magari vede Draghi. Invece occorrerebbe che quel gruppo diventi un gruppo politico più forte. Purtroppo ha perso un pochino lo slancio che aveva all’inizio. Questa è la verità. Adesso va bene che Putin veda Biden, Macron, Draghi o qualcun altro, però occorrerebbe una struttura più forte per questo dialogo.

Le sanzioni economiche rimangono una degli strumenti principali per esercitare influenza da parte dell’Occidente verso la Russia. Anche ora si sta preparando un altro pacchetto di sanzioni, talvolta definite “infernali”. Come valuta questo strumento politico?

Le sanzioni economiche sono uno strumento di pressione e certamente lo strumento di pressione scatta se ci sono violazioni gravi. Nel momento in cui ci fosse una escalation con un’invasione o con incidenti gravi, questo non si può escludere. Io ho detto sempre che sono contrario a una politica basata sulle sanzioni, preferisco una politica basata sul dialogo. Quindi prima di parlare di nuove sanzioni nei confronti della Russia, noi dobbiamo cercare di eliminare le cause di questi problemi.

Faccio un esempio. Se il Presidente Putin oltre all’Italia, desse garanzie sulle forniture di gas all’Europa (che in parte ha anche dato), sarebbe un gesto molto apprezzato, perché chiaramente molti europei dipendono dalle forniture del gas russo. Sarebbe bello che il Presidente russo dicesse: “Le nostre forniture di energia, che sono state date fino a ieri non solo all’Italia ma ad altri Paesi europei, continuino ad essere date agli stessi Paesi”. Quindi evitare le distinzioni tra amici e non amici. Questo sarebbe un gesto di visione, di leadership, di strategia che in Europa sarebbe molto apprezzato. Io spero che la cosa si risolverà con una ripresa piena delle forniture di gas, non solo all’Italia ma anche ad altri paesi europei.

Nel momento in cui c’è bisogno del gas russo è difficile che mettano delle sanzioni contro la Russia. È tutto un equilibrio della diplomazia.

Secondo Lei sarà possibile nel futuro prossimo premere di nuovo il “reset button”, come hanno fatto nel 2009 Sergey Lavrov e allora Segretario di Stato Hillary Clinton?

Quando noi abbiamo creato il gruppo NATO-Russia che è diventato poi Consiglio permanente erano anni molto difficili nei rapporti tra l’Occidente e la Russia. Perché all’epoca era il primo tentativo di mettere le basi missilistiche vicino a Kaliningrad, nel cuore dell’Europa. E pure, anche se quello era un momento molto difficile, poi da quello abbiamo fatto un reset e siamo andati al senso contrario, cioè al dialogo.

Io credo che dipenda dalla volontà politica delle due parti. Penso che il Presidente americano abbia la volontà di impegnarsi, perché, ripeto, lui ha problemi di politica interna e problemi con la Cina. Per quale motivo dovrebbe tenere un fronte aperto anche con la Russia, che magari sul Medio Oriente e sul Mediterraneo può essere d’aiuto? Da parte del Presidente Putin ho sentito dichiarazioni molto positive e ora bisogna che la diplomazia da quelle dichiarazioni faccia arrivare un reset vero.

Quello sarebbe un tentativo che presupporrebbe che tutte e due le parti siano garanti, s’impegnino davvero che non ci siano né incidenti, né provocazioni. Ci vuole certamente un po’ di tempo, però credo che dopo gli incontri di Ginevra si possa fare qualcosa in quella direzione. Sarebbe bello per la sicurezza di tutti.

Tirando le somme, si sente ottimista al riguardo dell’attuale situazione internazionale?

Io credo che più che essere ottimista, oggi noi dobbiamo fare di tutto perché prevalga la pace, il dialogo e la collaborazione. È un nostro dovere come Paesi, come gruppi di Paesi, perché non possiamo permetterci nel territorio del continente europeo un conflitto, un’escalation, una tensione. Non possiamo permetterci una nuova Guerra fredda. Quindi è chiaro che è un obbligo di tutte e due le parti. Io non so se ci riusciremo. Voglio essere ottimista. Si dice in Italia “ottimismo della volontà”: impegnarci, fare di tutto perché il, nostro ottimismo si realizzi. Questo sarebbe la cosa migliore.

