Saluto trascritto del Presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini in occasione della premiazione delle tre scuole vincitrici del bando, promosso con il Ministero dell’Istruzione, “Recuperiamo la legalità per vivere nella libertà e, quindi, nella dignità” nel ricordo di Falcone e Borsellino e dei tanti eroi civili della storia del nostro Paese.: l’Istituto Don Milani di Randazzo (CT), il liceo Umberto I di Palermo e l’Istituto De Filippis- Galdi di Cava de’ Tirreni (SA)
“Care Ragazze, Cari ragazzi, in primo luogo sono davvero felice, ho avuto l’onore di essere eletto Presidente di questo Istituto solo pochi mesi fa e, subito, si è verificata l’occasione straordinaria, l’incontro con tanti ragazzi – con i loro professori, con le loro scuole – giunti per partecipare ad una giornata dedicata al principio di legalità. Noi giudici abbiamo giurato sulla Costituzione e la Costituzione è permeata dal principio di legalità, cioè la base su cui si regge il nostro Stato.
In primo luogo vorrei ringraziare, oltre a voi ragazzi che siete qui, i vostri professori che vi hanno accompagnato, tutti gli ospiti, in particolare gli alti rappresentanti delle Forze dell’Ordine che sono coloro che, ogni giorno, ci aiutano a prevenire l’illegalità, i reati e a colpire, secondo le leggi, coloro che vengono sorpresi a commettere reati, di qualsiasi natura essi siano, poi sta ai giudici, ai magistrati, ai pubblici ministeri trarne le conseguenze che la legge prevede.
Ringrazio anche i Colleghi magistrati che oggi sono qui e, in ogni ordine e grado, lavorano avendo come obiettivo il rispetto del giuramento fatto, per me tanti anni fa, di essere fedele alla Costituzione e di rispettare le leggi: scopo della nostra vita istituzionale.
Voglio ringraziare di cuore la Banda dell’Arma dei Carabinieri che ci ha fatto ascoltare dei pezzi straordinari, avete sentito – tra gli altri – oltre all’Inno dell’Arma, l’Inno nazionale, avete sentito l’Inno dell’Europa, due messaggi fortissimi perché sono il segno del legame che ci unisce indissolubilmente all’Unione Europea che noi, come italiani, abbiamo contribuito a far nascere nel lontanissimo 1957.
È chiaro che oggi, parlando di legalità, non possiamo non dedicare queste riflessioni che ascolterete, i video che vedrete, ai tanti eroi che hanno dato la vita per difendere la legalità. A me, ovviamente, vengono in mente i Colleghi magistrati che hanno perduto la vita e che sono stati assassinati da criminalità gravissime di vario tipo, dal terrorismo alle mafie e, certamente, agli eroi, ai martiri che hanno segnato decenni della vita italiana ,in primis, i grandissimi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma anche tutti gli altri giovani Colleghi, che per essere fedeli a quel giuramento hanno voluto mettere a proprio rischio la propria vita e in alcuni casi l’hanno persa.
Parliamo oggi di questi due eroi, che vedete rappresentati in un momento di apparente serenità mentre dentro il loro cuore c’era turbamento, perché stavano scoperchiando il cancro del nostro Paese e cioè la mafia, lo stavano facendo davvero.
Voi giovanissimi che siete nati nell’età che va oltre la digitalizzazione, nell’epoca dell’intelligenza artificiale, pensate, e in parte avete ragione, di essere maestri anche nell’insegnare ai vostri genitori, ai vostri nonni, come ci si adegua in tempo reale ai cambiamenti all’evoluzione della nostra società. Ho detto in parte perché io credo che comunque resti fondamentale anche l’esperienza che un genitore può trasmettervi -anche se non conosce l’intelligenza artificiale come la conoscete voi o non la conosce affatto- nell’insegnarvi a partecipare alla società, al mondo; i genitori vi hanno dato un’educazione che vi permette, oggi, di esser, sì, maestri di legalità ma nel senso di incoraggiare gli altri, nel senso di pretendere dagli altri che rispettino la legalità.
