SIGA

Uno sguardo sul campo – Insieme al Presidente Frattini

R. SIGA è un’Alleanza globale che comprende circa 120 componenti
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D. Presidente, cos’è SIGA e quali sono gli obiettivi che si è prefissata?

R. SIGA è un’Alleanza globale che comprende circa 120 componenti, il cui obiettivo è promuovere una buona governance, fissando a livello sovranazionale dei validi criteri guida per l’integrità dello sport in tutte le sue forme. Abbiamo costituito e varato il “SIGA Independent Rating and Verification System (SIRVS)”, un meccanismo che valuta l’organizzazione e le modalità di lavoro delle singole strutture e che, assegnando il “bollino di legalità”, assicura che le loro pratiche siano conformi ai valori sportivi, nonché alle regole di legalità internazionale. Inoltre, stiamo lavorando ad un modello di regole di condotta che tutti possano sottoscrivere liberamente, nell’organizzare grandi eventi, e lo facciamo pensando alla FIFA World Cup 22 o alla Ryder Cup 2023. Avremo questi eventi per pensare a delle regole di condotta efficaci. Magari un domani potrebbero essere tradotte in un principio guida e diventare vincolanti.

D. Considerando le numerose vicende connesse allo sport, a Suo avviso, quali sono le maggiori pratiche che mettono a rischio l’integrità dello sport?

R. Ma guardi, ci sono fenomeni che riguardano molti ambiti dello sport. Il primo fra tutti è quello della diffusione transnazionale delle scommesse illecite, successivamente il meccanismo di tracciatura del denaro che ruota intorno allo sport. La quantità è enorme e la tracciatura è fondamentale. Poi abbiamo un terzo filone, un settore di cui mi occupo da giudice, ed è la criminalità organizzata. Sono tanti i casi in cui le organizzazioni mafiose si propongono di sponsorizzare piccole iniziative sportive di quartiere, con il solo scopo di ripulire la loro immagine agli occhi dell’opinione pubblica locale, ma quella è solo contaminazione mafiosa… E poi c’è la classica violenza, che rappresenta il quarto filone. La violenza negli stadi o intorno ad essi.

D. Non a caso Presidente, si rivolge proprio ad una persona ferita dal mondo del calcio e, recentemente, la rivista Humanities & Social Sciences Communications ha pubblicato una ricerca secondo cui la sportività aumenta quando gli spalti sono vuoti.

R. Da giudice sportivo e da Presidente del Collegio di Garanzia dello Sport, ho preso decisioni abbastanza rigorose, quando si vedono tifoserie che inneggiano alla violenza, si chiude lo stadio. Purtroppo, la verità è che lo sport è sempre di più oggetto di attenzione di criminali, organizzati e non. E’ diventato un settore attrattivo, in cui gira molto denaro e ci sono tante opportunità.

D. Guardando ai maggiori canali social, Facebook, Twitter, Instagram ma anche Clubhouse e LinkedIn, quanto ritiene influente la comunicazione per salvaguardare i valori dello sport?

R. La comunicazione è fondamentale e penetrare nel mondo dei social è assolutamente essenziale. Ma ho notato che vanno sulle reti principalmente le notizie negative e/o le denunce, e quasi mai le positive. Come Presidente di SIGA ho proposto l’applicazione, al mondo dello sport, di una regola importantissima che abbiamo nel codice antimafia, secondo cui il denaro e gli asset confiscati ai mafiosi vengono reinvestiti per finalità sociale. Anche nello sport si confisca denaro e sono tanti i beni sottratti ai criminali, così, magari una quota di questi potrebbe essere destinata alla realizzazione di un campo di calcio, da tennis o un piccolo centro sportivo, in un quartiere degradato della città. Di conseguenza, quello che era denaro sporco verrebbe utilizzato per finalità pulite.

D. Parlando di giovani, recentemente ho avuto il piacere di seguire in diretta lo YOUTH Forum 2021 organizzato da SIGA e so che l’operato dell’Alleanza sia principalmente rivolto ai giovani, futura classe dirigente. Avete mai pensato di collaborare con i giovanissimi delle scuole italiane, al fine di diffondere la cultura dello sport sano?

R. SIGA è un’organizzazione internazionale e quindi abbiamo difficoltà a coinvolgere le singole scuole di ogni Paese. La scelta di dedicare un forum ai giovani nasce dalla volontà di far emergere casi in cui proprio i giovani siano vittime di pratiche di illegalità. Si pensi alle molestie all’interno delle squadre, oppure ai giovani che vengono acquistati direttamente dalle famiglie in Paesi poveri come “promettenti giocatori”, e poi, dietro l’apparenza, rimangono immigrati clandestini fra le vie delle nostre città. Due principi devono essere instillati nelle giovani generazioni, protezione ed educazione alla legalità. Spiegando loro che quando si gioca in campo, non ci deve essere mai imbroglio, né mai violenza…

D. Purtroppo in Italia c’è ancora tanto da fare. Io stessa ho notato difficoltà a diffondere il messaggio di non violenza nelle scuole: talvolta è proprio il genitore ad istigare il figlio.

R. Questa è la cosa più grave, dimenticare l’essenza dello sport nelle competizioni. Il genitore invece di dare il buon esempio, troppe volte lo spinge a compiere atti violenti.

D. In conclusione del nostro incontro, vorrei parlare di come prevenire la violenza insieme alla Polizia di Stato. Avete mai pensato di collaborare con le Forze dell’Ordine, cercando di diffondere un messaggio di non violenza?

R. In effetti lo facciamo già, SIGA ha sempre coinvolto nei Paesi con cui collaboriamo le autorità di law enforcement. Riteniamo che l’aspetto della prevenzione e della reazione nei casi di violenza debba necessariamente coinvolgere chi questo servizio lo fa per mestiere. La Polizia di Stato è molto impegnata su queste vicende e per tali motivi cercheremo di fondare dei programmi di cooperazione gemellata con le autorità di polizia dei singoli Paesi, ai quali abbiamo già iniziato a chiedere quali siano le loro esperienze. Il Capo della polizia portoghese è venuto ad uno dei nostri incontri impegnandosi a mettere a disposizione un Report sul tema dello sport, chiedendo ai suoi omologhi delle altre forze europee di fare lo stesso.

*Fabiana Raciti, studentessa della SIOI, Master in Comunicazione e Lobbying nelle Relazioni Internazionali 2021


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