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Франко Фраттини: мы не можем себе позволить новую холодную войнy https://francofrattini.blog/%d1%84%d1%80%d0%b0%d0%bd%d0%ba%d0%be-%d1%84%d1%80%d0%b0%d1%82%d1%82%d0%b8%d0%bd%d0%b8-%d0%bc%d1%8b-%d0%bd%d0%b5-%d0%bc%d0%be%d0%b6%d0%b5%d0%bc-%d1%81%d0%b5%d0%b1%d0%b5-%d0%bf%d0%be%d0%b7%d0%b2%d0%be/ Tue, 15 Feb 2022 01:18:00 +0000 https://francofrattini.blog/?p=9238 Запад и Россия не могут себе позволить новую холодную войну, считает известный европейский политик и дипломат Франко Фраттини, возглавляющий ныне Государственный совет Италии

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Запад и Россия не могут себе позволить новую холодную войну, считает известный европейский политик и дипломат Франко Фраттини, возглавляющий ныне Государственный совет Италии. В интервью корреспонденту РИА Новости в Риме Сергею Старцеву 64-летний профессиональный юрист, который на недавних выборах президента республики был одним из основных претендентов на высший государственный пост, рассказал, почему он не верит в возможность вторжения России на Украину, какие гарантии Запад может предоставить РФ, и можно ли осуществить “перезагрузку” наших сложных отношений.

– В феврале 2007 года президент России Владимир Путин выступил со знаменитой речью на Мюнхенской конференции по безопасности, в которой он предостерег от опасности однополярного мира и расширения НАТО. С тех пор прошло 15 лет. Что вы могли бы сказать сегодня по этому поводу?

– Пятнадцать лет спустя мир сильно изменился, поскольку США поняли, что однополярный мир уже не возможен. Они поняли это потому, что бурный рост Китая, Индии и, добавлю, России за эти годы сделал необходимым многополярность и новое сотрудничество, которых в 2007 году президент Джордж Буш-младший, вероятно, не хотел.

Конечно, в том, что касается безопасности, проблемы существуют. Они тоже сильно изменились. Приведу только один пример. В 2007 году Китай был полностью нейтральной страной. Сегодня с Шанхайской организацией сотрудничества, в которую входит и Россия, это, несомненно, та часть Азии, которая осуществляет очень крупные военные инвестиции. Китай имеет дело с такими ситуациями большой сложности, как Тайвань с Тихим океаном и так далее. А значит, многое изменилось и в смысле необходимости многостороннего сотрудничества. В этом отношении президент Путин был прав в 2007 году, когда говорил, что мы должны преодолеть однополярность, то есть такое видение, согласно которому США являются глобальным полицейским, который везде наводит порядок.

Что касается расширения НАТО, то это старый вопрос. Мы, страны НАТО, в свое время решили, что не пришел момент расширения за счет принятия Грузии. Почему? Потому что была кризисная ситуация, были территории, которые оспаривались, на которые претендовали Россия и сама же Грузия. Но все знают, что устав НАТО не позволяет принимать страны, в которых имеют место ситуации, связанные с острыми территориальными спорами. А, следовательно, Украина, которая требует обратно Крым и восточные территории, имеет проблемы у себя дома. Значит, сначала должна быть разрешена эта ситуация, а потом будет видно.

Так что говорить о том, что НАТО приходит на Украину, конечно, не стоит. Очевидно, что у НАТО есть функция сдерживания и ограничения. Отсюда вывод: между самой НАТО и Россией, на мой взгляд, должен вновь начаться диалог, еще не на высшем уровне, но диалог. Недавнее заседание Совета Россия-НАТО, созданного здесь в Италии, в Пратика-ди-Маре, стало очень важным сигналом. Поэтому я думаю, что единственный способ избежать этих взаимных обвинений – это разговаривать друг с другом. Я вижу, что госсекретарь США Энтони Блинкен и министр иностранных дел России Сергей Лавров разговаривают друг с другом, консультируются. Это единственный способ предотвратить эскалацию кризиса, и я считаю, что только этот путь верный.

– Нынешняя напряженность в Европе, связанная с ситуацией вокруг Украины, вызывает серьезную озабоченность. Как, на ваш взгляд, можно разрешить этот острый кризис в отношениях между Россией и Западом?

– Проблема с Украиной может быть решена только посредством постоянного диалога, в который пока вовлечены отдельные страны. Например, очень активна Франция Эммануэля Макрона, а также Италия с премьер-министром Марио Драги, который имел телефонные беседы с Путиным, в том числе, недавно. А итальянскую концепцию изложили на днях в парламенте министры иностранных дел и обороны: мы за диалог с Россией, но мы ожидаем, что Россия не будет совершать опасных действий.

Все говорят, что Россия хочет вторгнуться на Украину. Я не думаю, что она хочет вторгнуться на Украину, но некоторые успокаивающие сигналы были бы необходимы. Иначе мы вернемся к годам холодной войны, когда все развертывали свои войска, и потом, к счастью, никто не сбрасывал бомбу. Но если произойдет инцидент, например, на границе, может случиться нечто опасное.