Anche i vostri genitori sanno che pretendete molto da loro, anzitutto che si comportino così come vi hanno detto di fare, e anche voi potete essere davvero maestri di legalità, nel momento in cui vi doveste accorgere che un vostro amico, un vostro compagno, fa qualcosa che magari vostro nonno ha detto che già dai nostri tempi non si doveva fare.
Quando parliamo di illegalità parliamo di tante forme, di quelle forme di violazioni che mettono a rischio e talvolta sacrificano la vita delle persone; chiaramente le mafie anzitutto, la criminalità organizzata, il male che ha distrutto settori della società e dell’economia.
Io ho avuto l’onore di presiedere una sezione giurisdizionale che si è occupata proprio delle infiltrazioni mafiose nell’economia legale e tuttora quest’Istituto lo sta facendo, come altri Colleghi, in altri uffici giudiziari, si occupano di investigare, di perseguire sotto il profilo penale i mafiosi.
Ma non c’è solo la mafia, ci sono le forme di terrorismo; ci sono i crimini orribili di violenza; la violenza orribile contro le donne; quelle violazioni che per un pochino di profitto in più portano alla trascuratezza o alla mancanza di regole sulla sicurezza nel lavoro e, lì, pagano con la vita le persone che per un modesto stipendio lavorano in azienda, arrampicati su delle torri, dove la mancanza di regole o la violazione delle regole porta, purtroppo, a tragici incidenti che costano la vita.
Quindi vedete ragazzi noi parliamo di una legalità che può andare dalla legalità da difendere a tutti i costi contro le mafie, contro i crimini organizzati, a un principio che deve vivere dentro di voi, nella vita di tutti i giorni. Questa è la regola numero uno: essere voi protagonisti di una società che cresce nella legalità perché se questo non ce l’avete dentro non c’è niente da fare.
Bisogna migliorare, bisogna guardarsi allo specchio e dirsi: “potevo fare di più? Potevo, subito, immediatamente, denunciare quando ho visto un’anziana signora scippata per la strada e sbattuta per terra?” Alcuni si voltano dall’altra parte. Voi certamente no. Ne sono certo. Me lo auguro. Fatelo sempre di più.
Questi sono piccoli segnali che possono cambiare la vita di una persona che non è in grado di difendersi fisicamente da un’azione violenta, illegale, come quella di cui vi ho fatto esempio. Però poi è ovvio ci sono, come dire, tante forme di formazione della propria vita nella legalità e per la legalità, che vi fanno essere più credibili; vedete ragazzi, non vince chi è più rapido ad usare i mezzi dei social, l’informazione, l’informatica, nell’arrivare prima degli altri alla notizia. È più credibile chi è in grado di dire che, navigando, ha trovato qualcosa che non piace e decide di dirlo ai genitori, di segnalare questo aspetto. Io ho avuto anche l’onore di essere Commissario europeo alla giustizia, e in questa sede, abbiamo scoperto delle reti internazionali di pedofilia grazie alla denuncia di ragazzi come voi, giovanissimi, che avevano visto qualcosa.
Non erano andati nel deep web ancora ma le forze di polizia sono in grado di andarci subito e hanno trovato una piovra, ovvero una rete che faceva di ragazzi come voi vittime terribili, a livello internazionale intendo, perché ormai queste violenze sui ragazzi, sulle donne, questi delitti di odio, compreso l’odio razziale, non hanno confini; non pensate che sia un fenomeno della vostra città, regione o dell’Italia; sono un fenomeno, oramai, internazionale, quindi dobbiamo lavorare tutti insieme.
Sarebbe bellissimo vedere una scolaresca d’Europa. Un ideale gruppo di ragazzi che tutti insieme si scambiano le loro valutazioni su quanto si sentano al sicuro a casa propria. E si chiedano: “Hai mai scoperto qualcosa che ti ha fatto sospettare e che poi ha portato alla scoperta di delitti terribili?”.
Questa è la crescita nella legalità, indipendentemente da quello che poi farete. Crescita che comincia dal rispettare voi stessi e i vostri compagni perché se non si rispetta se stessi, se non si ama se stessi – e amare se stessi vuol dire tante cose, vuol dire avere rispetto del proprio corpo, della propria vita- e se non si rispettano gli altri, è molto difficile crescere nella legalità.