Я прочитал интервью одного из советников президента Путина, который говорит: “Это безумие считать, что мы хотим вторгнуться на Украину”. Думаю, у России нет никакого желания и, прежде всего, никакой выгоды, чтобы вторгаться на эти территории. Ясно, что Россия заинтересована, во-первых, в том, чтобы не быть поглощенной Китаем в одностороннем союзе, где есть риск, что в итоге командовать будет один Китай. И во-вторых, она заинтересована вести диалог с Западом, потому что энергетическая тема, например, делает такой диалог обязательным.

Не считаю, что Путин думает о военном вторжении на Украину. Я думаю, чтобы разрешить этот кризис, и чтобы все, как говорится, сохранили свое лицо, нужно, чтобы каждый дал сигнал к диалогу. Путин направил такие месседжи диалога, Макрон решил сделать это в очень ясной форме. НАТО предусмотрительно занимается другим делом, и потом сейчас генеральный секретарь уходит со своего поста, и поэтому по существу роль НАТО мы в полной мере увидим уже с новым генсеком, с новой структурой. Думаю, что такие страны доброй воли, как Франция, Италия, как и та же Германия прекрасно это понимают, но должен также сказать, что и госсекретарь США и его заместитель Уэнди Шерман пока проявили себя как переговорщики, предпочитающие диалог принудительным действиям. Очевидно, что какие-то угрозы на переговорах и в несколько осложнившихся отношениях могут и быть. Главное, чтобы эти угрозы не становились реальностью, это основной пункт.

– Россия поставила вопрос о необходимости предоставления Западом правовых гарантий безопасности. Одним из ключевых требований является недопустимость дальнейшего расширения НАТО. Есть ли надежда на то, что страны Запада в этом пойдут навстречу России?

– Мы уже говорили о дальнейшем расширении НАТО. Ясно, что НАТО не может брать на себя каких-то обязательств на будущее. В настоящее время ситуация уже заблокирована многие и многие годы и заблокирована потому, что требования для вступления в НАТО очень жесткие. Таким образом, все эти страны, которые говорят, что могли бы стать членами НАТО, не отвечают требованиям для вступления в альянс.

Я считаю, что западные гарантии могут заключаться в том, что ни одна страна Запада и сама НАТО не будут содействовать эскалации. Это может быть гарантией. Как заявлял во всех своих речах сам президент США Джо Байден, подлинное беспокойство сегодня вызывает Китай, а не Россия. Россия создает нам некоторые проблемы, вызывает у нас определенную озабоченность, конечно, по проблеме Украины, в отношении энергетической безопасности, но мы всегда говорили об этом.

Так что идти навстречу России может означать гарантию, что со стороны Запада не будет враждебных действий. Несомненно, есть признаки, которые настораживают противную сторону, как Россию, так и Запад. Но это никогда не должно становиться действием. До тех пор, пока направляются месседжи, говорится: “Будьте внимательны к тому, что вы делаете!”, это отвечает логике отношений, которые сейчас объективно несколько осложнены. Но это вовсе не означает полного отказа от гарантий безопасности. По одной причине: если затем напряженность перерастет в военные действия, то проиграют все. А войну на территории европейского континента даже отдаленно нельзя себе представить. Потому что Россия не относится к Евросоюзу, но это, безусловно, значительная часть европейского континента. А европейский континент не может быть затронут военными действиями. Это точно.

– Может ли Италия сыграть роль в нормализации отношений между Россией с одной стороны и ЕС и НАТО с другой, как об этом говорил президент РФ Владимир Путин на декабрьской пресс-конференции по итогам 2021 года?

– Италия уже сейчас играет роль в нормализации отношений. Прежде всего, премьер-министр Драги четко заявил, что с Россией мы хотим продолжать диалог – стратегический диалог по ряду вопросов, таких как терроризм, сотрудничество по некоторым экономическим проблемам, стабилизация Ближнего Востока, Средиземноморье, Ливия. Россия играет весьма важную роль в Ливии, а мы считаем Ливию одним из важных итальянских приоритетов…

Итак, у Италии есть своя роль, и она всегда говорит о том, что диалог с русскими, с Россией должен быть. Это мы говорим как в двусторонних отношениях, так и внутри Европейского союза. Полагаю, такую роль мы будем играть и впредь. Как министр иностранных дел Луиджи Ди Майо, так и министр обороны Лоренцо Гуэрини заявили в парламенте: у нас есть “красные линии”, конечно. Абсолютно немыслимо и неприемлемо, если Россия со своими солдатами вторгнется в восточные районы Украины. Но Россия много раз говорила, что даже не думает об этом, что само это предположение – безумие, и что этого никогда не произойдет.

Могу сказать, что мы работаем, чтобы этого никогда не произошло. Это важный пункт, и Италия в определенном смысле является здесь мостом между Западом, Европейским союзом и Россией.

– Что вы думаете сегодня относительно “нормандского формата”? Он все еще эффективен или должен быть изменен?

– “Нормандский формат” – это форум, который необходимо укрепить политически. То есть все, кто в него входят, должны иметь больше политической воли, потому что в противном случае все закончится тем, что Путин лично увидится с Байденом, затем с Макроном, потом, возможно, с Драги. Однако нужно, чтобы эта группа стала более сильной политической структурой. К сожалению, она несколько утратила тот импульс, который имела вначале. Это правда. Хорошо, что сейчас Путин видится с Байденом, Макроном, Драги или с кем-то еще. Однако для диалога нужна более мощная структура.

– Экономические санкции остаются одним из главных средств влияния стран Запада на Россию. Вот и сейчас готовится очередной пакет таких санкций, которые порой называют “адскими”. Как вы оцениваете этот политический инструмент?

– Экономические санкции – это инструмент давления и, конечно, инструмент давления срабатывает, если есть серьезные нарушения. В случае эскалации со вторжением или с серьезными инцидентами, этого исключать нельзя. Я всегда говорил, что я против политики, основанной на санкциях, и предпочитаю политику, основанную на диалоге. Так что прежде чем говорить о новых санкциях против России, нам надо постараться устранить причины этих проблем.

Приведу пример. Если бы президент Путин помимо Италии дал гарантии на поставки газа Европе (которые он частично даже дал), этот жест был бы очень высоко оценен, поскольку очевидно, что многие европейцы зависят от поставок российского газа. Хорошо было бы президенту России сказать: “Наши энергетические поставки, которые до вчерашнего дня осуществлялись не только в Италию, но и в другие европейские страны, продолжатся в те же страны”. То есть не делая различий между друзьями и не друзьями. Это был бы дальновидный, лидерский, стратегический жест, который высоко оценили бы в Европе. Надеюсь, что это дело решится посредством полного возобновления поставок газа не только в Италию, но и в другие европейские страны.

Когда есть необходимость в российском газе, сложно ввести санкции против России. Все дело в дипломатическом балансе.

– Как вы считаете, можно ли будет в ближайшем будущем вновь нажать на кнопку “перезагрузки”, как это сделали в 2009 году Сергей Лавров и тогдашний госсекретарь Хиллари Клинтон?

– Когда мы создали группу Россия-НАТО, которая впоследствии стала постоянным Советом, это были очень трудные времена в отношениях между Западом и Россией. Потому что тогда была предпринята первая попытка создать ракетные базы под Калининградом, в самом сердце Европы. И все же, несмотря на то, что это был очень сложный момент, затем мы провели “перезагрузку” и устремились в обратную сторону, то есть к диалогу.

Я считаю, что это зависит от политической воли обеих сторон. Думаю, что у американского президента есть желание взять на себя обязательства, потому что, повторяю, у него есть внутриполитические проблемы и проблемы с Китаем. Зачем ему держать открытый фронт еще и с Россией, которая могла бы оказать помощь на Ближнем Востоке и в Средиземноморье? Я слышал весьма позитивные заявления со стороны президента Путина, и теперь необходимо, чтобы дипломатия от этих заявлений довела дело до настоящей “перезагрузки”.

Это была бы попытка, предполагающая, что обе стороны являются гарантами, что они действительно обязуются, чтобы не было ни инцидентов, ни провокаций. Конечно, это требует некоторого времени, но я считаю, что после женевских встреч можно что-то сделать в этом направлении. Это было бы хорошо для безопасности всех.

– Подводя итог сказанному, можете ли вы назвать себя оптимистом в отношении нынешней международной ситуации?

– Думаю, что сегодня нужно не столько быть оптимистом, сколько делать все возможное, чтобы возобладали мир, диалог и сотрудничество. Это наш долг как стран, как групп стран, потому что мы не можем себе позволить конфликт, эскалацию, напряженность на территории европейского континента. Мы не можем себе позволить новую холодную войну. А значит ясно, что это обязанность обеих сторон. Не знаю, сможем ли мы это сделать. Хочу быть оптимистом. В Италии говорят об “оптимизме воли”: брать на себя обязательства, делать все, чтобы наш оптимизм оправдался. Это было бы самое лучшее.

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