Io ricordo delle terribili vicende; spesso le leggiamo sui giornali quando proprio sono terribili ma nella vita quotidiana ce ne sono tante che, purtroppo, nessuno denuncia. Si dice che siano diminuiti molto i petty crimes – i reati più leggeri, da strada -; non è vero. È che non sono denunciati, perciò non appaiono.
Pensate al bullismo. Voi dovete essere campioni contro il bullismo; campioni di legalità per sradicare l’odio che è anche nelle parole perché bastano parole – come voi sapete -, bastano immagini, a portare giovani e giovanissime addirittura a suicidarsi per la vergogna, per il fatto di sentirsi in difficoltà nell’uscire per strada.
Capite bene che questo essere campioni di legalità contro questo tipo di offese terribili, certe volte contro vostri coetanei, vi rende più credibili, vi rende migliori dentro e migliori fuori. Non è il più violento, il più bullo ad essere il più figo – scusatemi l’espressione non proprio istituzionale da Consigliere di Stato – ma è il peggiore.
Siete voi i migliori se riuscite ad essere forti e irreprensibili contro queste forme terribili di violenza. Poi ragazzi, io ho imparato da piccolo, dai miei genitori, che ho avuto la fortuna di avere come maestri di vita oltreché come amici carissimi (se posso dirlo), frequentate le attività sportive, fate sport. Lo sport educa alla legalità perché nello sport sano deve vincere il migliore non quello che imbroglia, non quello che trucca la gara, non quello che dice palla dentro e invece la palla è fuori campo, giocando a tennis.
Questo è lo sport. È una lezione di vita continua e, sicuramente, lo sport sottrae voi ragazzi a tentazioni terribili che qualche volta ci sono; quanti ragazzi hanno raccontato, trovandosi coinvolti in situazioni tutt’altro che piacevoli – che loro avevano cominciato nell’oratorio della Parrocchia magari, poi, era arrivato qualcuno a dire “perché non vuoi fare una cosa più divertente: cominciamo a fare le corse all’azzardo di notte coi motorini in mezzo alla strada” e lì comincia il declino.
Quindi lo sport come lezione di vita e poi ve ne dico un’altra. Magari molti di voi lo fanno già ma un’altra lezione di vita che poi è vivere secondo la legalità. Imparate – e se lo fate già, bravissimi – a rispettare e a dare dignità anche a quegli amici senza parola che noi chiamiamo animali ma sono essere viventi, sono sensibili; capiscono se voi state bene o state mali; vi accompagnano, non vi tradiranno mai.
Ecco mai ai maltrattamenti per scherno, per divertimento, a queste bande di bulli che fanno i forti soltanto perché lì c’è un gattino. Questi sono tutti esempi deteriori, di come si possa non crescere nella legalità e come da parte vostra si possa e si debba invece reagire per esserne sempre più convinti ed esserne dei testimoni, se posso permettermi di dire. Io credo che tutto questo porti ad una visione corretta non esasperata o scenografica di quel concetto fondamentale che è “salviamo il mondo in cui voi crescerete”.
Noi dobbiamo farlo oggi, chi ha un potere decisionale, ma voi dovete contribuire e potete già farlo adesso. In tutte le cose che fate, in tutte le escursioni dove andate.
Io, tra i messaggi di educazione dei miei genitori con cui salivamo in montagna quando ero piuttosto piccolo, ricordo: “vedi quel fiore? Ci ha messo due stagioni per diventare così bello, se tu lo stacchi e lo porti via, in dieci secondi, è morto”; sono stupidaggini apparentemente ma danno l’idea di come voi possiate diventare maestri di legalità per un mondo migliore.
Vogliamo un mondo migliore? Certamente sì. Noi lo vogliamo anzitutto per voi, perché è chiaro che noi, se Dio vuole, staremo su questa terra ancora molti anni ma voi certamente molti, molti di più. Allora preparate voi stessi, buoni maestri di un mondo migliore. Migliori auguri a tutti voi.”
Fonte: Consiglio di Stato